Gli attuali premer di Israele e Ucraina, sono il reale esempio di come si possano barattare democrazia, libertà e diritti umani in funzione dei propri interessi, raggiungendo un livello di incoerenza e di ipocrisia politica a tutti i livelli, sia per ciò che riguarda le questioni interne che per quanto concerne le questioni internazionali.
Proprio nel novembre dello scorso anno, ad esempio, la IV Commissione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite aveva sei progetti di risoluzione, tra questi anche la richiesta di chiedere un parere alla Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia sull’occupazione israeliana.
Il precedente governo israeliano, nonostante avesse ribadito che riteneva quel parere inutile e che comunque non avrebbe riconosciuto qualunque decisione della CIG, aveva iniziato un lavoro diplomatico capillare per ottenere quanti più voti possibile perché non venisse approvato. Lo stesso aveva fatto il premier Netanyahu, entrato allora in carica da pochi giorni.
Così prima della votazione tenutasi lo scorso gennaio 2023, il premier israeliano aveva chiamato il presidente ucraino Zelensky e gli ha chiesto che il suo rappresentante all’ONU votasse contro il parere.
In un tweet Zelensky aveva riassunto quel colloquio dicendo di aver “discusso della cooperazione bilaterale tra i nostri Stati, anche nella sfera della sicurezza e dell’interazione su piattaforme internazionali“… al di là di cosa possa significare.
In realtà, secondo una fonte giornalistica israeliana che aveva parlato sia con funzionari israeliani che ucraini, Netanyahu aveva chiesto a Zelensky di votare contro la misura. Zelensky, da parte sua, voleva in cambio da Netanyahu la rassicurazione che Israele fornisse a Kiev il suo sistema di difesa aerea. Netanyahu non prese alcun impegno in tal senso, perché aveva un patto con la Russia, che consentiva all’aviazione israeliana di effettuare raid aerei nella Siria. L’Ucraina, così, non ha votò contro la risoluzione ( che comunque fu approvata con 87 voti favorevoli, 26 contrari e 53 astenuti), ma neppure a favore… perchè stranamente il suo rappresentante era assente.
Netanyahu commentò il voto definendolo spregevole: “Come centinaia di decisioni controverse contro Israele prese dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel corso degli anni, questa spregevole decisione non vincolerà il governo israeliano. La nazione ebraica non è un occupante nella propria terra e nella propria capitale eterna, Gerusalemme… nessuna decisione delle Nazioni Unite può distorcere i fatti della storia. … Continueremo a lottare per la verità”.
A parte la cieca e vomitevole arroganza di Netanyahu e delle istituzioni israeliane cui siamo abituati da decenni, è da sottolineare la “coerenza” di Zelensky che pretende che il mondo lotti contro la Russia che secondo lui ha invaso l’Ucraina, mentre se ne frega di quanto fa Israele (Paese invasore) in Palestina, purché gli fornisca le armi necessarie alla propria difesa.
Non è nuovo il presidente ucraino a tali scelte, visto che celebra la Turchia di Erdogan come suo migliore alleato, anche in questo caso fregandosene del fatto che l’esercito di Ankara faccia con i curdi quello che i russi cercano (a suo dire) di fare in Ucraina… dimenticando una differenza sostanziale: nessuno aiuta i curdi a difendersi, lasciando che vengano massacrati.
Ci si renderà quindi facilmente conto che quando si parla di Ucraina, non si possono certo utilizzare argomenti come democrazia, libertà e diritti umani.
RED