Pubblicato il Luglio 14th, 2023 | Da Redazione Russia News
0Il voto pilatesco del Parlamento Europeo
Nonostante l’Europarlamento abbia votato a favore del regolamento proposto da Bruxelles, l’assemblea, a maggioranza centro destra, su richiesta delle associazioni di categoria tra cui Coldiretti, ha bocciato gli articoli che riguardano la ricostituzione delle zone verdi in aree agricole.
Nello specifico, sono stati approvati gli emendamenti che annullano l’articolo 9, sulle misure a protezione degli insetti impollinatori e sugli impegni misurabili per il ripristino delle aree verdi nelle zone agricole.
Rimangono inalterati invece gli obiettivi relativi ai centri urbani, per aumentarne gli spazi verdi e quelli per la rimozione delle barriere fluviali per arrivare a 25mila km di fiumi a flusso libero entro il 2030.
Delusione per gli ambientalisti e vittoria per le associazioni che sostengono l’industria di settore tra cui Coldiretti e Copa-Cogeca, che rappresentano gli imprenditori italiani ed europei e che avevano manifestato proprio contro le “ingerenze” della normativa futura sulla gestione dei terreni agricoli.
L’amarezza degli ecologisti è percepibile nelle parole di Franco Ferroni, responsabile agricoltura del WWF Italia, secondo cui l’abolito articolo 9 prevedeva di istituire degli strumenti di misurazione che evidentemente creavano fastidio all’agroindustia.
Ferroni spiega alla stampa che: “Il ripristino della natura negli agroecosistemi aveva come indicatori l’andamento delle popolazioni di uccelli negli ambienti agricoli, il carbonio nel suolo e la presenza di infrastrutture verdi nelle aziende agricole, che secondo la strategia UE per la biodiversità dovrebbe essere il 10% delle aree agricole entro il 2030. Su questi indicatori Copa-Cogeca ha alzato le barricate ottenendo alla fine lo stralcio dell’articolo 9 del regolamento“.
Del tenore opposto sono invece le parole dell’amministratore delegato di Filiera Italia, Luigi Scordamaglia, veterinario famoso per le sue ospitate in Tv soprattutto quando c’era da saccentare in merito alle restrizioni antivirus.
Dopo il voto di Strasburgo, questa la sua dichiarazione: “Alla fine, tramite emendamenti sono stati apportati notevoli miglioramenti sui punti più critici da noi sin dall’inizio segnalati nella proposta di regolamento per il ripristino della natura“.
Calca quindi ancora di più la mano, affermando che: “la salvaguardia del territorio e della biodiversità si fa con la lotta all’omologazione delle produzioni e non smantellando filiere produttive essenziali“.
Parole che, francamente, suonano un po’ vuote, soprattutto se pensiamo che nella fondazione da lui rappresentata trovano posto industrie sulle quali pesano sospetti di poca attenzione all’ecologia e al benessere animale, umano e ambientale, quali Aia, Montana, McDonald’s, Fileni (il cui recente scandalo mette a rischio la sua certificazione bio), oltre a colossi dell’energia quali Eni ed Enel.
Quindi, quando si parla di ecologia e rispetto per la natura, dovremmo fidarci di questi soggetti? O sarebbe meglio mandarli letteralmente a zappare la terra, naturalmente dopo aver pagato i danni?
Eva Bergamo