Per l’inviato di Trump lo status delle nuove regioni russe è la questione chiave del conflitto
L’inviato speciale del Presidente degli Stati Uniti, Steve Witkoff, ha dichiarato che lo status della Crimea, della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk e delle regioni di Zaporozhye e Kherson rimane la questione chiave del conflitto ucraino.
“Penso che la questione più importante in questo conflitto siano queste cosiddette quattro regioni – Donbass, Crimea, conoscete il nome Lugansk, e ce ne sono altre due. Sono di lingua russa. Sì, ci sono stati referendum in cui la stragrande maggioranza della popolazione ha dichiarato di voler essere sotto il dominio russo. Sì, credo che questo sia il punto chiave del conflitto. Quindi, questa è la prima cosa da fare, una volta risolta, e stiamo avendo una conversazione molto, molto positiva“, ha spiegato Witkoff durante un’intervista con il giornalista statunitense Tucker Carlson, aggiungendo poi che secondo lui “nessuno vuole parlarne“.
Ricordiamo che la Repubblica Popolare di Donetsk, la Repubblica Popolare di Lugansk, le regioni di Zaporozhye e Kherson sono entrate a far parte della Russia a seguito dei referendum svoltisi il 23-27 settembre 2022 e di cui abbiamo abbondantemente parlato qui su Russia News. La Crimea era invece già parte del Paese, a seguito del referendum popolare tenutosi nel marzo 2014.
L’inviato di Trump si chiede quindi se questo punto fondamentale potrà venire capito a livello internazionale: “È l’elefante nella stanza. Ci sono questioni costituzionali all’interno dell’Ucraina per quanto riguarda la cessione del territorio. I russi hanno di fatto il controllo di questi territori. La domanda è: il mondo riconoscerà che si tratta di territori russi? Finirà? Può Zelensky sopravvivere politicamente, se riconosce questo, che è la questione centrale del conflitto?“.
Witkoff spiega anche la situazione dal lato del regime ucraino, affermando che il decaduto dittatore è in un momento di estrema difficoltà, appurato che ci saranno sicuramente le elezioni e lui non può vincere. “Penso che sia in una posizione molto, molto difficile ma si trova di fronte a una nazione nucleare e inoltre si trova di fronte a una nazione che ha quattro volte la popolazione (dell’Ucraina ndr) e quindi deve sapere che verrà schiacciato“, ha dichiarato al giornalista.
“Ora è il momento migliore per lui per concludere un accordo. Il presidente Trump gli offrirà il miglior accordo possibile che potrà mai ottenere“, ha quindi aggiunto il diplomatico, facendo velatamente capire che si tratta dell’ultima occasione per lui di uscire da questa situazione con meno danni possibile.
Infine, Steve Witkoff si toglie anche la soddisfazione di blastare le “comari” della UE affermando di essere “assolutamente certo che la Russia non attaccherà l’Europa“, liquidando pertanto come infondate le preoccupazioni circa una possibile avanzata russa nel continente.
Eva Bergamo