Lo stretto legame tra economia e biodiversità e la lezione della Russia - Russia News / Новости России

Ambiente

Pubblicato il Giugno 28th, 2022 | Da Redazione Russia News

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Lo stretto legame tra economia e biodiversità e la lezione della Russia

Usciamo un attimo dalla trappola mentale del “cambiamento climatico” di cui il gretiname mediatico si riempie la bocca e ragioniamo sull’effettivo problema che riguarda l’ambiente: la progressiva perdita di biodiversità.

Ogni specie vivente su questo pianeta ha la propria, peculiare, storia evolutiva; questo rende il concetto di biodiversità intrinsecamente importante, ma non va dimenticato il suo forte valore economico, in quanto fornisce agli esseri umani i cosiddetti servizi ecosistemici. La nostra sopravvivenza dipende da ciò che la Natura ci offre, tra cui la produzione di risorse come cibo o legname, ma anche la regolazione dei raccolti nei campi, dei climi, delle maree…

E’ fuori discussione il fatto che in questi anni stiamo assistendo a una crescente perdita di biodiversità, con la distruzione sistematica di habitat e di esseri viventi in diverse nicchie ecologiche.

Oltre a rappresentare un silenzioso massacro a livello naturalistico, una simile distruzione ha delle pesanti ricadute economiche… talmente pesanti che, secondo un recente studio inglese, andrebbero tenute in considerazione nelle valutazioni effettuate dalle agenzie di rating.

Un team di economisti dell’Università di Cambridge ha infatti dimostrato, tramite varie simulazioni, che se le stime sulla solidità e solvibilità degli Stati si basassero anche sui rischi economici legati alla perdita di biodiversità, molti Paesi perderebbero affidabilità finanziaria e finirebbero declassati.

Di solito su queste analisi pesa principalmente il rischio derivante dagli eventi geopolitici in corso e ad oggi non sono incluse le conseguenze economiche del degrado ecologico, cosa che secondo gli studiosi rappresenta una grave omissione che può minare la solidità dei mercati finanziari.

Gli effetti saranno, come al solito, soprattutto sulle spalle dei cittadini, sia perché chi investe in un paese “a rischio” non è inizialmente in grado di poterne valutare le incognite, sia per le conseguenze a lungo termine sulla società, come spiega uno degli autori dello studio, Matthew Agarwala: “siccome la perdita di Natura riduce le performance economiche, diverrà sempre più difficile per i Paesi onorare il loro debito e si finirà per gravare sui budget dei governi, aumentando le tasse, il taglio della spesa pubblica e l’inflazione“.

Secondo i ricercatori, i Paesi che proteggono i “beni biologici” potrebbero vedere migliorare il proprio merito di credito, quindi “incorporare il rischio Natura nei rating sovrani creerebbe un forte incentivo per i governi a migliorare la protezione dell’ambiente“. E’ importante soprattutto per i Paesi in via di sviluppo, che già sono afflitti dal peso dei debiti dovuti all’emergenza sanitaria e dall’aumento generalizzato dei prezzi; la perdita di biodiversità e Natura può spingere le loro economie vicino al limite e creare problemi difficilmente risolvibili.

Il Prof. Ulrich Volz, Direttore del SOAS Center for Sustainable Finance di Londra, coautore dello studio, ha rimarcato: “I rischi legati alla biodiversità rappresentano un rischio concreto per l’attività economica e le finanze pubbliche. Proteggere l’habitat naturale non è importante solo per il bene della Natura, ma è anche fondamentale per salvaguardare la stabilità macroeconomica“.

I ricercatori non hanno dubbi e il loro messaggio ci appare assolutamente cristallino: la perdita di biodiversità è ben compresa e preoccupa gli ecologisti; fortunatamente, la sorveglianza satellitare consente di seguire i cambiamenti nell’uso del suolo e di quantificare le perdite ambientali.

Data l’entità dei rischi economici e le conseguenze sociali che ne derivano, l’inclusione della Natura nei rating sovrani è oggi fortemente auspicabile, se non addirittura inevitabile.

Questo concetto sembra essere molto radicato nella mentalità russa, non a caso il Presidente Putin, con la sua lungimiranza da vero statista, ha sempre elogiato e incoraggiato lo sviluppo di ecosistemi naturali, non solo in periferia e nelle campagne, ma anche nel cuore delle metropoli.

Nelle città russe sorgono in continuazione parchi e oasi protette, come testimonia il recente Parco Zaryadye nel cuore di Mosca, che fa convivere diverse tipologie di biosistemi, ospitando oltre un milione di specie vegetali. E’ un luogo unico, che sfoggia le diversificazioni della Natura russa e le sue differenti zone climatiche e geografiche. Un vanto per il Paese e un orgoglio per i suoi cittadini.

Ancora una volta è la Russia che ci indica la strada corretta da seguire… sta a noi capirlo prima che sia troppo tardi.

Eva Bergamo

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