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SERGEY RAZOV: “LA CONGIUNTURA PER LO SVILUPPO DEI RAPPORTI ECONOMICI TRA ITALIA E RUSSIA E’ ESTREMAMENTE FAVOREVOLE”

Napoli – Continua il cammino di promozione dei rapporti tra Russia e Italia. Dopo l’appuntamento di Bari del 16 marzo, si è aperto stamane a Napoli il secondo seminario italo-russo promossa e organizzato Il tavolo di presidenza del II Forum italo-russo a Napolidall’Associazione Conoscere Eurasia e dal Forum economico internazionale di San Pietroburgo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banco di Napoli, Banca Intesa Russia e Roscongresso .

Il presidente dell’Associazione Antonio Fallico – in occasione dell’apertura del seminario –  ha raccontato delle difficoltà che negli ultimi tempi hanno penalizzato le relazioni commerciali tra la Campania e la Russia: “Il regime di sanzioni e controsanzioni ha determinato una dicotomia nella nostra analisi sulla Russia: se da una parte Mosca ha confermato per i prossimi anni tutti i suoi piani di investimento e di ammodernamento – con commesse potenziali di grande valore per il nostro export – dall’altra siamo costretti a registrare fortissime contrazioni di beni e servizi made in Italy. Un gap importante, che si colmerà solo mantenendo salde le relazioni e le quote di mercato”. “Oggi  – ha poi proseguito Fallico il nostro export verso la Russia sconta perdite importanti in tutto il Paese (-25,2% nel 2015) e ancor più in Campania, che lo scorso anno ha bruciato il 41,7%. Ma un’analisi di mercato basata solamente sugli ultimi 18 mesi sarebbe riduttiva e sbagliata: non dimentichiamo infatti che prima della crisi politica la Russia era il Paese su cui l’impresa Italia riponeva più fiducia, con una performance dell’interscambio dal 2000 al 2013 a +185,3% e con un export che nello stesso periodo saliva a +327%. Da questi dati occorre ripartire, perché se le tensioni politiche possono dissolversi da un giorno all’altro, lo stesso non deve accadere nei nostri rapporti economici con Mosca, che già da quest’anno vedrà ripartire il proprio Pil in terreno positivo”.

Secondo i dati elaborati dall’Associazione Conoscere Eurasia su base Istat, il quadro campano segna nel 2015 un interscambio italo-russo a 220,2mln di euro, in diminuzione del 30,7% (e di circa 100mln di euro) rispetto all’anno precedente. Ancor più negativo è il dato relativo all’export verso b, a -41,7%, con un valore che in un anno da 121mln di euro è sceso a 70,7mln. Tra le voci che pagano dazio, oltre all’azzeramento dei prodotti agricoli, in particolare le apparecchiature elettriche (-77%) che da 21,4mln riducono il valore a 4,9mln; i prodotti alimentari (-41,2%) e il tessile, a -39,4%. Contiene invece la perdita l’export di macchinari e apparecchiature, con un -3,4%.

Atteso l’intervento dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Sergey Razov,  che ha detto: “Le relazioni tra l’establishment russo e italiano sono ottime. Cambiano i partiti e i capi politici, ma rimangono stabili gli interessi nazionali verso la Russia. Da Prodi a Berlusconi, e oggi con il premier Matteo Renzi, abbiamo costruito rapporti importanti che siamo determinati a mantenere. Per questo attendiamo il Premier e il ministro Gentiloni al prossimo Forum economico internazionale di San Pietroburgo. Speriamo anche che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, possa presto accettare l’invito a visitare il nostro Paese”. “La congiuntura per lo sviluppo dei rapporti economici tra Italia e Russia – ha proseguito l’Ambasciatore – è estremamente favorevole. Gli imprenditori italiani devono cogliere l’opportunità rappresentata dall’Unione Economica Eurasiatica con il piano di politiche tariffarie comuni e i provvedimenti varati dal Governo russo per attrarre gli investimenti, intercettando le possibilità di localizzazione aperte dal processo di import substitution. Tra i settori su cui puntare c’è sicuramente l’agroalimentare. Durante la sua visita in Russia il ministro Martina ha ricevuto una lista dettagliata dei progetti prioritari, per i quali contiamo sulla collaborazione dell’Italia. L’Italia piace ai russi anche sul fronte del turismo, dove però registriamo una contrazione delle presenze di circa un terzo nel 2015 a causa del cambio rublo-euro sfavorevole. Ma la crisi geopolitica con la Turchia, che era visitata in media da 3-4 milioni di russi, e il divieto di sorvolare l’Egitto potrebbero determinare un aumento dei turisti della Federazione verso le mete italiane”.

                                                                                                                                                                          RED

 

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