Pubblicato il Gennaio 25th, 2017 | Da Redazione
0Il nuovo trend: contestare senza un perché
Da qualche giorno Donald J. Trump è il 45° Presidente degli Stati Uniti d’America.
Un concetto molto chiaro e di facile comprensione: il Popolo americano ha democraticamente votato, ha fatto la propria scelta ed eletto il suo Presidente per i prossimi 4 anni.
Il discorso d’insediamento di Trump è stato diverso dai soliti proclami in “politichese“, si è infatti distinto per brevità, chiarezza e semplicità. La gente ha apprezzato il suo amore per il Paese, il suo evitare parole vuote per fare spazio al sentimento vero, al patriottismo, al voler fare seriamente l’America nuovamente grande… azzerando in pochi minuti la scialba presidenza di Barack Obama.
Un discorso il suo che rispecchia perfettamente i propositi espressi in campagna elettorale, riassunti proprio nel famoso slogan:” Make America Great Again“. Non c’è nulla di sbagliato nel voler perseguire gli interessi del proprio Paese, dichiarando nel contempo di voler andare d’accordo con l’altra superpotenza, la Russia, con cui negli ultimi anni i rapporti si erano pericolosamente raffreddati . Anzi, se io fossi un cittadino americano, ne sarei felice.
E allora viene spontaneo chiedersi… perché le proteste di questi giorni? E perché se ne fa gran parlare, anche esagerandone la vastità e l’importanza? Ricordiamo che la ridondanza di informazioni e la rapidità con cui vengono trasmesse alla propria audience, sia tramite i media classici che sui social, non garantisce automaticamente un’informazione migliore.
Anzi, molti mezzi d’informazione paiono compiere enormi sforzi proprio nel disinformare il proprio pubblico. Ci sono state anche molte manifestazioni a favore di Trump, altre in cui i cittadini chiedevano di processare la Clinton e il suo staff, altre ancora in cui esponevano la scritta “Arrest George Soros“… ma i media occidentali fingono sempre di non accorgersene.
Il trend “Trumpofobo” invece va alla grande, probabilmente perché a guidare tali manifestazioni sono i cosiddetti VIP, personaggi famosi , cantanti, attori, che esprimono dissenso verso un presidente regolarmente eletto, ponendosi di conseguenza contro il Popolo sovrano, nella speranza di “lanciare una moda”.
Il problema non è la protesta in sé, ma il modo poco costruttivo e tendenzioso in cui la si esprime. Perché appare poco coerente accusare Trump di essere grezzo e maleducato, se poi ci si esprime con una volgarità ancora peggiore, tipo quella usata dalla cantante Madonna, che ha costretto i network americani a chiudere il collegamento. Che poi il rischio è quello che il dissenso si riveli alla fine un vero e proprio boomerang, come nel caso dei tre gasatissimi tenorini italiani, il cui rifiuto di cantare alla cerimonia di Washington li ha resi oggetto di grande scherno sui social network. Più che arrabbiati contro un Presidente appena insediato, che quindi non ha fatto ancora nulla su cui recriminare, questi personaggi appannati sembrano alla ricerca di una nuova ondata di popolarità, per risollevare la propria audience personale e rimpinguare il proprio portafoglio, rendendo assai poco credibile tutta la baraccata che hanno creato.
Il risultato è che non viene perseguita una effettiva collaborazione tra chi governa e chi si oppone, ma piuttosto l’interesse dei singoli o dei vari gruppi; questo atteggiamento, di matrice puramente egoistica, vanifica il sano spirito collaborativo, che viene di conseguenza appiattito su disposizioni programmate dall’alto. In questi casi quindi non si può parlare di vera e propria partecipazione, ma semmai di pseudo attivismo fazioso. Ma se i cosiddetti VIP possono avere quindi un interesse, appare poco chiaro cosa ci guadagni la gente comune, che pare seguire la corrente senza rendersi conto di ciò che sta effettivamente succedendo.
Abbiamo assistito ad una nuova ondata di attempate pseudo femministe, vestite poco e male, che hanno esposto cartelli espliciti e urlato slogan indecenti, prese dalla nostalgica frenesia di scimmiottare quelle ragazze che manifestavano contro tutto e tutti qualche tempo fa… un siparietto patetico e sicuramente assai poco proficuo. C’é da chiedersi cosa ci guadagni la Democrazia da tutte queste manifestazioni, che a ben vedere fanno un grosso favore solo a quell’establishment mondiale che non ha mai nascosto la propria antipatia per il candidato repubblicano, sicuramente meno controllabile rispetto all’intero clan Soros-Clinton-banchieri e compagni vari, che da anni influenzano, o tentano di farlo, l’andamento economico-politico a livello globale.
Eva Bergamo