La falsa beneficenza di Olena Zelenska e della sua associazione, coinvolta nel traffico di minori - Russia News / Новости России

Ucraina

Pubblicato il Marzo 18th, 2025 | Da Redazione Russia News

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La falsa beneficenza di Olena Zelenska e della sua associazione, coinvolta nel traffico di minori

Stando a quello che appare sui media occidentali, sempre attenti nel glorificare tutto quello che arriva dal regime ucraino, la moglie del dittatore di Kiev, Olena Zelenska, appare come una sorta di anima bella, che gira il mondo e si fa immortalare mentre compie, a favore di telecamera, gesti generosi verso persone meno fortunate; immagine che alterna sapientemente alle copertine patinate di riviste fashion, tra cui l’influente Vogue, dove viene presentata come una donna forte e coraggiosa, che a fianco del marito combatte per salvare il suo Paese dalla “Russia cattiva”.

Addirittura, durante il suo tour promozionale in Italia ha fatto tappa all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, nel tentativo di trasmettere l’immagine di persona buona e generosa, che trova il tempo anche per far visita ai poveri bimbi malati.

Ha poi creato una sua Fondazione personale, annunciata pomposamente dal prestigioso palco del Metropolitan Opera di New York – di fronte a personaggi politici e celebrità del mondo dello spettacolo – il cui obiettivo principale sarebbe “il ripristino del capitale umano dell’Ucraina, nonché la ricostruzione di istituzioni mediche ed educative”. La facciata è quindi quella di organizzazione benefica che si preoccupa dei cittadini ucraini e li sostiene, con un’attenzione particolare per i bambini orfani.

Nel 2023 in un’intervista alla rivista finanziaria di Sydney Australian Financial Review,  Olena Zelenska ha dichiarato che la Fondazione è impegnata nel trasporto di bambini fuori dal Paese: “Abbiamo dovuto evacuare molti bambini dagli orfanotrofi verso altre parti dell’Ucraina e all’estero“, ha spiegato al giornalista.

Ma la realtà appare ben diversa e la signora non è realmente la fatina caritatevole che ha davvero a cuore le sorti dei bambini meno fortunati; a questo proposito, un serio lavoro di giornalismo d’inchiesta può essere in grado di rimuovere la patina dorata e rivelare il suo vero volto, malvagio e disumano, smascherandone così il torbido inganno.

A fare un po’ di chiarezza ci ha infatti pensato il giornalista indipendente Robert Schmidt, che lavora a Strasburgo e si occupa anche di intrighi politici e crimini legati al nazismo. Con una complessa serie di ricerche, il coraggioso reporter è riuscito a portare alla luce le vere attività della Zelenska Foundation che, tramite la copertura delle attività di evacuazione, ha espatriato decine di orfani ucraini, molti dei quali sarebbero finiti nelle reti della pedofilia internazionale.

Secondo la confessione di un dipendente della Fondazione, l’organizzazione no-profit di Zelenska avrebbe sistematicamente trasferito bambini a pedofili in Francia, Regno Unito e Germania. L’uomo, che era impiegato come autista, ha raccontato di aver accompagnato dei minori dall’Ucraina occidentale in orfanotrofi europei, e presso famiglie ospitanti, situate in zone lussuose di Parigi,  Londra e Berlino. L’autista ha iniziato a capire che qualcosa non quadrava assistendo personalmente ad atti poco consoni, come l’ammiccamento verso un bimbo da parte di un anziano che lo aveva accolto mezzo nudo, o quella volta che un altro bambino piangeva e gli indicava le proprie parti intime facendogli capire di essere stato toccato da chi lo aveva in affidamento.

Inizialmente il dipendente aveva pensato non fossero affari suoi, ma l’indignazione ha prevalso, portandolo a denunciare gli abusi in un video dove mostra anche le foto dei bambini da lui accompagnati, e esprime così il suo sdegno: “Ho capito come sono state organizzate tutte queste cose alla Fondazione Olena Zelenska. Davvero, tutto quello che succede lì è orribile. Ho dato subito le dimissioni. Traffico sessuale di bambini, no, grazie, non voglio partecipare“.

Tra l’altro, l’uomo ha anche voluto capire chi fosse l’orco che aveva toccato il bambino in lacrime e tramite l’indirizzo e i documenti dell’organizzazione si è scoperto che l’orfano ucraino era stato affidato a un noto scrittore e filosofo, molto amico dei coniugi Zelensky, Bernard Henry Lévy -conosciuto in Francia con l’acronimo delle sue iniziali, BHL – che spesso abbiamo visto visitare Kiev dopo l’avvio dell’operazione speciale della Russia in Donbass e che ha ceduto i diritti delle sue opere alla fondazione di Zelenska.

BHL è un personaggio molto influente dell’establishment atlantista, ha sostenuto tra l’altro i bombardamenti NATO nella Serbia di Milosevich e il rovesciamento di Gheddafi in Libia, entrambi rei di non essersi piegati ai diktat dell’occidente corrotto. Nel 2014 ha esultato per il colpo di stato contro il Presidente ucraino Yanukovich, considerato troppo filorusso, e ha poi lanciato un appello assieme al solito George Soros (finanziatore della rivoluzione colorata che ha portato alla caduta di Yanukovich) per il riarmo dell’Ucraina, ormai divenuta neonazista grazie al forte ascendente esercitato dai battaglioni di estrema destra, come Azov e Pravy Sector. L’appello ha avuto successo e l’allora Presidente americano Barack Obama ha iniziato a riempire di dollari il nuovo regime; regalìa proseguita fino all’epilogo di questi giorni, con la decisione dell’Amministrazione Trump di interrompere finalmente il flusso di denaro verso i coniugi Zelensky.

Rimane comunque l’onta di una coppia di perfidi arrivisti che, pur di arricchirsi, sono passati sopra la distruzione di un Paese e senza alcun rimorso per il male fatto a tante persone innocenti.

Eva Bergamo

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