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RUSSIA E ARMENIA AI FERRI CORTI DOPO LA SVOLTA DI PASHINYAN VERSO LA NATO

Mosca e Yerevan sono praticamente ai ferri corti. Sarebbe infatti incrinata la loro alleanza politico militare alla luce delle aperture fatte dal nuovo primo Ministro armenoNikol Pashinyan alla NATO e all’occidente in genere.

La “Rivoluzione di velluto” in Armenia ha portato infatti al potere un ex giornalista di 42 anni e politico dell’opposizione, Nikol Pashinyan appunto, che dopo una rapida ascesa di tre settimane, a maggio è diventato primo Ministro.

All’epoca Mosca scelse di non attaccare il neo premier che non sembrava avere grosse velleità in politica estera. Vladimir Putin fu il primo leader straniero a congratularsi con Pashinyan l’8 maggio, dopo il voto parlamentare che lo fece diventare premier.

E Pashinyan, nel suo primo faccia a faccia con Putin a Sochi, sei giorni dopo, a margine della riunione dell’Unione economica eurasiatica ha ringraziato Putin e ha rassicurato il Cremlino sull’immutabilità dell’alleanza strategica armeno-russa.

Pashinyan disse a Putin che «l’alleanza strategica tra Armenia e Russia non richiedeva alcuna discussione (…) vi è un consenso su questo tema in Armenia. Credo che nessuno nel nostro paese abbia messo o metterà in dubbio l’importanza strategica delle relazioni armeno-russe». La Russia mantiene, infatti, una base militare in Armenia.

RED

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