Economia

Pubblicato il Febbraio 17th, 2017 | Da Redazione

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IMPORTANTI PIANI DI SOSTEGNO PER LE IMPRESE ITALIANE CHE INTERNAZIONALIZZANO IN RUSSIA

Milano – Dibattito vivo e pieno di dati e spunti interessanti, quello tenutosi ieri al V seminario “Italia-Russia, l’arte dell’innovazione”, organizzato dal Consolato Generale della sdrFederazione Russa a Milano, Conoscere Eurasia, Roscongress e Forum Economico internazionale di San Pietroburgo in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e Pavia & Ansaldo Studio legale.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri: Roberto Maroni, presidente Regione Lombardia; Sergey Razov, Ambasciatore Federazione Russa in Italia; Gaetano Miccichè, presidente Banca IMI; Giancarlo Giorgetti, deputato; Raffaele Cattaneo, presidente Consiglio Regione Lombardia; Marinella Loddo, direttore ICE -Milano; Antonio Fallico, presidente Banca Intesa Russia e presidente Associazione Conoscere Eurasia; Emerson Milenski, advisor di Rosneft; Aimone Di Savoia, responsabile Pirelli Tyre Russia; Konstantin Simonov, General Director National Energy Security Fund; Valeriy Vaisberg, responsabile Ricerche GK Region; Alberto Ribolla, vicepresidente Siirtec Nigi Spa; Gianluca Gaias, Sergei KomlevSecurity Risk & Compliance Director YOOX Net-A-Porter Group; Sergei Komlev, direzione strutturazione contratti e formazione dei prezzi, Gazprom export; Nikolay Katorzhnov, fondatore Verona Asset Management; Vittorio Loi, Partner Studio Legale Pavia e Ansaldo.

Secondo gli ultimi rilevamenti Istat elaborati da Conoscere Eurasia, nel 2016 le esportazioni italiane verso la Russia hanno subito una diminuzione (-5,3%) meno drastica rispetto al biennio precedente, grazie anche all’inversione di tendenza a fine anno, con dicembre che ha segnato un incoraggiante +9,2%, rispetto allo stesso mese del 2015. L’interscambio dovrebbe assestarsi attorno ai 17mld di euro con il dato a ottobre fermo a -22,6%. Nei primi 3 trimestri l’export lombardo registra una contrazione del 6,8% e un valore – nei 9 mesi – di circa 1,35mld di euro, con un diginterscambio di 2,5mld di euro. Tra i settori che hanno ripreso la corsa verso Mosca, quelli dell’abbigliamento e del tessile in crescita dell’8,6% (234mln, gen-set) e della farmaceutica (+16,2%), nonostante il calo generale dei prodotti manifatturieri che hanno perso il 6,7%. In negativo, elettronica, oltre a macchinari e apparecchiature varie (339mln di euro), che perdono entrambi circa il 20% e i prodotti raffinati (-40,5%).

Su questo scenario significativo è stato l’intervento  del presidente di Banca Intesa Russia e dell’Associazione Conoscere Eurasia, Antonio Fallico: “Negli ultimi tre anni abbiamo assistito a una tensione geopolitica che ha avuto conseguenze rovinose sui rapporti economico-commerciali tra l’Italia e la Russia. Oggi sembra di assistere a un nuovo inizio, anche se lo shock di questo triennio non è stato archiviato: si riparte con circa 5mld di euro di esportazioni italiane in meno rispetto al 2013 e un interscambio crollato di quasi il 45%”.  Lo stesso Fallico, ha poi proseguito dicendo digche a suo avviso “anche potendo contare su un possibile disgelo geopolitico su certi comparti sarà difficile tornare ai livelli pre-crisi. Ma le opportunità di business, che sono rimaste latenti in questi anni, a breve si potranno con buona probabilità manifestare in tutte le loro potenzialità, a partire dai settori innovativi dell’industria italiana, della meccanica di precisione e della ricerca tecnologica”. “Il modello della cooperazione tra Mosca, Milano e Roma – ha infine concluso Fallico – si sta trasformando e sta sollecitando un cambiamento importante che noi per primi abbiamo rilevato anni fa, ossia il passaggio dal “made in” al “made with” attraverso progetti di internazionalizzazione di imprese italiane in Russia, su cui insistono importanti piani di sostegno”.

Vittorio Loi, partner dello Studio Legale Pavia e Ansaldo, responsabile per gli uffici a Mosca e San Pietroburgo, durante il suo intervento haVittorio Loi commentato: “Dal nostro osservatorio, sicuramente parziale ma comunque significativo considerata la presenza ventennale dello Studio in Russia al fianco delle imprese italiane, non possiamo che confermare i segnali di rinnovato interesse dell’industria nazionale verso un Paese e un’intera area eurasiatica che, per potenzialità di mercato, cultura tecnologica, apertura all’innovazione e molti altri fattori, restano tra i più promettenti in assoluto per le nostre imprese. La “stagione delle sanzioni”, del resto, ha avuto come effetto anche quello di accelerare un processo di riforme interne volte ad agevolare e vitalizzare la localizzazione della produzione, riducendo la dipendenza dall’importazione di prodotti finiti. La svalutazione e successiva stabilizzazione del corso del rublo, infine, rappresenta oggi un ulteriore fattore di incentivazione all’investimento diretto in Russia da parte di imprese straniere.”

Valeriy VaisbergInteressante anche quanto dichiarato da Emerson Milenski, advisor di Rosneft : “L’accordo sulla privatizzazione del 19,5% di Rosneft rappresenta un fatto storico ed è una possibilità importante per lo sviluppo globale di Rosneft. Ci saranno ancora altri progetti che riguarderanno la cooperazione con l’Italia, dove nel 2016 abbiamo esportato per un valore di 2,7mld di dollari. Nello scorso dicembre – ha concluso Milenskiabbiamo annunciato un accordo per l’acquisizione da Eni di una quota fino al 35% (per un valore di 1,125mld di dollari) nella concessione di Shorouk per lo sviluppo di Zohr, il più grande giacimento di gas nell’offshore dell’Egitto, e del 15% nel progetto di Petroshorouk, una joint venture tra Eni e Egaz. In totale l’investimento di Rosneft sul progetto nei 4 anni sarà di 4,5mld di dollari. Stiamo inoltre sviluppando la cooperazione con altri partner italiani: Enel, Leonardo Finmeccanica, Fincantieri, Pirelli, Autogrill, Pietro Barbaro, Intesa Sanpaolo e Pirelli”.  A proposito di energia, Sergei Komlev ha dichiarato che malgrado le pressioni della Commissione Europea, la quota di gas venduta in Europa dalla Gazprom ha raggiunto un terzo della sua produzione totale,  restando sempre un prodotto molto ricercato, per i suoi prezzi ottimi soprattutto nei segmenti medio-bassi.Sergey Razov - Ambasciatore plenipotenziario della Federazione Russa in Italia

L’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov, ha invece sottolineato che grazie alle sanzioni e ad una serie di congiunture negative, l’Italia ha perso due posti, dal quarto al sesto, come interscambio con la Russia, facendosi superare superare dalla Bielorussia e dagli USA, cioè proprio il paese che ha iniziato con le sanzioni contro la Russia, ma che nei fatti ha sfruttato le difficolta europee per sviluppare il suo business. Inoltre, l’ambasciatore Razov ha detto, che non avendo iniziato la Russia con le sanzioni, non chiederà neanche di eliminarle, spettando ciò sdrai Paesi che le hanno introdotte, se vogliono. La Russia reagirà ovviamente di conseguenza.

Infine l’intervento di  Konstantin Simonov, che ha puntualizzato come Bielorussia abbia superato l’Italia nell’interscambio con la Russia, perchè ad esempio adesso sta vendendo la mozzarella e formaggi stagionati, come parmiggiano e grana padana, acquistandoli in Europa e in Italia in particolare, marcandoli e confenzionandoli con etichettatura Bielorussa: “Perdono tutti, e noi e voi” ha detto sorridendo.

RED

 

 





 

 

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