Pubblicato il Ottobre 26th, 2016 | Da admin
0BARILLA: LA PASTA ITALIANA CHE PIACE IN RUSSIA
Mosca – Luca Barilla, vicepresidente dell’omonima azienda parmense, parla del successo della pasta “made in Italy” in Russia, dove hanno investito con grande successo 15 milioni di euro, tanto da spingere adirittura la stessa azienda ad ampliare la sua capacità produttiva.
“La pasta – racconta Luca Barilla in una intervista rilasciata all’agenzia di stampa Askanews – è un prodotto di altissima qualità e italianità, però noi italiani siamo un pò matti nel senso che abbiamo dei patrimoni meravigliosi e non sappiamo valorizzarli, li denigriamo. In Italia pensiamo in termini di dieta. Se voglio perdere due chili per prima cosa penso di dover eliminare la pasta ma non c’è nulla di più sbagliato“.
I consumi di pasta nel nostro Paese, complici le diete low carb e l’impennata delle intolleranze, sono fermi anzi addirittura arretrano un pò, nonostante a livello pro-capite se ne mangino 24 chili all’anno. Fuori dai confini nazionali la situazione è molto diversa: “All’estero ci sono Paesi con tassi positivi come in Russia, Stati Uniti. Ma anche in Europa. In Francia e Germania le nostre vendite stanno andando molto bene perché la gente si sta globalizzando, si sta aprendo rispetto alle proprie tradizioni culinarie e sta scoprendo la pasta“.
Ed è proprio la Russia il mercato dove da due anni a questa parte Barilla sta scommettendo con successo: “Noi abbiamo fatto un investimento molto importante (da 15 milioni di euro, ndr) in Russia, con qualche timore come ogni volta che si fa un investimento importante. Noi avevamo delle speranze ma la Russia ci ha riservato una sorpresa molto positiva – racconta Luca Barilla – va meglio di quanto immaginavamo e lo stabilimento inaugurato un anno e mezzo fa si sta avvicinando alla saturazione degli impianti per cui molto presto dovremo inserire altre due linee di produzione perché la domanda di pasta Barilla in Russia sta crescendo tantissimo”
Barilla nel 2016 punta a chiudere con una produzione locale di 27mila tonnellate, pari a 64 milioni di euro complessivi, in pratica il doppio rispetto alle 13.000 tonnellate che l’azienda esportava in Russia nel 2014 prima dell’apertura dello stabilimento.
Barbara Cassani
(fonte: agenzia Askanews)