Veronafiere

Pubblicato il Luglio 26th, 2017 | Da Redazione

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VERONAFIERE: PRESENTATA “EUROCARNE 2018”, LA FILIERA CORTA UTILE ANCHE PER L’EXPORT.

Isola della Scala (Vr) – I settori delle carni ed agricolo a braccetto per superare la crisi e rilanciare una delle eccellenze italiane ed i consumi. Si è tenuta stamani la conferenza stampa di presentazione della 27ma edizione di Eurocarne, il salone internazionale dedicato alla filiera delle carni e che dal prossimo anno (31 gennaio – 3 febbraio 2018) si svolgerà in concomitanza con Fieragricola, a Veronafiere.

“Eurocarne” dunque cambia format, allo scopo di intercettare le nuove esigenze del mercato e per fare “sistema” fra tutti gli attori del settore zootecnico, ovvero produttore, macellatore, trasformatore, distributore ed infine consumatore, attraverso la novità della filiera corta.

Cinquemila metri quadri di esposizione che rappresentano un  punto di riferimento molto importante per gli allevatori, le aziende agricole multifunzionali, gli agriturismi, i laboratori artigianali, le macellerie, le gastronomie, i ristoratori ed anche la media e grande distribuzione. Nella prossima edizione saranno organizzati fra gli altri convegni, incontri b2b con buyer stranieri e degustazioni con la predisposizione di appositi show-cooking, rigorosamente a tema.

Nonostante l’assenza istituzionale della Regione Veneto, è stato letto un messaggio del Governatore Luca Zaia che non ha voluto comunque mancare di dare il proprio sostegno all’iniziativa, evidenziando come la qualità del prodotto carne sia essenziale nello sviluppo e nella riscoperta dei legami con il territorio.

“Per rilanciare i nostri prodotti – ha esordito Claudio Valente, vicepresidente di VeronaFiere – è necessario parlare di qualità e tracciabilità anche e soprattutto per dare le opportune garanzie ai consumatori. Parliamo di un indotto di circa 30 miliardi di euro, pari al 15% del fatturato dell’industria agroalimentare, creato attraverso secoli di sacrifici fatti da intere generazioni. Sbaglia grosso, chi crede di poterlo gestire in maniera superficiale e poco attenta così com’è stato finora fatto. L’alleanza con FierAgricola rafforzerà il ruolo del comparto zootecnico che già dal 2014 ha intrapreso un percorso di riposizionamento e di rilancio. I punti di contatto sono molteplici e vanno dalle diverse tipologie di allevamento, alla filiera corta. E questo per rispondere alle nuove esigenze del consumatore che sempre più richiede produzioni sostenibili, il rispetto del benessere dell’animale, un’elevata qualità della carne e la conoscenza della provenienza della carne, dei tagli, dei modi per valorizzarli, elementi ritenuti indispensabili per acquistare il prodotto”.

Interessanti i dati che sono stati snocciolati durante l’incontro da Giuliano Marchesin, Direttore dell’Associazione Produttori Carni Bovine “Unicarve” e del Consorzio “Italia Zootecnica” che hanno evidenziato che il nostro paese produce circa il 50% della produzione di carne e che può recuperare quote di mercato attraverso la filiera e soprattutto facendo squadra. “Dobbiamo comunicare al consumatore – ha confermato – l’esistenza di un marchio che attesti che la nostra carne è prodotta solo ed esclusivamente in Italia. Per ridurre la dipendenza dall’estero, sicuramente non è assolutamente ipotizzabile aumentare il numero di vacche nutrici, ma semmai collaborando con gli allevatori delle vacche da latte che nel nostro paese, secondo una stima del 2016, ammontano a 1.822.000 capi. Da poco finalmente le nostre richieste miranti alla creazione di un apposito “Piano carni nazionale”, sono state esaudite anche se molto resta ancora da fare”. Il Veneto si è confermato, lo scorso anno, essere primatista nel numero di capi macellati con oltre 709.000 bovini, seguito a ruota da Lombardia (560.834) e Piemonte (350.616).

E’ stato proposto anche il cambio del marchio che permetterà di riconoscere la carne prodotta in Italia che nelle confezioni presenti nella piccola e nella grande distribuzione sarà accompagnata anche da un’etichetta che permetterà di identificare la precisa provenienza geografica dei prodotti. Un invito rivolto al MIPAAF, nella persona del Ministro Martina, che però non sempre ha risposto con la dovuta celerità di fronte alle richieste degli operatori del settore.

“Il messaggio che stiamo lanciando a tutte le nostre imprese – ha poi concluso Marchesin – è quello di informatizzare ed innovare, perché agricoltura 4.0 rappresenta il futuro. Chiediamo di affiancare al prodotto il marchio con cui è possibile risalire alla tracciabilità, dal momento che il 92% delle carni servite nei ristoranti non proviene dai nostri allevamenti”.

La certificazione di qualità è stato l’aspetto sul quale si è incentrato l’intervento di Giuseppe Borin, direttore di Azove mentre Riccardo Artegiani, Presidente della “Cooperativa La Torre” presso la cui sede si è svolto l’incontro odierno, ha presentato le attività svolte dalla propria stalla sociale dal 1966 ad oggi, attraverso il modello dell’economia circolare. “Negli ultimi 5 anni – ha osservato – abbiamo rivoluzionato il nostro sistema organizzativo, attraverso il biogas e la produzione di energia rinnovabile. La nostra è una realtà moderna che da lavoro a tanti giovani, ed abbiamo la ferma intenzione in futuro di continuare ad investire nelle attività zootecniche ed agricole”.

I lavori sono stati conclusi dall’intervento del Direttore Commerciale di Verona Fiere, Diego Valsecchi che ha confermato la volontà dell’ente fieristico scaligero nel proseguire la propria attività di affiancamento e di sostegno alle imprese di tutto il comparto agricolo. La giornata è poi proseguita con la visita all’allevamento della Cooperativa La Torre e la degustazione di carne veneta, preparata con le specialità gastronomiche locali.

Francesco Montanino





 

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