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Pubblicato il Dicembre 31st, 2013 | Da admin

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Dopo Stalingrado allarme terrorismo anche a Mosca

Un kamikaze si fa esplodere all’ingresso della stazione di Volgograd provocando la morte di almeno 17 persone e il ferimento di altre 40. È stato il secondo attentato in pochi mesi nella ex Stalingrado dopo quello del 21 ottobre che causò la morte di sette persone. La tensione è alle stelle. A Mosca è stata evacuata la Piazza Rossa per un allarme bomba. Secondo le informazioni diffuse dal canale tv Ntv, è stato ordinato lo sgombero urgente della piazza a ridosso delle mura del Cremlino. L’allarme è scattato quando una donna, che poi è stata arrestata, ha lasciato una borsa presso la Torre Spasskaya. Ormai anche nella Capitale è alta l’attenzione sul terrorismo. Per ora sono due le stazioni della metropolitana della capitale transennate. La prima e più centrale è Biblioteca Lenin, accanto al Cremlino: secondo quanto riferito, sulla piattaforma tra i due treni è stata trovata una borsa sospetta. Stessa cosa per la più periferica Izmailovskaja, vicina al mercato di Izmailov, noto anche ai turisti: è stato trovato un oggetto sospetto. Gli esperti hanno esaminato una valigia incustodita. In entrambi i casi, non sono state evacuate le stazioni della linea sotterranea.
Putin, intanto, ha firmato una legge per bloccare i siti con contenuto estremista. In base a quanto pubblicato, la norma prevede il blocco immediato di siti web che distribuiscono appelli a sommosse e altre informazioni estremiste.
L’attacco è un colpo alla strategia del presidente russo Vladimir Putin, che punta al rilancio internazionale con le Olimpiadi invernali di Sochi.

Questa in definitiva sembrerebbe la scelta dei terroristi islamici, che sono tornati a colpire nel territorio della Federazione. Gli agenti hanno sequestrato finora 152 armi da fuoco e 4,7 chili di sostanze stupefacenti e fermato 87 persone. Lo si apprende da fonti della sicurezza. Ma non c’è nessuna indicazione su eventuali connessioni tra i fermati e gli attentati degli ultimi giorni. Secondo le forze dell’ordine, le persone fermate hanno opposto resistenza agli agenti o non avevano documenti d’identità o di registrazione validi. All’operazione, denominata “Vortice“, stanno partecipando 5.200 poliziotti. Secondo il portavoce della polizia Andrei Pilipchuk, gli agenti hanno già controllato 152 alberghi, 104 dormitori, 32 stazioni degli autobus, 23 stazioni ferroviarie, l’aeroporto e tre porti fluviali, nonché 592 soffitte e 673 scantinati. Secondo l’agenzia Itar-Tass, gli agenti stanno concentrando i controlli sui lavoratori provenienti dal Caucaso, persone che secondo le associazioni per la difesa dei diritti umani sono spesso vittime di violenze da parte della polizia russa. Per l’attentato di domenica alla stazione ferroviaria di Volgograd, dove sono morte 18 persone, gli investigatori hanno dapprima pensato a una vedova nera, la 26enne daghestana Oksana Aslanova, poi però hanno detto che il kamikaze potrebbe anche essere stato un uomo: Pavel Pecenkin, che nel 2012 si è unito ai militanti del Daghestan dopo essersi convertito all’Islam.

 

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