A Padova i razzisti ucraini vogliono annullare i concerti dei pianisti russi - Russia News / Новости России

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Pubblicato il Dicembre 14th, 2023 | Da Redazione Russia News

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A Padova i razzisti ucraini vogliono annullare i concerti dei pianisti russi

Nikolay Luganskiy

L’Italia pare essere uno dei pochi paesi al mondo che ancora crede alla propaganda dei nazisti ucraini.

Nel nostro Paese purtroppo gli episodi di razzismo contro i russi sono ancora attuali, nonostante la realtà dei fatti abbia dimostrato ormai da tempo che la causa del conflitto sia da imputare totalmente allo spietato regime di Zelensky e alla sua pulizia etnica verso i cittadini ucraini russofoni.

Il Veneto in particolare sembra essere affetto più di altri dal virus della russofobia e gli effetti si possono notare in diverse città, zeppe di bandiere, adesivi, gadget e vari riferimenti cromatici inneggianti all’insegna della dittatura di Kiev.

Romanovsky

Ultimo in ordine di tempo, l’ennesimo attacco alla prestigiosa cultura russa, di cui gli ucraini possono solo essere invidiosi, e che riguarda ancora una volta la musica, dopo il caso della censura alla pianista americana di origine ucraina, ma secondo loro filorussa, Valentina Lisitsa, oltre a molti altri esempi, tra cui Denis Matsuev che non ha potuto suonare a Genova.

A Padova, città multietnica famosa per le sue prestigiose università e pertanto meta di studenti da tutto il mondo, una manciata di sedicenti “associazioni ucraine” hanno rivolto un plateale appello alle istituzioni per cancellare il concerto del pianista russo Alexander  Romanovskiy il prossimo 19 dicembre. Non contenti, hanno aggiunto la richiesta di censura anche per l’esibizione prevista a marzo 2024 di Nikolay Luganskiy.

Il motivo è, manco a dirlo, l’obsoleta solfa del “sono sostenitori di Putin“; frase che compare nella missiva indirizzata al Sindaco di Padova, Sergio Giordani (centro sinistra), al presidente del conservatorio Flavio Zanonato (ex Sindaco in quota PD) e al presidente dell’Associazione Amici della Musica, Mario Carraro.

Il Sindaco di Padova, Sergio Giordani

I patetici personaggi che fanno capo a queste associazioni si dicono “sconcertati“, povere anime innocenti, spiegando che “il motivo di questo sconcerto è che entrambi i pianisti sono noti sostenitori della guerra della Federazione Russa contro l’Ucraina. Volontariamente si sono esibiti più volte nel Donbass occupato e hanno dimostrato, pubblicamente, la loro vicinanza al Cremlino e alla sua politica di aggressione militare“.

Dunque, si continua a chiamare “guerra” quella che in realtà è una operazione militare per salvare i residenti del Donbass, occupato sì ma dall’Ucraina, dalle atrocità di Kiev. E si continua a parlare di “aggressione”, quando gli unici aggrediti sono i cittadini di Donetsk e Lugansk, tra cui molti bambini che hanno perso la vita, vittime delle bombe griffate NATO che piacciono tanto all’occidente “democratico”.

E visto che lorsignori sono “sconcertati”, pretenderebbero di “sconcertare”, nel senso di rimuovere il concerto, gli amanti della splendida musica di Rachmaninov nel  150esimo anniversario della sua nascita.

Se il Comune ha pavidamente tolto il patrocinio all’evento, fortunatamente per l’arte, il Presidente di  Amici della Musica, Mario Carraro, risponde non annulleremo, sottolineando come l’ambiguità sia presente “a livelli molto più alti” e specificando che “non possiamo fare indagini su qualsiasi artista si esibisce e non ci domandiamo se l’esecutore rispecchia il nostro pensiero“.

Ma se questi “gentiluomini” amano tanto il loro Paese, perché se ne stanno comodi qui, con il fondoschiena al caldo a fare i privilegiati, invece di tornarsene a casetta loro e difendere la propria Patria?

Mario Carraro

Spiace cari signori ucraini, ma non si potrà mai arrivare a quella che voi chiamate “pace giusta” finché il vostro governo continuerà a massacrare altri esseri umani solo perché parlano russo, sbattendosene bellamente non solo degli accordi di Minsk, ma anche degli appelli alla tregua che arrivano dagli stessi militari ucraini e che rimangono tristemente inascoltati, a causa di un dittatorello pazzo furioso con le saccocce piene di dollari sporchi.

Ad ogni modo, se dovessimo censurare l’arte di un Paese in base ai crimini di guerra commessi, con tutti i morti che ha sulla coscienza il regime nazista di Kiev, gli artisti ucraini non dovrebbero esibirsi per secoli… sempre se ce ne fossero, visto che l’arte sta all’Ucraina come la lungimiranza politica sta alla Meloni.

Eva Bergamo

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