Pubblicato il Maggio 22nd, 2022 | Da Redazione Russia News
0Il Parlamento italiano usa il conflitto ucraino per sdoganare gli OGM
Ancora una volta le istituzioni italiane sfruttano scenari manipolati mediaticamente per introdurre nuovi provvedimenti che vanno contro la salute pubblica ed espongono al ruolo di cavie gli sprovveduti cittadini.
Lo schema è sempre lo stesso, si crea il problema (vero o falso che sia) e poi si introduce la soluzione che, guarda caso, era già bell’e pronta.
Stavolta il caso è costituito dal conflitto in Ucraina e dalle conseguenti problematiche di approvvigionamento, che dipendono esclusivamente dalle sanzioni imposte a Mosca dalla UE, a cui conseguono evidenti difficoltà nel far arrivare materie prime e derrate alimentari in occidente. Non solo gas e petrolio quindi, ma anche fertilizzanti, mais e soprattutto grano.
In Italia le importazioni dalla Federazione Russa hanno generato nei primi 9 mesi del 2021 un flusso in entrata pari al 3% del globale, con un valore di oltre 10.000 milioni di Euro.
Va da sé che la mancanza dei prodotti russi può creare grossi problemi di rifornimenti nei negozi non solo in Italia, ma in tutta Europa, come ha avuto modo di ribadire più volte nei giorni scorsi il Presidente francese Macron.
Già ne vediamo le conseguenze con incremento dei prezzi di pasta e olio di semi; aumenti che però sono al momento assolutamente ingiustificati, in quanto molti articoli sugli scaffali dichiarano in etichetta l’origine italiana delle materie prime. Qui c’è chiaramente un raggiro ai danni dei consumatori.
Ma queste manovre fanno senza dubbio parte del piano più ampio che mira a produrre contemporaneamente sentimenti di rabbia e di panico nella popolazione; lo scopo è quello di alimentare l’impulso russofobo da una parte e di creare paura per il proprio sostentamento dall’altra.
Per quanto riguarda il primo fine, possiamo già dire che non solo è miseramente fallito, in quanto la gente ha ben capito a chi attribuire la colpa di questa situazione, ma ha addirittura aumentato la simpatia dei cittadini italiani verso la Russia e il suo popolo, grazie al carisma e alla lungimiranza politica del Presidente Putin, il cui consenso interno (e non solo) continua ad aumentare.
Per quanto riguarda il timore di non avere cibo a sufficienza, le circostanze, agevolate dalla propaganda, stanno creando le basi per arrivare a quello che si prospetta nel futuro agroalimentare del mondo occidentale: l’utilizzo dei famigerati generi alimentari geneticamente modificati, attualmente vietati in tutta l’Unione Europea.
In questo contesto poteva non essere l’Italia apripista pro OGM? Ovviamente no: è infatti dell’11 maggio scorso l’approvazione da parte della Camera dei Deputati di alcune mozioni volte a chiedere al Governo misure urgenti per affrontare le conseguenze della “guerra” provocata dal regime di Kiev.
Nel pacchetto compare la richiesta di intervenire sul settore agricolo e “… ricorrere alle nuove tecnologie genetiche dedicate alle piante per aumentarne, in sicurezza, la produttività.“
La genialata che salta immediatamente all’occhio sta nel non utilizzare la parola OGM, sostituita a livello internazionale dall’acronimo NBT (New Breeding Techniques), che nella nostra lingua diventa TEA (Tecnologie di Evoluzione Assistita).
Infatti nella mozione parlamentare si legge “Ci si riferisce, in particolare, alle Tea – Tecnologie di evoluzione assistita – che riproducono i risultati dell’evoluzione biologica naturale per migliorare la resistenza delle piante alle malattie e ai parassiti e ne aumentano la produttività, velocizzando i processi che avvengono comunque in modo naturale”.
Purtroppo non è sufficiente cambiare denominazione utilizzando parole che dolcificano l’amara realtà, perché alla fine il contenuto rimane quello, cioè l’utilizzo di tecniche di laboratorio per manipolare il genoma delle piante, con conseguenze di cui ancora non siamo pienamente a conoscenza, anche perché studi approfonditi non vengono autorizzati e già questo fa insospettire.
Continuando a sfogliare il testo del provvedimento, possiamo infatti renderci conto di dove vogliono arrivare: “… adottare iniziative per sviluppare, promuovere e incentivare …. nuove tecnologie applicabili in agricoltura per il miglioramento genetico basate, ad esempio, su cisgenesi e genome editing, … e, dunque, a promuovere iniziative normative che consentano il pieno sviluppo delle tecnologie di evoluzione assistita (TEA), anche con il coinvolgimento degli istituti di ricerca nazionali e delle istituzioni universitarie”.
Ricordiamo che al momento sia la legislazione italiana che le normative europee vietano il ricorso non solo alle prime tipologie, ma anche a questi organismi, definiti “nuovi OGM” .
La Direttiva UE in particolare, grazie anche alla sentenza della Corte di Giustizia Europea del luglio 2018, comprende nel divieto gli organismi ottenuti tramite le nuove tecniche di creazione varietale (quelli definiti NBT/ TEA), considerandoli OGM a tutti gli effetti e obbligandoli a valutazione preventiva del rischio, tracciabilità ed etichettatura.
In pratica stiamo andando contro le nostre stesse Leggi, non per migliorare le condizioni dei cittadini, ma per fare l’ennesimo favore alle multinazionali. Non a caso, poco tempo fa la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, dalla quale stiamo ancora aspettando spiegazioni sui suoi poco chiari legami con Big Pharma, aveva aperto la prima finestra di Overton, paventando il ricorso agli OGM come soluzione per risolvere il problema della carenza di cibo.
Fortunatamente, nel nostro paese queste maldestre manovre non sono passate del tutto inosservate e hanno scatenato una dura reazione da parte della Coalizione Italia libera da OGM, composta tra l’altro da operatori dei settori agroalimentare, biologico, biodinamico e ambientale.
Le associazioni che fanno capo alla Coalizione, mettono quindi in guardia il Governo e il Parlamento “dal dare seguito alle richieste contenute negli atti proposti alla Camera, per evitare la distruzione di un’agricoltura libera da OGM che garantisce prodotti di qualità superiore e maggiore tutela degli ecosistemi“.
Il mancato rispetto delle normative attualmente in vigore, rischierebbe di produrre infatti gravi danni all’agricoltura del Belpaese, soprattutto nel settore biologico e biodinamico, fiore all’occhiello delle nostre tipicità alimentari, e favorirebbe al contrario le solite multinazionali che dominano il mercato mondiale, già in possesso della quasi totalità dei brevetti necessari allo sviluppo dei nuovi OGM.
Il grano russo era per noi prezioso, essendo totalmente naturale, visto che da molti anni il Cremlino ha severamente vietato manipolazioni di ogni tipo e il mercato della Russia è totalmente chiuso ai frutti delle biotecnologie, in maniera tale da impedire qualsiasi contaminazione pericolosa. Magari questo è proprio uno dei motivi che spiegano l’accanimento sanzionatorio della UE…
Facciamo infine presente il fatto che la maggior parte dei consumatori al giorno d’oggi è ben informata e pretende di sapere esattamente cosa mette nel piatto, tramite un’etichettatura chiara e trasparente che permetta di poter conoscere, e quindi scegliere con la massima consapevolezza come nutrirsi, scartando a priori i famigerati OGM e i loro potenziali danni alla salute e all’ambiente.
Eva Bergamo