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Pubblicato il Giugno 1st, 2020 | Da Redazione Russia News

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Nikolay Karpol: la leggenda dell’orso ululante pronta per il Guinness dei Primati

Ekaterinburg – Sabato 14 marzo 2020, semifinale d’andata dei play off. La formazione padrona di casa, l’Uralochka-NTMK Ekaterinburg, trascinata in campo dai 31 punti messi a segno da Kseniia Parubets (che sarà eletta miglior giocatrice della stagione), supera in rimonta 3 a 1 (23-25, 26-24, 25-22, 28-26) le rivali della Lokomotiv Kaliningrad, in un match tirato, guadagnandosi un piccolo vantaggio in vista della gara di ritorno in trasferta che deciderà quale delle due formazioni potrà accedere alle finali per giocarsi il titolo di Campione di Russia. Peccato che non ci sarà nessuna gara di ritorno, perché l’emergrenza generata dalla diffusione del Covid-19 costringerà la Federazione Russa di Pallavolo a sospendere il Campionato, decretandone la classifica finale sulla base dei risultati raggiunti al termine della Regular Season, conclusasi qualche settimana prima. La stagione dell’Uralochka si chiude quindi al terzo posto (dopo un’appassionante testa a testa che l’ha vista a lungo in vetta con la Lokomotiv Kaliningrad, prima di essere scavalcata dalla Dinamo Kazan), che vale la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Un ottimo risultato per la storica formazione di Ekaterinburg (principale centro industriale e culturale della regione degli Urali che tra il 1924 ed il 1991 prese il nome Sverdlovsk) e per il suo allenatore, il leggendario Karpol (eletto dai tifosi russi miglior coach dell’anno), che su quella panchina siede ininterrottamente dal 1969. 

Nikolay Vasilyevich Karpol, 82 anni da poco compiuti (è nato infatti a Bereznitsa – oggi in Bielorussia, allora polacca e poi annessa all’URSS – il primo maggio del 1938) è noto agli appassionati di pallavolo come “l’orso ululante”, soprannome dovuto alle sue famose urla, specialmente nei time out. Tra i discorsi rimasti celebri, restano impresse le parole urlate alle giocatrici dell’URSS durante la finale delle Olimpiadi di Seul del 1988. Sotto due set a zero contro il Perù (e 12 – 6 nel terzo parziale), le ragazze sovietiche riuscirono a ribaltare il punteggio (dando vita ad una delle rimonte più incredibili nella storia di questo sport) imponendosi 3 a 2 e conquistando così la medaglia d’oro. Karpol aveva già guidato l’Unione Sovietica al trionfo di Mosca nel 1980, condurrà la CSI alla medaglia d’argento a Barcellona nel 1992, ed ancora la Russia ad altri due argenti a Sydney nel 2000 e ad Atene nel 2004. Senza dimenticare il successo ai Campionati Mondiali del 1990, i 6 trionfi ai Campionati Europei (1979, 1991, 1993, 1997, 1999, 2001), i 3 al World Grand Prix (1997, 1999, 2002) e tanti altri podi nelle varie manifestazioni internazionali. Ma prima, durante e dopo la Nazionale, c’è stato, c’è e ci sarà il Club. Karpol ha guidato l’Uralochka-NTMK Ekaterinburg alla conquista di 25 titoli in Campionato (11 volte in quello sovietico, 14 volte in quello russo), 3 Coppe dell’Unione Sovietica, 1 Coppa delle Coppe (1986) e ben 8 Coppe dei Campioni (1981, 1982, 1983, 1987, 1989, 1990, 1994, 1995).  

Non stupisce quindi che la scorsa estate, all’esterno del Palazzetto dello Sport di Ekaterinburg, sia sorto un monumento dedicato all’Uralochka che rappresenta alcune giocatrici in azione e, alle loro spalle, lo storico allenatore. Un anno prima (nell’aprile del 2018), Vladimir Putin aveva insignito Karpol del titolo di “Eroe del Lavoro”, con queste parole: “… Anche le persone che non seguono molto da vicino lo sport conoscono il nome di Nikolay Vasilyevich Karpol. È l’allenatore di pallavolo più famoso al mondo e l’allenatore russo più decorato in tutti gli sport di squadra. Nikolay Vasilyevich ha regalato emozioni brillanti ed indimenticabili a più di una generazione di tifosi. Impersona la vittoria stessa, ispira fiducia ai supporter della Pallavolo, soprattutto ai giovani. Nikolay Vasilyevich ha cresciuto molte campionesse. Con la sua energia, il suo carattere, le sue parole, sa come creare una vera squadra, motivare le persone al raggiungimento di un obiettivo comune. E questa è la chiave del successo”.

Cresciuto durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo la tragica scomparsa del padre e la malattia della madre, Karpol è stato allevato dai nonni. Trasferitosi negli Urali nel 1956 per completare la sua formazione, inizia a lavorare come insegnante al liceo di matematica, fisica ed astronomia. Nel 1966 contribuisce alla fondazione dell’Uralochka, di cui tre anni dopo prenderà le redini. Tra le giocatrici della squadra c’è Galina Duvanova, che diventerà sua moglie. Nel 1993 perde il figlio e la nuora in un incidente d’auto, prendendosi cura di crescere il nipote Mikhail, oggi suo assistente all’Uralochka. Criticato talvolta per i suoi metodi duri, ha sempre risposto evidenziando la funzione pedagogica del suo lavoro, sentendosi sempre prima un insegnante che un allenatore e vantandosi di aver formato delle ragazze a diventare donne, prima che giocatrici. Schietto e concreto, se gli facevano notare la poca fantasia di gioco espressa dalle sue formazioni rispondeva di aver lavorato al meglio con quello che aveva a disposizione. E con lo stesso pragmatismo, pur rimpiangendo le vecchie regole (ovvero quelle precedente all’introduzione del Rally Point System), non ha mancato di sottolineare come la pallavolo di oggi sia riuscita ad attrarre una maggiore attenzione mediatica. Irina Kirillova, forse la miglior palleggiatrice di sempre, ha detto che senza Karpol la pallavolo russa non avrebbe mai raggiunto certe aletezze e, dal 2009, il tecnico è ufficialmente entrato nella Hall of Fame della Pallavolo. Lui, intanto, non ha ancora voglia di smettere ed ha annunciato che allenerà anche la prossima stagione. Sarebbe la 52esima sulla stessa panchina: un record assoluto che lo ha visto già scavalcare lo statunitense Connie Mack (che si sedette dal 1901 al 1950 sulla panchina della squadra di baseball dei Philadhelphia Athletics). Un dato da certificare, ed è per questo che il presidente della Federazione Russa di Pallavolo, Stanislav Shevchenko, una volta raccolta la documentazione necessaria, inoltrerà domanda per il riconoscimento del primato tra i Guinness World Records.

Stefano Tardi

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