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Toni Servillo torna dopo cinque anni in Russia: «Qui Eduardo sarà come Gogol»

Toni Servillo torna in Russia con il Piccolo di Milano, a cinque anni dal suo debutto in quel Paese. Dopo Goldoni, con una Trilogia della villeggiatura dal finale cechoviano, porta a San Pietroburgo Eduardo De Filippo, con “Le voci di dentro“, l’amara commedia in napoletano che chiuderà il 28 e 29 novembre il primo Festival teatrale invernale internazionale, organizzato dal governo dell’antica capitale degli zar, una brillante rassegna di due settimane diretta da Lev Dodin con quanto di meglio c’è in cartellone ora nei teatri europei. “Recitare in Russia è sempre un grande onore e si resta intimiditi dalla storia di un Paese di grandi riformatori e rivoluzionari del teatro”, osserva il protagonista, al cinema, de La grande bellezza. Servillo, che ha la doppia veste di regista-attore, si augura che la commedia “possa suscitare un interesse persino superiore a quello già notevole riscontrato per Goldoni. Le similitudini fra napoletani e russi nella letteratura e nel teatro sono forti, la vicinanza fra Eduardo e Gogol potrà risultare sorprendente per il pubblico di San Pietroburgo”. Tanto più, aggiunge, che De Filippo è un autore esportabilissimo: “Eduardo è un compendio enciclopedico del teatro. Riunisce in una sola figura, senza separazioni, la scrittura, la recitazione e la regia. Il suo impatto sulla forma teatro è enorme e ricco di continui approfondimenti. Come per Molière, c’è una coincidenza biologica fra l’uomo e il teatro. La sua popolarità è grande in paesi come Gran Bretagna, Spagna, Francia e soprattutto in Russia, dove recitò con enorme successo in una memorabile tournèe nel 1962″. Ma perchè, a distanza di oltre 10 anni da Sabato, domenica, lunedì, ha scelto proprio quest’opera? “Ho scelto Le voci di dentro per due ragioni. La prima relativa ai contenuti: il testo descrive ancora oggi il precipizio morale in cui siamo caduti e la difficoltà di orientamento in una realtà indistinta e compromessa. La seconda relativa all’aspetto formale, nell’alternanza continua e nella difficoltà di decifrare sogno e realtà, quelle che Cesare Garboli definiva ‘smagliature del testo’, che danno vita ad una sorta di improvviso teatrale, assai affascinante per gli attori e il pubblico. Le voci di dentro è la commedia dove Eduardo, pur mantenendo un’atmosfera sospesa fra realtà e illusione, rimesta con più decisione e approfondimento nella cattiva coscienza dei suoi personaggi, e quindi dello stesso pubblico. In questo la voce di Eduardo è più che mai attuale”. Chi è oggi lo zì Nicola del testo? “Lo stesso uomo immaginato da Eduardo, con la saggezza del mutismo, che rinuncia a parlare per sfiducia nel valore della parola che genera confusione, come avviene anche ai giorni nostri. Affermando l’importanza del parlare con chiarezza, il personaggio assume un alto valore simbolico”. E quali sono vantaggi e svantaggi di recitare in quest’opera con suo fratello Peppe, voce degli Avion Travel? “Essere due veri fratelli, per giunta nel ruolo di due personaggi a loro volta fratelli, moltiplica l’aspetto seduttivo che la commistione di realtà e finzione opera sul pubblico, è un invito a sciogliere la relazione scenica fra studiata naturalezza e calcolata immediatezza”. A proposito del teatro e del cinema russi, Servillo ha svelato le sue passioni: “Al cinema senz’altro Alexandr Sokurov, col quale spero prima o poi di lavorare in un film. E a teatro apprezzo il lavoro di Lev Dodin che mi ha onorato per la seconda volta dell’ospitalità nel suo teatro». Sokurov, ammette, è anche il regista russo da cui gli piacerebbe essere diretto. Quanto agli attori russi che gli piacerebbe dirigere, confessa di non averne «sufficiente conoscenza”. E i prossimi progetti, tra teatro e cinema? “La tournèe de Le voci di dentro assorbirà le mie energie fino al prossimo giugno. Saremo in giro in gran parte d’Italia e in alcune città europee, fra cui Parigi, Londra e Madrid”. Infine una battuta sull’attualità russa e sulla vicenda Greenpeace: «Desidero soprattutto esprimere la mia soddisfazione per il rilascio di Cristian D’Alessandro, per una vicenda che ha molto toccato l’opinione pubblica, specie a Napoli (di cui D’Alessandro è originario, ndr)”.

 

Fonte: Giornale di Vicenza

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