Il Punto

Pubblicato il Giugno 16th, 2017 | Da Redazione

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IL CALIFFO NON C’E’ PIU’… FORSE

In questi giorni si susseguono senza sosta le notizie riguardanti la morte del leader dell’Is ( Isis o Daesh, che dir si voglia), Ibrahim Abu Bakr al Baghdadi.

Pare ormai certo che il Califfo sia deceduto durante un raid aereo dell’aviazione russa presso Raqqa lo scorso 28 maggio, ma se ne parla solo ora, a distanza di parecchi giorni, proprio perché i Servizi d’intelligence hanno prima compiuto le opportune verifiche.

Venerdì scorso, il Ministro della Difesa della Federazione Russa, Sergej Shoygu, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza ha riferito al Presidente Putin in merito al raid, compiuto da una efficace squadriglia di Sukhoi-34 e Sukhoi-35, che come sempre si sono rivelati super affidabili in queste delicate ed importanti missioni.

Con questa operazione militare, molti capi terroristi hanno definitivamente lasciato questa Terra; si parla di almeno 300 persone, sorprese durante un briefing volto a studiare una valida strategia di fuga, viste le enormi difficoltà che tali organizzazioni stanno riscontrando negli ultimi tempi, vuoi per la pesante controffensiva da parte di chi li combatte, vuoi per le inevitabili dispute finanziarie tra le varie fazioni estremiste; come spesso accade, il denaro (non la religione) è la causa principale della crisi tra le parti e questi delinquenti non fanno eccezione.

Fatto sta che il comando strategico militare dell’Is al momento è stato cancellato, con un blitz arrivato al posto giusto e al momento giusto, e del quale possiamo ringraziare, as usual, l’intelligence russa e siriana, mentre gli Usa e i loro alleati occidentali stanno tristemente a guardare.

Cosa succederà ora? Fare delle previsioni precise è ovviamente impossibile, ma appare certo che il conflitto siriano stia andando verso una migliore risoluzione pacifica, pur con i probabili contraccolpi da parte dei terroristi,  e soprattutto da parte di chi li finanzia, che senza dubbio non accetteranno passivamente una sconfitta così pesante, ma dalla quale non sarà affatto semplice per loro risollevarsi.

Al momento rimaniamo ancora in attesa dell’eventuale conferma ufficiale della morte di al Baghdadi; in ogni caso, anche fosse sopravvissuto, si ritroverebbe completamente solo dal momento che i suoi collaboratori sono stati annientati; i fatti fanno però presumere che tale certezza arriverà a breve.

La riflessione che mi sorge spontanea è che, ancora una volta, Vladimir Putin ha mantenuto la promessa fatta al suo Paese, in questo caso mi riferisco a quanto affermato dal Presidente quando la Russia è scesa in campo al fianco di Assad, garantendo il suo impegno ad annientare il Califfo e la sua tela mortale. Ricordo bene l’ordine dato nel 2015 ai Generali russi, e le sue parole “voglio la testa del Califfo” risuonano ancora come profetiche. Ritengo giusto però sottolineare che la Russia non ha agito semplicemente per sé stessa, anzi, mettendosi in gioco ha rischiato e rischia molto, in nome di quella Pace, che nella lingua russa è rappresentata da una parola semplice e ricca di significato “Мир” (Mir); un termine che nella traduzione non si limita a “Pace“, ma significa anche “Mondo“, in un abbraccio globale che lascia spazio alla speranza di un futuro migliore.

Non è la prima volta che Vladimir Putin si batte per rendere questo Mondo più vivibile, anche se i suoi detrattori non si rassegnano; ma, almeno stavolta, dovremmo ringraziarlo tutti.

Eva Bergamo

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