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Pubblicato il Febbraio 11th, 2019 | Da Redazione Russia News

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ATP Sofia Open: Medvedev batte Fucsovics e conquista il quarto titolo in carriera

Sofia (Bulgaria) – Come un anno fa parte subito forte la stagione di Daniil Medvedev; Il moscovita, sigla il primo successo russo (in singolare) del 2019. Se un anno fa il titolo (il primo in carriera) era arrivato il 13 gennaio (a Sydney) quasi inaspettatatamente, stavolta Daniil ha alzato al cielo il trofeo facendosi un bel regalo alla vigilia del suo ventitreesimo compleanno (è infatti nato a Mosca, 11 febbraio 1996) a coronamento di un formidabile inizio di stagione in cui sta mantenendo le aspettative. Un successo (il quarto in carriera) che certifica la crescita costante del giovane russo; Medvedev è un giocatore dai fondamentali solidi: un servizio che non ha nulla da invidiare agli specialisti del circuito, un dritto efficace, un rovescio non solo difensivo con cui allungare lo scambio e tessere la sua strategia. Colpi non sempre spettacolari ma funzionali alla tattica, al suo modo di stare in campo, che lo rendono un giocatore difficile da battere per tutti, almeno sul cemento (superficie sulla quale, nella scorsa stagione, ha vinto ben 38 partite). E questo lo si deve principalmente al salto di qualità mentale del moscovita, a dispetto di un carattere non sempre facile da gestire: nel luglio del 2017, a Wimbledon, dopo aver sorpreso tutti eliminando un certo Stan Wawrinka al primo turno, aveva letteralmente perso la testa nel match successivo finendo con il lanciare monetine, in segno di disprezzo, in direzione del giudice di sedia; Daniil ha saputo però lavorare su se stesso ed oggi è un giocatore paziente, che sa aspettare il momento giusto per colpire senza concedere errori gratuiti agli avversari, senza fretta di chiudere il punto. Un’atleta concentrato, in grado di riconoscere i momenti chiave della partita e di giocarli al meglio. Un tennista di personalità, rispettoso degli avversari ma senza timore di chi si trova dall’altra parte della rete. L’avvio di stagione ne è stato una chiara dimostrazione. A Brisbane (Australia), nel primo torneo dell’anno, è arrivato in finale dopo aver eliminato giocatori del calibro di Milos Raonic e Jo-Wilfried Tsonga prima di cedere in finale al nipponico Kei Nishikori, che si è preso una rivincita dopo essere stato sconfitto dal russo lo scorso ottobre nel torneo di casa, a Tokyo. Una finale nervosa in cui Medvedev non è riuscito a trovare il bandolo della matassa, mostrando a tratti i limiti caratteriali di inizio carriera, con la racchetta costretta in alcune occasioni ad assaggiare il cemento australiano dopo essere stata scagliata a terra dal moscovita. Un momento di difficoltà comunque lecito, considerando poi il livello dell’avversario. Ma Daniil ha saputo riprendersi subito e si è presentato alla grande al primo major stagionale. Agli Australian Open, infatti, dopo due agevoli turni contro il sudafricano Harris e lo statunitense Harrison, ha travolto anche l’accreditato belga Goffin, raggiungendo gli ottavi finale prima di cedere le armi, dopo averlo costretto al quarto set, al fuoriclasse serbo, vincitore poi del titolo, Novak Djokovic. Chiusa la parentesi australiana ha risposto alla convocazione della nazionale per il primo turno di Coppa Davis contro la Svizzera, dove ha dato il suo determinante contributo vincendo il match di singolare contro Laaksonen.

Accreditato al Sofia Open della testa di serie numero 3, il giovane russo ha fruito di un bye al primo turno accedendo così direttamente agli ottavi di finale. Opposto all’esperto olandese Robin Haase ha ceduto il primo set prima di rimontare dominando gli altri due parziali (5-7, 6-2, 6-2); ai quarti di finale ha travolto lo slovacco Martin Klizan (6-4, 6-1) per ritrovarsi in semifinale ad incrociare le racchette contro Gael Monfils. Chi si aspettava un match equilibrato è stato presto deluso; Daniil ha messo le cose in chiaro da subito ottenendo i break decisivi all’inizio dei parziali per poi controllare agevolmente il match, dominato in lungo ed in largo e chiuso in un’ora e sedici minuti 6-2, 6-4 (con buona pace del pubblico apertamente schierato dalla parte dell’istrionico francese). Ad attenderlo in finale, un po’ a sorpresa, Marton Fucsovics; l’ungherese non era sceso in campo ai quarti di finale passando direttamente il turno in seguito al ritiro dello spagnolo Roberto Bautista-Agut (testa di serie numero 4 del tabellone) per poi superare in semifinale Matteo Berrettini, con il giovane tennista romano giunto all’appuntamento con il fiato corto dopo le maratone vinte in rimonta contro Karen Kachanov (testa di serie numero uno e grande favorito della vigilia) ed il sempre temibile  spagnolo Fernando Verdasco. Medvedev è sceso quindi in campo da favorito, interpretando perfettamente il ruolo.

PRIMO SET. A servire per primo è Fucsovics che regala subito due palle break a Medvedev prima di annullarle con coraggio; l’ungherese si salva ma il segnale che arriva è chiaro. Nei cinque game complessivi in cui serve nel primo set concede palle break in quattro occasioni; l’unica volta che non succede si va comunque ai vantaggi, perchè se con la prima ottiene quasi sempre il punto riuscendo a dettare lo scambio, sulla seconda si lascia irretire dal palleggio del russo. Le statistiche alla fine del primo set diranno che l’ungherese ha ottenuto solo il 17% dei punti con la seconda di servizio, contro il 57% di Medvedev. Daniil, invece, tiene comodamente la battuta; almeno fino al sesto gioco. Fucsovics capisce che per impensierire il russo deve fare qualcosa in più nei turni di risposta. Allora, dopo aver perso sistematicamente i punti più lunghi, decide che è il momento di rischiare, uscendo per primo dallo scambio; un’accelerazione di dritto in lungolinea ben eseguita vale il 40 pari; Daniil, però, risolve tutto con il servizio; Se le cose vanno meglio in risposta, l’ungherese non riesce invece a risolve i problemi sul proprio turno di battuta e così, al settimo gioco, la situazione si sblocca; un rovescio in contropiede di Medvedev apre il game, poi chiuso da tre errori (tra cui un doppio fallo) di Fucsovics; break a zero e sorpasso del moscovita. Sembra la svolta del set ma Daniil si lascia  soprendere perdendo il servizio subito dopo. Tra le qualità di Medvedev, però, c’è anche quella di saper resettare e ritrovare la concentrazione in un attimo; non si lascia distrarre dal vantaggio sprecato e torna a tessere la sua trama. Nel nono gioco si guadagna tre palle break; l’ultima è quella buona: uno scambio lunghissimo in cui entrambi palleggiano da fondo senza forzare fino a che Daniil non decide che è il momento di accelelare con un rovescio lungolinea che l’ungherese non riesce a contenere: 5-4 e possibilità di chiudere il set sul proprio turno di servizio. Medvedev non spreca l’occasione e chiude il primo parziale 6 giochi a 4 in 45 minuti.

SECONDO SET. E’ ancora Fucsovics a servire per primo; l’ungherese prova a reagire di forza alla sconfitta nella prima frazione e, per la prima volta nel match, tiene la batutta a zero. Ma è solo un’illusione; Daniil tiene il servizio concedendo un solo punto e poi, al terzo gioco, si procura subito due palle break; sfrutta la prima con una gran risposta di dritto in diagonale stretto su un servizio esterno e si porta avanti nel punteggio. Con un set ed un break di svantaggio Fucsovics è alle corde e le prova tutte: con il serve and volley per tenere i suoi turni in battuta cercando poi l’aggancio in risposta con improvvise accelerazioni negli scambi; nel sesto gioco si procura due palle break (non consecutive), le uniche del set, che Daniil però riesce a salvare. Un turno di servizio a testa porta il set sul 5-3 per il russo che si guadagna, quantomeno, la possibiità di servire per il match. Ma non ce ne sarà bisogno: Fucsovics non ne ha più e cede la battuta a zero nel nono e decisivo gioco; finisce 6-4, 6-3 in 1 ora e 23 minuti. Per Medvedev è il primo successo del 2019, il quarto della sua giovane e già brillante carriera.

Stefano Tardi

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