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RICCHEZZE LUCANE

Mai come in questi giorni sento nominare la Basilicata un po’ da tutti. E pensare che fino a ieri c’era ancora chi mi chiedeva dove fosse ubicata, quando la raccontavo. Ora se ne parla e addirittura se ne sparla. Ora, ma non so per quanto, è diventata “di interesse pubblico”. Certo è che sentirne parlare solo perché “ lì c’è il petrolio”, non può fare tanto piacere a chi come me con questa regione ha un legame viscerale. Come alcuni di voi sapranno io sono nata a Roma ma ho origini lucane sia da parte di madre che di padre. Il mio cognome poi ne è testimonianza: Brienza è una bellissima cittadina in provincia di Potenza con un castello incantevole. In Basilicata ci ho trascorso praticamente tutte le estati della mia infanzia e di gran parte della mia adolescenza. Io e mia sorella ogni tanto ricordiamo quei viaggi, 5 interminabili ore in pullman fino a Marsico Nuovo o a Villa D’agri, come delle vere e proprie avventure. Ancora oggi scherziamo con i familiari raccontando che i nostri genitori ci spedivano lì come pacchi postali per lavorare in santa pace nelle cocenti estati romane. Comunque a noi piaceva stare lì con i nonni , gli zii e i cugini. Eravamo coccolate dalla mattina alla sera. Ormai donna, ci torno ogni volta che posso per godermi i miei affetti e le amicizie che ho continuato a coltivare in tutti questi anni. Faccio questo preambolo per condividere con voi la mia riflessione sulla considerazione che hanno di questa regione quelli come Marcello Sorgi che a Ballarò, non nel salone di casa sua, l’ha descritta “desolata” e con la gente che ancora va in giro “con le galline” sotto il braccio. All’inizio ci ho riso su, pensando che se non ci sei mai andato in quelle terre non le puoi capire o commentare ( vedi il testo della canzone di “Basilicata cost to cost” scritta da Papaleo : “ tu che ne sai, l’hai vista mai? Basilicata is on my mind.”) poi però ho pensato alla dignità dei miei bisnonni, dei miei nonni, della mia famiglia e mi si è alzata, come dire, la vena. Forse, voglio sperare, si confonde l’autenticità di questi luoghi con la loro desolazione. Saper vivere serenamente anche senza le Ferrari che sfrecciano nelle vie del centro (qualche volta se ne vendono anche lì!!!), senza passare i pomeriggi a consumare le suole delle scarpe per le vie dello shopping, senza impiegare ore a fare le sagome nel traffico la mattina per raggiungere il posto di lavoro, non vuol dire essere rimasti alle “Bucoliche” di Virgilio. Si certo, i miei nonni avevano le galline, erano contadini. Avevano le stalle, gli orti, le vigne come lavoro. Si spaccavano la schiena al sole dalla mattina alla sera per piantare i pomodori e raccogliere le patate, gliel’ho visto fare con i miei occhi e mi sembravano degli eroi. Ma siamo sicuri che possedere polli, conigli, bestiame di vario genere anche nel 2016 significhi desolazione o sottosviluppo? Non credo proprio. Ne riderebbero i miei nonni se fossero ancora vivi. Proprio loro, che non facevano altro che ripetermi (oggi lo ripetono i miei) “ se dovesse tornare la fame noi sapremmo sopravvivere, voi nuove generazioni no!”. Quanta verità. Oggi mio padre coltiva il suo orto “prestigioso” nelle campagne romane e da solo, con ciò semina e raccoglie grazie agli insegnamenti ricevuti, potrebbe sfamare una famiglia intera. Un lucano che vive in Basilicata di questi tempi, si può ancora permettere di mangiare una lattuga appena raccolta anziché di andare a spendere €2.00 per una insipida bustina di insalata GranMix al supermercato. Può ancora decidere di bere zabaione la mattina ( servono le uova fresche! non fresche di frigo!!). Può bere il latte appena munto, dolce e leggermente tiepido, e in tanti casi può anche decidere di vendere tutto quello che produce. Chi sta meglio alla fine dei conti? Non certo chi pensa che questo sia stato di “totale desolazione”. La vera ricchezza della Basilicata, in realtà sta proprio in questo: decidere di vivere ancora con le cose semplici pur potendo avere tutta la modernità di questo mondo. Allora, per favore, meglio che non se ne parli se lì non ci si è mai stati, se non si sa dove mettere il dito sulla cartina per indicare dove si trova. Piuttosto si provi a visitarla: VIGGIANO, VILLA DA’GRI, MARSICOVETERE, RIONERO, GRUMENTUM, DIGA DEL PERTUSILLO, MOLITERNO, POTENZA, MATERA, SCANZANO, BRIENZA, PERGOLA, PISTICCI, COLOBRARO (il paese Innominabile!!) .. e non continuo per non destare eccessiva curiosità. Io sono nata e cresciuta in città, amo Roma immensamente, ma alla Basilicata, alla sua gente, alle sue tradizioni, devo tanti insegnamenti che spero di saper tramandare un giorno ai miei figli così come i miei genitori son riusciti a fare con me. Rispettiamo questa terra e i suoi abitanti.

Francesca Brienza

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