Il Punto

Pubblicato il Giugno 25th, 2020 | Da Redazione Russia News

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Vittorio Feltri si dimette dal “Soviet”

Ordine dei Giornalisti: ad oggi il prestigio è non farne parte, come dimostrato dalle condivisibili dimissioni di Vittorio Feltri dalla “corporazione dei pennivendoli”, in aperta polemica con i vertici del settore, dopo oltre dieci lustri di onorata militanza. 

Feltri lascia ufficialmente la professione e lo fa con queste parole: “Mi sono stancato, mi massacrano, mi stufano, mi fanno perdere tempo e devo pagare gli avvocati. Ma andassero a quel paese… non ce la faccio più, basta, fine, non cambierò idea, non torno indietro“.

Il riferimento è chiaramente all’accanimento dell’Ordine verso la libertà di parola e di pensiero di cui Feltri è sicuramente maestro, e alle continue minacce di provvedimenti, compresi sospensione e radiazione, per mettere il bavaglio ad una delle pochissime voci libere del nostro disinformato paese, che in quanto a libertà di stampa si colloca persino dietro a paesi quali Ghana, Sud Africa, Burkina Faso, Botswana.

Lo sfogo dell’ormai ex Direttore di Libero (da lui fondato nel 2000) continua così: “Mi rifiuto di essere processato per certe mie espressioni che non vanno a genio alla Corporazione che non mi pare sia abilitata a fare processi di questo tipo. Vengo processato anche per dei titoli, ma si dà il caso che io sia il direttore editoriale e che ci sia un direttore responsabile. Quindi questi qui non sanno neanche che il direttore editoriale non risponde dei contenuti del giornale“. Aggiunge inoltre: “Sono nauseato e adesso ho anche intenzione di querelare tutti quelli che mi hanno ingiustamente tentato di perseguirmi“.

Vittorio Feltri ha ragione da vendere, ça va sans dire,  e molti, troppi, suoi colleghi non hanno la volontà o il coraggio di uscire dagli schemi del politicamente corretto per dedicarsi ad una informazione più vera, anche se ovviamente in alcuni casi non gradita a coloro che vorrebbero manipolare le menti deboli. Purtroppo in Italia il tipico giornalista mainstream  tende a preservare lo status quo e gestire l’informazione in maniera unilaterale, dall’alto verso il basso. Il massimo della bravura pertanto sta nel negare a priori qualunque ipotesi che possa risultare destabilizzante per la società odierna, e magari mettere a rischio chi sta al potere.

Invece proprio grazie a giornalisti veri come Vittorio Feltri che, al di là di una assurda quanto inutile iscrizione ad un gruppo elitario, indagano a fondo e sviscerano i problemi reali del paese, permettendo ai cittadini di sentire anche versioni dei fatti diverse da quelle ufficiali e formarsi la propria sacrosanta opinione.

Probabilmente anche questo giornale, il nostro Russia News, che nel suo piccolo cerca di offrire una informazione libera e non legata ad alcuna parte politica potrebbe venire tacciato di complottismo e fake news, ma siamo sicuri di svolgere il nostro lavoro al meglio, e se avremo aiutato anche un solo cittadino a conoscere, capire, scegliere, è per noi un successo impagabile.

Disgraziatamente, non è certo una novità che la stampa italiana sia una delle più asservite al deep state e che i debunker, oggi tanto di moda, si spendono per portare il popolo a conoscenza delle “falsità” che arrivano da chi non si allinea, mettendo qualsiasi notizia che si scosta da quelle ufficiali nel calderone del “complottismo”, in cui i dubbi legittimi delle persone, ad esempio sul contenuto dei vaccini o sul sedicente filantropismo di certi personaggi alla Soros, vengono messi allo stesso livello del terrapiattismo e dell’invasione dei marziani. In Italia non è quindi lecito porsi dei dubbi, non è permesso far funzionare il cervello, perché quello che devi pensare te lo dicono loro;  tutto il resto è “fake” e per lo più arriva da siti legati al Cremlino… ma questo non è complottismo…

Ovviamente alcuni “marchettari della stampa” plaudono al fatto di non dover chiamare più giornalista una persona da cui avrebbero molto da imparare, ma evidentemente non hanno capito proprio nulla e continueranno imperterriti a diffondere notiziole da velina.

Pieno sostegno a Feltri arriva invece dal Direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, che nel suo editoriale  lucidamente dichiara: “Chi sgarra finisce nelle grinfie del soviet che, soprattutto se non ti penti pubblicamente, ti condanna alla morte professionale. A quel punto sei fritto: nessun giornale può più pubblicare i tuoi scritti e se un direttore dovesse ospitarti da iscritto sospeso o radiato farebbe automaticamente la stessa fine. Se invece ti dimetti dall’Ordine, è vero che non puoi più esercitare la professione – e quindi neppure dirigere -, ma uscendo dal controllo politico puoi scrivere ovunque, senza compenso, come qualsiasi comune cittadino“.

Lo stesso Feltri ha infatti annunciato l’intenzione di mantenere il suo ruolo: “Il direttore editoriale posso continuare a farlo lo stesso, perché lo può fare chiunque anche un geometra“.

Chapeau ed un augurio di buon lavoro ad un grande “non-giornalista” e uomo coraggioso.

Eva Bergamo

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