“La libertà di parola e la russofobia sono oggetto di proteste a Bologna“. Così il servizio andato in onda al TG nazionale in prima serata sull’emittente moscovita Rossiya 1.
L’inviata del primo canale della TV russa si è recata in città per documentare le proteste dei cittadini contro la decisione del Sindaco Matteo Lepore di chiudere Villa Paradiso, il centro sociale bolognese in cui non si condivide l’atteggiamento russofobo di matrice filo atlantista.
Lo scorso 18 gennaio, gli attivisti del gruppo “Coordinamento No Nato Emilia-Romagna” hanno infatti messo in atto una manifestazione contro la russofobia e per tutelare la libertà di parola – che, come ben sappiamo, al momento in Italia è pura utopia – che la giornalista russa ha documentato spiegando ai suoi connazionali che “Decine di italiani sono usciti in strada dopo la chiusura del centro sociale Villa Paradiso. Il Comune ha sgomberato gli affittuari con il pretesto di cambio di destinazione d’uso dell’edificio. Per la verità subito dopo la proiezione di un film documentario sugli eventi in Ucraina“.
Non manca un attacco diretto al giovane Sindaco piddino, che ha evidentemente messo in pratica le lezioncine in salsa antidemocratica che vengono impartite ai militanti nelle riunioni di partito: “Nella lotta per la libertà di parola, il sindaco di Bologna ha deciso di passare ai rimedi estremi, avendo deciso di liberare la città dalle fonti di informazione alternative e da quei posti in cui esse possono essere ricevute“, dice la reporter, che poi chiude lapidaria “Ormai in Italia l’unico posto in cui trovare fonti di informazione alternativa sono i social network“.
E proprio in questi giorni il caso appare su alcuni giornali italiani, grazie all’intervento della “solita nota” Giuseppina Picierno, eurodeputata del PD dalla memoria molto corta, dal momento che pare aver già scordato quando la scorsa estate, in seguito alla perquisizione da parte delle Forze dell’Ordine ad un giornalista reo di aver diffuso segreti d’ufficio, aveva sbraitato che fosse “una palese lesione della libertà di stampa“.
Ebbene, stavolta la signora Pina non ha gradito l’accostamento della sua persona a quella del Ministro nazista della Propaganda, Joseph Goebbels, in un volantino che il gruppo bolognese ha distribuito durante la protesta, che affermava “Quando il Pd “soffoca” le parole cancella gli spazi di libertà dei cittadini e mostra il suo vero volto“. Secondo Picierno, il fatto che la TV russa abbia realizzato un servizio sulla manifestazione rappresenta “una palese violazione delle sanzioni, di cui mi occuperò personalmente segnalando a tutte le autorità competenti, e insieme una chiara azione di disinformazione agita su territorio italiano e un tentativo di intimidazione, l’ennesimo, alla mia persona“.
Ecco, quindi invece di tutelare i cittadini europei, e soprattutto i suoi connazionali italiani, che soffrono una grossa crisi economica e sociale proprio per colpa di quelle sanzioni che lei invoca, la deputata, dal suo comodo (e purtroppo assai costoso per noi) scranno europeo, pensa a sprecare tempo e soldi pubblici per capire come una giornalista sia riuscita a svolgere il proprio lavoro! E per farlo, intende pure scomodare i “pezzi grossi”, dichiarando: “credo sia necessario un risveglio da parte degli organi competenti del Paese, dall’Agcom al Viminale. L’azione di contrasto deve essere centralizzata, non può essere affidata alle iniziative delle singole Questure e Prefetture“.
Quindi, ci pare di capire che i nostri politici non desiderino realmente tutelare la libertà di stampa e di parola, ma continuare sulla strada, questa sì di stampo “goebbelsiano”, di esaltazione di ciò che piace a loro e oscuramento di qualsiasi voce contraria, ma definendo “regime” un Paese sovrano come la Russia, dove chi governa fa veramente gli interessi del Popolo.
Non possiamo quindi che dare ragione alla collega del TG russo quando afferma che l’informazione in Italia viaggia meglio sui social, oltre naturalmente che sulla nostra testata giornalistica.
Eva Bergamo