Pubblicato il Febbraio 7th, 2017 | Da Redazione
0OGM in Russia? Niet!
Il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, ha recentemente dichiarato di auspicare che il Paese diventi il primo esportatore mondiale di alimenti non OGM (GMO).
Parole supportate dai fatti: su direttiva del Cremlino, la Russia già da un po’ non produce e non importa alimenti che abbiano subito manipolazioni a livello genetico.
La chiusura totale del mercato ai frutti delle biotecnologie è il modo più efficace per impedirne la diffusione, vista ormai l’enorme propagazione e l’alta percentuale di contaminazione tra prodotti; questa della Russia rappresenta una scelta forte e a lungo termine redditizia, non solo economicamente, ma anche eticamente e moralmente. Si fa gran parlare di OGM negli ultimi anni, ma anche a livello scientifico ci sono pareri contrastanti sull’effettiva dannosità dei prodotti con genoma alterato; cosa che rende di conseguenza assai difficile una valutazione obiettiva e corretta da parte dei consumatori. In cosa consistono ormai è risaputo, si tratta infatti di Organismi Geneticamente Modificati in maniera artificiale, tramite tecniche di ingegneria genetica. In pratica, nei laboratori delle aziende produttrici si innestano fisicamente dei frammenti di DNA esterno nel genoma delle piante (ma anche degli animali), allo scopo di renderle più resistenti, più saporite, o addirittura curative.
Non sono considerati invece OGM quegli alimenti le cui mutazioni sono avvenute naturalmente, per via chimica o tramite radiazioni. I primi organismi così alterati risalgono agli anni 70, grazie alle ricerche di un microbiologo svizzero, che scopre come “tagliare e riaggiustare” pezzi di DNA tramite particolari enzimi, soprannominati forbici molecolari; una scoperta che apre la strada al mescolamento di patrimoni genetici tra loro differenti.
Chiarito quindi, seppur brevemente, l’argomento dal punto di vista scientifico, una piccola riflessione è d’obbligo. Chi difende questi esiti della tecnologia moderna, afferma che “qualche gene in più non crea problemi” e che tali coltivazioni mirate daranno la possibilità di sfamare più persone, soprattutto nei Paesi poveri, oltre a curare alcune malattie grazie all’inserimento di sostanze farmaceutiche negli alimenti. Tecnicamente potrebbero essere affermazioni corrette, ma, a parte gli alti costi di produzione, siamo in grado oggi di prevedere cosa potrebbe scatenare in futuro la massiccia ingestione di ibridi innaturali? Un esempio su tutti, le intolleranze e le allergie incrociate, che a volte scaturiscono tramite contaminazioni non volute, ma causate da contatto tra allergeni, che ovviamente in etichetta non compariranno. E soprattutto, qualora dovessimo scoprire la tossicità di tali sofisticazioni, saremmo in tempo per tornare alle origini, o sarà troppo tardi?
Uscendo dalla scienza e passando all’economia, un argomento che fa pensare è l’acquisizione, da parte del colosso chimico-farmaceutico tedesco Bayer, del maggior produttore di OGM statunitense, quella Monsanto, il cui fiore all’occhiello è la creazione di sementi resistenti al glifosato, un erbicida potenzialmente cancerogeno, prodotto dalla Monsanto stessa. Non che la Bayer si distingua per produzioni etiche, visto che molti dei suoi insetticidi si sono dimostrati altamente nocivi per la salute umana… Questo non è matematicamente sinonimo di malafede, ma lascia un certo, ragionevole, dubbio…
Anche alla luce di questi fatti appare molto lucido e coerente l’impegno di Putin per proteggere la salute dei suoi concittadini, producendo autonomamente più alimenti possibile, in modo ecologico e, senza dubbio, benefico. Il mercato interno si sta sviluppando sempre più efficacemente, grazie anche alle dibattute sanzioni imposte da USA e UE, che hanno indebolito molti Paesi europei, sortendo invece l’effetto contrario sull’economia russa, costituendo uno sprone per allargare i propri orizzonti economici anche dal punto di vista alimentare.
Sono quindi molto significative e condivisibili le parole del Presidente russo, che afferma: “Noi non solo siamo capaci di nutrirci grazie alle nostre terre e alle nostre riserve idriche, ma la Russia è in grado di diventare il più grande fornitore mondiale di cibo prodotto in maniera consapevole e di alta qualità, cosa che i produttori occidentali non sono in grado più di offrire, anche in considerazione del fatto che la richiesta di cibo è in continua crescita““. Ineccepibile.
Eva Bergamo