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WTA San Pietroburgo: Gasparyan e Makarova trionfano nel doppio

San Pietroburgo – Le temperature sotto lo zero regalano splendide immagini della città innevata fondata da Pietro il Grande. Dentro la Sibur Arena, però, il clima è ben diverso. Finale del doppio con tre giocatrici russe su quattro a contendersi il trofeo. Da un lato una coppia giovane (classe ’98), alla prima finale in carriera, composta dalla russa Anna Kalinskaya e dalla slovacca Viktoria Kuzmova, giunte a sorpresa all’atto finale dopo aver eliminato al primo turno Timea Bacsinzky e Vera Zvonareva (6-1, 6-3), ai quarti Daria Mishina ed Ekaterina Shalimova (6-0, 6-3) ed in semifinale la coppia belga formata da Kirsten Flipkens ed Alison Van Uytvanck (6-4, 2-6, 10-7). Dall’altro lato della rete la coppia tutta russa, formata da Ekaterina Makarova e Margarita Gasparyan,  giunta in finale con i favori del pronostico dopo aver eliminato in un difficile esordio Victoria Azarenka e Daria Gavrilova (6-1, 2-6, 10-8), per poi liquidare agevolmente la giovane coppia serba composta da Aleksandra Krunic ed Olga Danilovic ai quarti (7-5, 6-1) e chiudere la semifinale in meno di un’ora contro la spagnola Lara Arruabarrena e la russa Alexandra Panova (6-0, 6-2). Per Ekaterina Makarova (nel giugno dello scorso anno numero uno della classifica di specialità) si tratta della trentacinquesima finale di doppio. Quattordici i titoli conquistati; dodici di questi (tra il 2012 ed il 2018) con la connazionale Elena Vesnina (momentaneamente assente dal circuito perchè diventata da poco mamma). Tra i successi con la Vesnina  brillano la Kremlin Cup del 2012, il Roland Garros del 2013, lo Us Open del 2014, il torneo di Wimbledon conquistato nel 2017 dopo aver inflitto un umiliante 6-0, 6-0  alle malcapitate Hao-Ching Chan e Monica Niculescu, le Wta Finals di Singapore del 2016 e, nello stesso anno, pochi mesi prima, la medaglia più bella, l’oro Olimpico di Rio de Janeiro, conquistato contro le svizzere Martina Hingis e Timea Bacsinszky. Tre i titoli in bacheca conquistati da Margarita Gasparyan, due con la connazionale Alexandra Panova, l’altro con l’esperta ceca Andrea Hlavackova. Con queste premesse non era certo difficile spiegare le quote dei bookmakers; ma le partite si vincono sul campo, le finali soprattutto.

Primo Set. Il primo turno di servizio è della slovacca Kuzmova che fa subito capire alle favorite che dovranno sudarsi il match. Quattro prime condite da un ace finale per chiudere il primo game senza lasciar giocare le avversarie. Ma la concetrazione in battuta sembra essere comune a tutte e quattto le giocatrici. Gasparyan e Makarova concedono qualcosa in più sui rispettvi turni ma, nel complesso, nei primi sette giochi non ci sono palle break. Kalinskaya/Kuzmova collezionano un 100% di punti vinti con la prima di servizio che non ha bisogno di commenti. La prima opportunità di break è per la coppia russo/slovacca che, avanti 4-3, si ritrova nell’ottavo gioco (sul servizio di Makarova) sul 40 pari. Nel doppio non c’è il vantaggio quindi, in situazione di parità, il deciding point assegna il gioco. Margarita ed Ekaterina si salvano ed agganciano le avversarie sul 4 a 4. L’occasione mancata di andare a servire per il set pesa sulle avversarie che subiscono un passaggio a vuoto. Viktoria, fino a qel momento impeccabile al servizio, è meno incisiva, consentendo alla coppia russa di entrare nello scambio; Makarova e Gasparyan non si lasciano sfuggire l’occasione: a  regalare il break è una risposta sprigionata dal magico rovescio ad una mano di Margarita che sfrutta una seconda della giocatrice slovacca guadagnandosi la possibilità di servire per il set. Inaspettato, però, arriva il contro break grazie ad una risposta vincente di Anna Kalinskaya: 5 pari. Ma ora ogni punto pesa e la classe delle giocatrici più esperte viene fuori.  Un’altra risposta vincente di Marga ed uno splendido vincente lungo linea di Ekaterina regalano il nuovo sorpasso della coppia russa.  Makarova è lucida al servizio e non condede nulla  alle giovani avversarie: il primo set si chiude 7 a 5.

Secondo Set. La seconda frazione si apre come era iniziata la prima, con un turno di battuta a zero della Kuzmova. Non è da meno Gasparyan: 1 a 1. Ma, stavolta, l’equilibrio si spezza subito. Nel terzo gioco Kalinskaya fa fatica a mettere prime di servizio; la conseguenza è che gli scambi si allungano ed ogni punto è più lottato. Sul 40 pari Anna e Marga ingaggiano un duello in diagonale sul rovescio della Gasparyan che, grazie ad una serie di colpi profondi, spinge dietro la Kalinskaya procurandosi così la possibilità di entrare nel campo e chiudere il punto con uno schiaffo di dritto. Con un set ed un break di vantaggio sembrerebbe tutto in discesa, ma le avversarie non arretrano di un centimetro. Makarova smarrisce la prima di servizio e la coppia Kalinskaya/Kuzmova raggiunge la parità all’ottavo gioco sulla battuta di Ekaterina, per poi passare a condurre nel successivo gioco sul turno di battuta della Kuzmova: 5 a 4. Ma sarà il loro ultimo acuto. Makarova fa valere tutta la sua visione di gioco e l’abilità a rete, la Gasparyan la solidità da fondo campo. Adesso ogni palla può essere decisiva  e, come nel primo set,  la classe delle giocatrici più forti viene fuori. Sul 30 pari è la Gasparyan a trovare un gran diritto lungo linea che vale il 40-30; Kalinskya chiede la verifica ma l’occhio di falco conferma la valutazione del giudice dando ragione a Marga: la palla ha toccato la linea; poi un’altra accelerazione di dritto della Gasparyan non contenuta da Anna vale il 5 pari.

Sale la pressione; al servizio è il turno della Kalinskaya che, forse tradita dall’emozione,  ha un passaggio a vuoto che risulta decisivo: con un bel lungolinea Makarova si guadagna la possibilità di servire per il match. L’esperienza in questi casi conta e la russa (analogamente a quanto successo nel primo set) è fredda nel gestire la situazione; non lascia scampo alle avversarie e chiude il match con una battuta vincente: un altro 7-5 e titolo in bacheca; il quindicesimo per lei, il quarto per la Gasparyan, il primo insieme, certamente non l’ultimo se le due decideranno di continuare la collaborazione. Le Olimpiadi di Tokyo (2020) non sono lontane.

Stefano Tardi

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