Pubblicato il Aprile 19th, 2022 | Da Redazione Russia News
0Israele conferma la presenza di neonazisti in Ucraina e accusa il Canada
Il Centro Simon Wiesenthal, organizzazione per i diritti umani nata negli anni ’70 in Israele, attualmente accreditata presso le Nazioni Unite, l’UNESCO e il Consiglio d’Europa, smonta le menzogne dei molti media mainstream che affermano con certezza non esserci formazioni di ideologia nazista presso il regime di Kiev.
Efraim Zuroff, componente dell’organizzazione che si occupa di ricordare l’Olocausto e scovare i crimini di guerra nazisti, nonché uno dei più attivi “nazi-hunter”, si è così espresso la settimana scorsa in un’intervista al giornale Ottawa Citizen: “non c’è dubbio che ci sono neonazisti in diverse forme in Ucraina, sia nel reggimento Azov che in altre organizzazioni“.
Il ricercatore conferma quindi ciò che molti sanno e altri fingono di non sapere, e dà quindi indirettamente ragione anche al nostro giornale, che ha più volte riportato come in Ucraina siano attivi e ben integrati nell’esercito regolare membri dei gruppi ammiratori di Stepan Bandera, tra cui Azov, Aidar, C14, Pravyj Sector.
Ma Zuroff si scaglia anche contro l’Occidente, in particolare con il Governo canadese e il suo esercito, reo di aver addestrato le truppe banderiste in Ucraina, affermando che il Canada non è riuscito a monitorare adeguatamente il proprio programma di addestramento militare. Queste le sue parole: “Il governo canadese non ha fatto la sua dovuta diligenza“, sottolineando la necessità di “sapere esattamente chi stanno addestrando“.
Tirocinio avvenuto nel novembre 2020, e confermato dal canale Radio Canada in un servizio dove sostiene che il personale militare canadese ha addestrato sia membri del reggimento di estrema destra Azov, sia almeno un soldato ucraino che sfoggiava lo stemma di un’unità delle SS naziste della seconda guerra mondiale.
Le forze armate del paese negano la propria responsabilità in queste operazioni, affermando che non avevano l’obbligo di essere completamente certi del background dei soldati che hanno addestrato in Ucraina. Secondo l’esercito, “tutti i militari canadesi che addestrano le truppe ucraine hanno ricevuto informazioni per aiutarli a riconoscere le toppe e le insegne associate all’estremismo di destra, ma è l’Ucraina stessa ad essere responsabile del controllo del proprio personale“.
Dichiarazioni che hanno il sapore di un maldestro tentativo di arrampicata sugli specchi, a cui si aggiunge la negazione totale di aver addestrato componenti di Azov; cosa che appare francamente fuori luogo in quanto fonti della Difesa hanno riconosciuto che lo stemma indossato dal soldato ucraino nelle foto militari canadesi è l’insegna dell’unità SS dell’Ucraina che ha combattuto per i nazisti. Altre immagini mostrano truppe ucraine con insegne legate proprio ad Azov.
L’unità Azov, elevata a status di Reggimento dal 2015, è stata precedentemente incorporata nell’esercito ucraino, ma le sue connessioni con l’estrema destra sono state riconosciute da tempo.
Nel 2017, la Joint Task Force Ukraine del Canada ha prodotto anche un reportage, riconoscendone i legami con l’ideologia nazista. “Diversi membri dell’Azov si sono descritti come nazisti“, hanno avvertito gli ufficiali canadesi nel loro briefing.
Nel 2018, il Congresso USA ha vietato l’uso di fondi statunitensi per fornire armi, formazione e altra assistenza ad Azov a causa dei suoi legami con l’estrema destra e i neonazisti. Le Nazioni Unite e Amnesty International hanno accusato l’unità di violazioni dei diritti umani.
Ad oggi, tutte queste risoluzioni sembrano essere state bypassate a causa della crescente russofobia occidentale, e molti politici, militari, giornalisti hanno sposato la versione dei “valorosi combattenti che resistono al cattivo invasore”.
Alcuni gruppi ebraici hanno osservato con preoccupazione come i giornalisti abbiano lodato l’unità o trovato scuse per le sue azioni, sottolineando che ci sono solo pochi neonazisti nell’organizzazione. La Public Security Intelligence Agency del Giappone ha addirittura riferito di aver rimosso Azov dalla sua lista di terroristi internazionali.
Tuttavia, le simpatie di estrema destra di alcune unità militari ucraine hanno dimostrato di essere un problema. La NATO ha recentemente usato Twitter per evidenziare la presenza femminile nell’esercito ucraino, ma ha dovuto rimuovere il post dopo che gli utenti del social hanno sottolineato che le donne raffigurate indossavano insegne naziste.
C’è chi proprio non si rassegna all’evidenza delle molte prove fotografiche e valica il confine del ridicolo, affermando che le accuse contro questi battaglioni siano mera propaganda russa. Affermazione che Zuroff respinge così al mittente: “Non è propaganda russa, tutt’altro. Queste persone sono neonazisti. C’è un elemento di ultradestra in Ucraina ed è assurdo ignorarlo“.
Nel giugno 2018, funzionari e militari canadesi hanno incontrato i leader di Azov; nonostante sapessero dei legami neonazisti, i funzionari non hanno denunciato il gruppo. Ciò che invece li ha preoccupati, secondo i documenti della Difesa Nazionale, era il fatto che i media avrebbero esposto i dettagli dell’incontro. I canadesi si sono anche fatti fotografare con i membri dell’unità, che Azov ha poi usato per i suoi scopi propagandistici.
Questo è l’Occidente liberale, che si permette di accusare la Russia tramite menzogne mentre soffia sul fuoco di un conflitto che non viene correttamente spiegato ai cittadini, esaltando a parole il valore della pace mentre si arma e si addestra il vero aggressore, che ha iniziato il genocidio del popolo russofono in Donbass ben otto anni fa e che oggi sta mandando al massacro la propria gente con la complicità della NATO.
Non una parola, da parte dei filo atlantisti, sugli oltre 30 laboratori di armi biologiche disseminati sul territorio del paese guidato da Zelensky e tantomeno sulla presenza di molti ufficiali occidentali e addestratori NATO nascosti sotto i tunnel dell’acciaieria Azovstal di Mariupol, molti dei quali sono stati arrestati e si trovano attualmente sotto custodia dell’esercito russo.
Credits: le foto dell’esercito canadese appartengono a Radio Canada
Eva Bergamo