ITA-RUS

Pubblicato il Febbraio 15th, 2018 | Da Redazione Russia News

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LA DIPLOMAZIA DEL BUSINESS NELLE RELAZIONI STRATEGICHE TRA EUROPA ED AREA EURASIATICA

Milano – Il ruolo strategico dell’Italia e della Russia nelle relazioni politiche e economiche tra l’Europa e l’Eurasia e la cooperazione industriale e finanziaria tra i due Paesi, sono stati al centro del 6° seminario italo-russo che si è tenuto oggi nel capoluogo lombardo. La diplomazia del business, è emerso durante i lavori che hanno caratterizzato l’incontro, il percorso da seguire anche nei prossimi mesi, in attesa delle decisioni che verranno prese a giugno, a proposito della spinosa e controversa questione delle sanzioni verso la Russia.

All’evento organizzato dal Consolato Generale della Federazione Russa, Conoscere Eurasia, Roscongress, Forum economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e Pavia e Ansaldo Studio Legale hanno preso parte Tatiana Valovaya, ministro dell’integrazione e della macro economia della Commissione economica eurasiatica; Alexander Nurizade, Console generale della Federazione Russa a Milano; Mauro Micillo, Responsabile Divisione Corporate e Investment Banking di Intesa Sanpaolo e Amministratore Delegato di Banca IMI; l’onorevole Giancarlo GiorgettiAntonio Fallico, presidente Banca Intesa Russia e presidente Associazione Conoscere Eurasia; Igor Karavaev, presidente Rappresentanza commerciale della Federazione Russa in Italia; Daniela Mainini, consigliere regionale Lombardia; Marinella Loddo, direttore ICE -Milano; Sergei Komlev, capo Direzione per la strutturazione dei contratti e della formazione dei prezzi, Gazprom Export; Alberto Ribolla, vicepresidente Siirtec NigiS.p.A.; Konstantin Simonov,general director National Energy Security FundAndrea Clavarino, chairman  & ceo Coeclerici Logistics S.p.A.; Stefania Radoccia, Ernst&Young; Aimone Di Savoia Aosta, responsabile Pirelli Tyre Russia; Elena Grimaylo, Direttore finanziamenti e crediti Banca Intesa Russia; Valeriy Vaisberg, responsabile Ricerche GK Region (Analisi del mercato russo in campo farmaceutico e delle apparecchiature medicinali); Maria Grazia Pravettoni, export manager Betafarma Spa; Elena Popova, senior Director AIPM (Association of International Pharmaceutical Manufacturers); Sergio Forelli, partner Studio Legale Pavia e Ansaldo Mosca.

I lavori sono iniziati, con l’analisi del ruolo strategico dell’Italia e della Russia nelle relazioni politiche e economiche tra l’Europa e l’Eurasia. A fare gli onori di casa, il presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere EURASIA, Antonio Fallico che si è detto fiducioso sul fatto che “presto Germania, Francia e Stati Uniti possano affiancarsi all’Italia nel processo di riavvicinamento alla Russia, nell’ottica di una maggiore cooperazione internazionale. L’Italia torna a puntare sulla Russia e chiude il 2017 con un export prossimo agli 8 miliardi di euro, in aumento del 19,3% sull’anno precedente. Dopo il biennio nero 2015-2016 il valore delle esportazioni raggiunge il segno positivo e cresce grazie, soprattutto, alla reazione della diplomazia del business italiano che ha ripreso la rotta verso Mosca nonostante il continuo inasprimento dei toni e della tensione geopolitica. I dati dell’export, relativi al 2017, parlano di un incremento delle relazioni economiche fra i nostri paesi in diversi settori chiave. Siamo però ancora lontani dal recuperare le perdite accumulate, in questi ultimi anni di grave recessione, delle relazioni economiche tra i due Paesi. Oggi, infatti al nostro export mancano circa 2,7 miliardi di euro per riallinearsi al valore massimo pre-sanzioni raggiunto nel 2013, quando le vendite made in Italy in Russia raggiunsero i 10,7 miliardi di euro”.

Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia in occasione del VI seminario italo russo di Milano, la Lombardia guida l’export italiano verso la Russia confermandosi, così, prima regione italiana per valore. Nei primi 3 trimestri del 2017, infatti, le vendite hanno superato 1,7 miliardi di euro (+30,4%), con un saldo commerciale positivo di quasi 626 milioni di euro. A trainare la performance lombarda è il settore manifatturiero che complessivamente segna un +30%. Tra i vari comparti in ripresa spiccano quello della farmaceutica (+34%), dei macchinari (+46%) e del tessile (+16%).

“Anche i dati del PIL russo – ha poi proseguito Fallico – sono incoraggianti ed a ciò va aggiunto l’incremento dell’indice di innovazione tecnologica e una serie di iniziative circolari volte a stimolare ulteriormente la produttività. Voglio poi sottolineare l’importanza della Lombardia nel processo di internazionalizzazione verso la Russia che può essere ulteriormente ampliato, anche se gli ultimi dati sono davvero incoraggianti. Oggi constatiamo un’inversione di tendenza – ha concluso il presidente di Banca Intesa Russia e di Conoscere Eurasia – le opportunità di business tra i due Paesi si sono intensificate e le imprese italiane stanno lavorando per riconquistare quote di mercato in questo Paese strategico”.

“I rapporti fra Italia e Russia – ha aggiunto il console Nurizadesono sempre stati molto forti ed attualmente sono ottimi, nonostante gli ostacoli di natura economica che ben conosciamo. Occorrono in tal senso però non più parole, ma fatti perché le sanzioni non stanno favorendo nessuno. Le relazioni fra i nostri paesi comunque stanno andando avanti ed anche la cultura riveste un’enorme importanza nel loro sviluppo: l’iniziativa delle “Stagioni Russe” che si svolgerà nei prossimi mesi in molte città italiane, contribuirà non poco ad incentivarle”.

Sul ruolo che assumerà la politica, in merito all’annosa questione delle sanzioni il deputato Giancarlo Giorgetti ha sottolineato come “l’interesse nazionale debba sempre e comunque prevalere, sopra ogni cosa. In merito a questo regime commerciale restrittivo, non solo si è rivelato dannoso per le nostre imprese ma paradossalmente non permetterà neppure di raggiungere l’obiettivo, per il quale è stato introdotto perché non credo proprio che la Russia recederà dalle proprie posizioni. Molto dipenderà da ciò che nei prossimi mesi decideranno di fare Germania (che ha un ruolo guida nel contesto europeo e di cui l’Italia è diventata in questi ultimi anni un suo subfornitore) e Stati Uniti, con il Presidente Trump cui auspichiamo una ripresa delle relazioni con il proprio omologo russo, Putin”.

La seconda parte dell’incontro ha avuto quale oggetto la cooperazione economica, industriale e finanziaria fra i due paesi. Sull’evoluzione di questi aspetti, Igor Karavaev, rappresentante commerciale della Federazione Russa in Italia ha fatto il punto della situazione. “Siamo testimoni – ha esordito Karavaev – di una dinamica nel complesso positiva, nonostante l’atteggiamento visibilmente ostile di alcuni paesi con le sanzioni comminate alla Russia, a partire dal 2014. Nonostante ciò, i rapporti fra l’Italia ed il nostro paese non si sono arenati e in tal senso abbiamo posto in essere una serie di iniziative per stimolare gli investimenti nel territorio della Federazione. Con il “Made with Italy”, molte imprese italiane hanno deciso di venire in Russia e questo ci ha permesso di incrementare ad esempio la nostra produzione di pompe idrauliche. Ma non solo. Alcuni produttori italiani hanno avviato sul nostro territorio allevamenti di pollo, tacchino ed addirittura struzzo grazie ad una serie di misure come le 26 zone economiche speciali, non ancora adeguatamente sfruttate dagli imprenditori italiani probabilmente perché poco e male informati. Poi abbiamo i territori a sviluppo accelerato come la Siberia, in cui il regime fiscale è particolarmente attraente. Infine, un altro strumento che va citato è rappresentato dai contratti speciali di investimento, che prevedono l’erogazione di sussidi ed anche una serie di agevolazioni fiscali, se parliamo di produzioni che non esistono ancora in Russia. Infine, per quello che riguarda le esportazioni del nostro paese lo scorso anno sono state di 167,6 miliardi di dollari con una certa prevalenza delle materie prime (65,8%), mentre va certamente migliorata quella del settore manifatturiero (34,2%)”.

Sul deleterio fenomeno della contraffazione si è incentrato l’intervento di Daniela Mainini, mentre il Direttore Generale dell’ITA Marinella Loddo ha snocciolato una serie di dati sui settori che maggiormente hanno sviluppato le esportazioni verso la Russia. “Le imprese italiane hanno incrementato scambi e collaborazione con la Russia con nuove modalità – ha rilevato – e questo ci permette di essere nelle prime posizioni fra i paesi che con la Federazione Russa hanno la maggiore quota di interscambio. Quest’anno abbiamo in programma oltre 100 iniziative che riguarderanno non solo le imprese italiane, ma anche quelle russe interessate ad investire in Italia. Come ITA, daremo il massimo sostegno ed il nostro contributo affinché i produttori del nostro paese possano trovare nuove opportunità di business”

Sergey Komlev della Gazprom Export, si è occupato dell’andamento della produzione di gas naturale e della sua domanda da parte del nostro paese che è “destinata a crescere anche nei prossimi anni, nonostante l’incremento delle fonti rinnovabili per le quali i consumatori pagano prezzi elevati, a causa dei sussidi e delle agevolazioni fiscali che sono stati erogati. Le previsioni ci dicono che, nonostante una riduzione del consumo gas naturale entro il 2030, non cambieranno i nostri rapporti di interscambio per questa materia prima. La componente trasporto nella produzione di gas in Italia ha a che fare con il gasdotto che finisce a Tarvisio, ovvero la pipeline della TAG che proviene dall’Austria. Quanto accaduto lì lo scorso dicembre, ci ha portato rivedere le modalità con cui far arrivare il gas russo nel vostro paese”.

Un invito ad andare oltre la politica, lo ha rivolto Konstantin Simonov, Direttore Generale della National Energy Security Fund che ha evidenziato le difficoltà ancora esistenti per il settore energetico, a causa delle sanzioni, sottolineando come “di questa situazione abbia alla fine beneficiato la Cina con cui abbiamo incrementato gli scambi negli ultimi anni. Se consideriamo gli 8,6 miliardi di dollari di quota esportazione di prodotti energetici in Italia, notiamo come si tratti di una cifra che si è comunque ridotta rispetto al 2013. Il paese più diversificato dal punto di vista delle fonti di approvvigionamento è l’Italia, e ciò ha comportato un aumento selvaggio dei prezzi soprattutto dei contratti spot con cui sono stati troncati i rapporti con i vecchi fornitori che garantivano affidabilità e qualità. Nel momento in cui, avete necessità di gas e la domanda eccede l’offerta, non sapete più dove andarlo a prendere. Il Southern Stream doveva essere concluso entro il 2019, con il collegamento fra le rive del Mar Nero e l’Italia, bypassando l’Austria. Poteva essere un’idea, ma non si è fatto più niente in tal senso. In questo nuovo contesto che si è venuto a creare, ci chiediamo anche dov’è il gas dell’Azerbaijan e perché il Southern Stream di cui accennavo in precedenza non è stato mai completato. In Italia, ci sono i terminali per la rigassificazione del gas liquido e ciò è davvero inspiegabile. Non possono essere buttati via – ha poi concluso – oltre 50 anni di storia di forniture di risorse energetiche fra i nostri paesi, e perciò invito gli attori di questo settore ad andare oltre la politica”.

Nell’ultima parte del seminario, focus puntato sul settore sanitario e farmaceutico in particolare, che si è rivelato essere uno dei più toccati dagli investimenti da parte delle autorità russe. “La quota degli investimenti nella farmaceutica – ha confermato Valeriy Vaisberg, Responsabile Ricerche della Region Investment Groupsi è legata alla crescita della domanda, soprattutto di medicinali non costosi. L’Italia è il terzo paese da cui importiamo farmaci e grazie alle procurement statali, i cosiddetti salvavita sono diventati oggetto di massicci interventi da parte del nostro governo che in questi ultimi anni ha stanziato ingenti fondi. In merito ai progetti in atto, segnalo quelli sulla cardiologia e sulle protesi ortopediche. Ci aspettiamo nei prossimi 4-5 anni un incremento degli investimenti sia nella produzione di farmaci che di dispositivi medicali, anche se in aree come quella di San Pietroburgo sono presenti già alcune realtà che se ne occupano”.

Particolarmente significativa infine la testimonianza di Maria Grazia Pravettoni, Export Manager della Betafarma, PMI specializzata in apparecchiature mediche, prodotti per l’igiene orale e dermocosmesi e che da oltre 20 anni è presente in Russia. “La politica dei piccoli passi – ha affermato – e la qualità delle produzioni e delle collaborazioni, sono state le armi vincenti che ci hanno permesso di penetrare in questo particolare mercato. Siamo inizialmente partiti vendendo i nostri prodotti in Russia per poi puntare al soddisfacimento delle esigenze del cliente, a causa dell’introduzione delle sanzioni. Nel corso degli anni siamo riusciti ad entrare anche in mercati limitrofi come Bielorussia, Azerbaijan e Kazakhstan, con valori fondati sulla pazienza e soprattutto sul rispetto della persona”.

Hanno concluso i lavori le riflessioni di Sergio Forelli partner dello Studio Legale “Pavia e Ansaldo” che ha criticato il recente provvedimento posto con cui è stata limitata la libertà individuale da parte degli Stati Uniti e che è stato esteso anche ad altri paesi. “Faccio davvero fatica a comprenderla – ha evidenziato – perché siamo in presenza di un atto unilaterale preso da un solo paese e senza che si sia passati magari attraverso una decisione ragionata e ponderata da parte dell’ONU. L’auspicio naturalmente è che lo stato delle relazioni possa in futuro migliorare, anche se provvedimenti del genere lasciano davvero perplessi”.

Francesco Montanino









 

 

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