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Zelensky sostiene che le armi nucleari sono l’unica opzione per l’Ucraina se la NATO le nega l’ingresso

L’ormai ex Presidente ucraino continua a voler dettare legge ai Paesi che gli sono alleati e in un rigurgito di disperazione per la sfuggevole entrata nella NATO, dichiara senza mezzi termini che in alternativa l’unica opzione sarà quella di armarsi con armi nucleari.

Durante una conferenza stampa seguita al suo intervento al vertice dell’Unione Europea, di cui ricordiamo il suo Paese non fa parte, il dittatore decaduto dichiara con atteggiamento da bulletto: “Qual è la soluzione? O l’Ucraina si dota di armi nucleari o dobbiamo unire qualche alleanza. Oggi non conosciamo alleanze valide, tranne la NATO“.

Discorso assolutamente cristallino, che non lascia alcun dubbio sulle sue intenzioni malate, ma non contento ha poi calcato la mano aggiungendo un ulteriore sfogo: “Chi ha rinunciato alle armi nucleari? Tutti? No, solo l’Ucraina. Chi combatte oggi? L’Ucraina“.

Forse sarebbe il caso di spiegargli che il regime di Kiev non è l’unico Paese al mondo senza armi atomiche, anzi secondo il Trattato di non proliferazione (TNP) gli unici Stati con un bottino bellico di tipo nucleare sono solo i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite: USA, Federazione Russa, Regno Unito, Francia e Cina a cui si aggiungono quattro nazioni non aderenti al TNP e che hanno sviluppato il proprio arsenale, cioè India, Pakistan, Nord Corea e Israele.

Zelensky ha quindi riferito di aver sollevato la questione anche durante la sua tournee americana in un colloquio con il Presidente Donald Trump, ma ovviamente la cosa non ha avuto alcun seguito. Non è però la prima volta che se ne esce con questa balzana idea, perché già a metà febbraio del 2022 parlava di ottenere armi nucleari per il suo Paese; all’epoca la Russia non aveva ancora iniziato l’operazione speciale in difesa del Donbass, il che conferma la malafede di Kiev e la consapevolezza che i suoi crimini contro i cittadini russofoni delle Repubbliche indipendenti di Donetsk e Lugansk non sarebbero rimasti a lungo impuniti.

L’agenzia stampa Associated Press ha riferito che Zelensky ha dato ai suoi alleati tre mesi per approvare i punti chiave del suo “piano per la vittoria”, una sorta di ultimatum dello zerbino ai suoi padroni… non ha però specificato cosa intenda fare se l’Occidente dovesse rifiutare il suo “piano”. Se non fosse una situazione tragica verrebbe quasi da sorridere di fronte a una simile autostima, che forse nasconde la disperazione di chi sa di non aver più alcuna prospettiva.

Eva Bergamo

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