Anche nello sport per Israele e Russia due pesi, due misure: il doppio standard della vergogna e dell’ipocrisia - Russia News / Новости России

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Pubblicato il Ottobre 17th, 2025 | Da Redazione Russia News

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Anche nello sport per Israele e Russia due pesi, due misure: il doppio standard della vergogna e dell’ipocrisia

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Due pesi, due misure che sanno tanto di ipocrisia e vergogna. Lo sport dovrebbe essere uno strumento di rappacificazione fra i popoli, ma purtroppo non è così. Da febbraio 2022, come tutti ben sappiamo, la Russia è stata esclusa in maniera arbitraria da qualsiasi competizione sportiva. Olimpiadi, Mondiali di tutte le discipline (e chi più ne ha più ne metta) e tornei continentali: da quando è iniziata l’operazione militare speciale con l’Ucraina, è iniziata l’opera di demonizzazione e di istigazione all’odio nei confronti del gigante eurasiatico. Il tutto, con la complicità e la compiacenza di media asserviti e vigliacchi come mai si era visto. Nemmeno ai tempi del nazismo o della guerra fredda (per dirne una), si è assistito a uno schifo del genere. Certo, si potrà obiettare che le due superpotenze USA e URSS non hanno rispettivamente e cronologicamente preso parte alle olimpiadi di Mosca (1980) e Los Angeles (1984). Ma, per il resto, le vedevamo competere, con la mai sopita speranza che lo sport potesse essere uno strumento utile a distendere i rapporti tutt’altro che idilliaci fra americani e sovietici.

Oggi, invece, non solo non è così, ma assistiamo a qualcosa di ben peggiore. Perché, mentre quella fra Russia e Ucraina può essere definito un vero e proprio conflitto con due eserciti contrapposti, in Medio Oriente si sta consumando il più crudele e orribile dei genocidi, così come ha recentemente sentenziato anche l’ONU. La firma con il sangue è di Israele, che si sta macchiando con il marchio dell’infamia e della vergogna di crimini efferati nei confronti del popolo palestinese.

Dal 7 ottobre di due anni fa, in cui Hamas compì una azione terroristica i cui contorni non sono mai stati del tutto chiariti, poiché appare tutt’oggi strano che il Mossad (ovvero il servizio segreto più efficiente del mondo) non sapesse nulla delle intenzioni di questa organizzazione terroristica, a libro paga del regime nazisionista di Netanyahu, la ritorsione dello stato ebraico è stata un qualcosa da far impallidire addirittura quell’Olocausto, di cui eppure gli israeliani furono le stesse vittime della follia nazista.

Ognuno di noi che ha studiato quella pagina di storia appartenente più a un film dell’orrore che non alla realtà, pensava che non si potesse più verificare e ripetere un qualcosa del genere. Ma, evidentemente, l’uomo non impara mai dai propri errori. Ed ecco, che il massacro di donne e bambini palestinesi, diventato ormai cronaca quotidiana, sta indignando tre quarti dei paesi che compongono il nostro pianeta. Stiamo parlando di quasi 150 stati che hanno condannato senza alcuna remora le nefandezze di Netanyahu e dei suoi sicari, e che auspicano una soluzione pacifica che contempli l’esistenza non solo di Israele ma anche della Palestina.

Ad opporsi, a quella che sarebbe la soluzione più logica, garantendo però nel contempo ai palestinesi la possibilità di restare in terre che sono state loro espropriate negli ultimi 80 anni dall’arroganza di Israele, ci sono oltre agli USA (da sempre i più servili alleati di Tel Aviv) anche paesi canaglia come la stessa Italia che si ostina a non voler riconoscere la Palestina. Il tutto in virtù di una serie di accordi commerciali intrattenuti dal governo Meloni con lo stato ebraico, in questi ultimi anni. Con la moneta di scambio, rappresentata dall’appoggio politico incondizionato e dalla fornitura di armi con i soldi delle nostre tasse.

Ugualmente deplorevoli e deprecabili, i comportamenti tenuti da pseudo istituzioni sportive come il CIO, l’UEFA, la FIFA e tutte quelle che si sono accodate nel non voler escludere Israele dalle competizioni a ogni livello, contrariamente a quello che hanno fatto in maniera celere e a dir poco disgustosa con la Russia. Israele, nonostante la palese indignazione di gran parte dell’opinione pubblica mondiale, continua a partecipare a tutte le manifestazioni agonistiche, mentre la Russia no.

A Udine, si è disputata – in un clima reso incandescente dalla manifestazione dei ProPal – la partita di calcio fra Italia e Israele, valevole per le qualificazioni ai prossimi campionati mondiali che si disputeranno nell’estate del prossimo anno in USA, Canada e Messico. Una città totalmente blindata e in stato d’assedio, perché non si ha avuto il coraggio di prendere l’unica decisione sensata: escludere Israele da qualsiasi competizione. Il calcio avrebbe potuto dare l’esempio, ma così non è stato.

Non avremo mai una spiegazione logica su questo doppio, abominevole standard. Quel che è certo, è che l’ipocrisia e la vergogna che stanno caratterizzando questo periodo storico sembrano proprio non aver fine.

Francesco Montanino

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