Oliver Stone: il conflitto in Ucraina è colpa degli USA - Russia News / Новости России

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Pubblicato il Dicembre 8th, 2022 | Da Redazione Russia News

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Oliver Stone: il conflitto in Ucraina è colpa degli USA

Il regista americano Oliver Stone, autore nel 2017 del documentario con intervista al Presidente russo Vladimir Putin, da cui è stato tratto anche un volume che ne riporta i dialoghi e alcune scene escluse dal film in fase di montaggio, torna a parlare di Russia e Ucraina.

Lo fa attraverso una intervista al quotidiano serbo Politika, in cui non risparmia critiche all’amministrazione di Washington, sottolineando che “il conflitto in Ucraina è stato innescato da azioni deliberate di Washington che hanno portato Kiev a perdere il suo status neutrale nei confronti della Russia“.

Il regista stigmatizza l’atteggiamento occidentale secondo cui “i russi stanno attaccando”, invitando le persone a chiedersi chi sia il vero responsabile di questo scenario, a partire da otto anni fa. Stone infatti dichiara: “Cosa è successo lì nel Donbass dal 2014 e quante persone sono state sfollate lì perché gli Stati Uniti stavano armando pesantemente l’esercito ucraino. L’Ucraina non è stata più neutrale, era contro i russi. Ed è questo che ha sconvolto l’equilibrio dell’equipaggiamento militare ed è da lì che nasce la guerra. Come ogni cosa, ogni guerra ha una causa ed un effetto, ma non ci prestiamo ancora attenzione“.

Già direttore di film coraggiosi, quali JFK e Platoon, il cineasta dimostra ancora una volta di essere un professionista senza pregiudizi e attacca fortemente il proprio Paese in quanto pronto ad  condannare qualsiasi altro Stato che “oltrepassa la linea dell’ordine internazionale” mentre “gli Stati Uniti violano le regole quando vogliono“.

A tal proposito afferma che gli si chiede spesso del “caso Khashoggi” in cui era coinvolto il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (recentemente graziato da un giudice americano – N.d.A.), ma che a suo parere  il “caso Assange” sia molto più grave, dal momento che rischia, nella “democratica” America, una condanna fino a 175 anni di carcere solo per aver dimostrato, con prove inconfutabili, il vero volto dell’atlantismo.

Allora chi siamo noi per puntare il dito?” – chiede in merito Stone.

Forti anche le accuse a Joe Biden, considerato troppo belligerante e vicino all’establishment, che liquida con queste parole: “Il nonno si è rivelato molto pericoloso e ora sta gridando: ‘Uccidiamo i russi, ora è la nostra occasione’“, mettendone in mostra tutta l’inadeguatezza a ricoprire il ruolo di uomo più potente al mondo.

Julian Assange

Infine, alla domanda su quale speranza ci possa essere per gli Stati Uniti, il regista dichiara che per lui l’unica sarebbe l’emergere di un terzo partito, visto che sia i Repubblicani che i Democratici “lavorano e funzionano allo stesso modo e investono gli stessi soldi nell’industria militare“.

Senza timori e senza contraddizioni, il regista 76enne dimostra ancora una volta la sua indipendenza e la voglia di far emergere la verità, per quanto scomoda e rischiosa possa essere.

Difficile trovare un professionista così equilibrato in occidente.

Eva Bergamo

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