Spello va molto più in là del suo slogan che la enfatizza come “città d’arte e dei fiori”, ma è un borgo che vive il suo passato strizzando
I panelli solari, alternati al tetto giardino e sorretti da arcate in legno lamellare sono divenuti un must di architettura contemporanea, tanto da aver vinto un premio a Bruxelles ed aver avuto il plauso da parte della nomenklatura cinese, che è rimasta così entusiasta da aver invitato una spedizione locale in terra asiatica.
Nel suo interno è possibile visitare antichi mosaici, che riportano in auge fasti passati di una domus romana, un viaggio in cui il visitatore può immedesimarsi grazie ad appropriate time-lime e tour virtuali.
Il primo step che ci eravamo prefissati per la sua forte ambientazione sono le torri romaniche di Properzio, che sembrano fungere da guardiani della città e che sono state rese agibili dopo un accurato restauro. Nonostante la loro robustezza e la forma dodecagonale, la loro altezza ed asimmetria è tale da renderle più snelle di quelle che in
Tendenzialmente i borghi da me visitati, hanno sempre una modesta estensione, ed è facili girali in una oretta scarsa. Spello, invece ha un centro storico così vasto da suggerirci sempre nuovi spunti per begli scatti fotografici, che vanno dalla Collegiata di Santa Maria Maggiore, che ospita addirittura affreschi del Pinturicchio fino al suo palazzo Comunale, senza dimenticare le tante chiese “minori”, che si avvicendano durante il nostro tragitto tra le eleganti rue in muratura.
Ci spingiamo sulla parte più in alto, dove una croce in ferro, adiacente l’arco romano e la piccola chiesa di San Severino, domina lo scenario. Il magnetico silenzio che si è impossessato del contesto ci fa all’istante pensare che siamo nella terra dei Santi, per magia
Un signore dai modi garbati ci viene incontro, ci dice che nonostante abbia un figlio addetto al controllo del traffico aereo Enav, non ha mai visto decollare un drone e ci chiede gentilmente, se possiamo farlo volteggiare sopra le nostre teste. Mi spingo in alto sfiorando i limiti imposti dalle normative, ma nonostante l’altezza non riesco a prendere tutto il centro storico, che da questo punto di vista è ancora più affascinante. Ci ringrazia dopo l’atterraggio e scopriamo sulla nostra pelle l’amabilità di tutta la cittadinanza, che si avvicina sempre con garbo, augurandoci speranzosi che il nostro pezzo possa far lievitare le già cospicue presenze.
L’accoglienza di Spello è cementata dalla nostra amichevole chiacchierata con il sindaco, Moreno Landrini, che ha lasciato probabilmente i suoi cari per venirci a salutare. E’ il primo dei cittadini sì, ma dall’umiltà delle sue parole sembra essere uno dei tanti suoi amati paesani, che lavorano con impegno per migliorare il vissuto quotidiano di Spello.
Un cittadino americano residente ci saluta e rifletto a quello che sta accadendo in tutta la nostra amata penisola. Questi nuovi “italiani”, che stanno acquistando sia le nostre
Spello ci ha donato un po’ di luce, poiché sembra agli antipodi con le problematiche italiane e da quella frase detta dai più e che sminuisce il nostro sapere. “…Potremmo vivere solo di turismo, data la nostra storia”. La nostra nazione è il capofila mondiale in questo settore, ma bisogna prendere coscienza che le nuove economie corrono veloci verso
Spello è un esempio di vivibilità e sostenibilità, un punto di partenza, ma non di arrivo per l’arenata nave Italia, per portarci lontani da quel “disagio della libertà”, che come spesso ripete lo stesso Augias, ci trasciniamo per inerzia da troppo tempo.
Marco Iaconetti
(consulenza fotografica: Andreea Popa)