Pubblicato il Agosto 25th, 2016 | Da admin
0PUTIN: “ESCLUDERE I NOSTRI ATLETI PARALIMPICI E’ FUORILEGGE”.
Mosca – Ricordate la provetta di Colin Powell alle Nazioni Unite? Ricordate le scuse di Tony Blair sulla guerra in Iraq? Quello che sta succedendo con gli atleti russi è una farsa ancora più grossa di quelle sopracitate. Meno male, che le conseguenze non saranno cosi devastanti (morte di un milione di persone), ma moralmente è tutto altrettanto inaccettabile. Toccare l’ultima speranza delle persone disabili e innocenti, va oltre ogni logica.
Il report di Richard McLaren alla WADA ha fatto il lavoro sporco con i campioni olimpici russi, escludendo tutta la squadra di atletica leggera e di sollevamento pesi e facendo danno anche ad altri atleti russi. Aveva pochi argomenti, cosi Thomas Bach, presidente del comitato olimpico ha chiesto alla WADA di presentare “una evidenza di questo rapporto”, ma McLaren ha rifiutato di farlo. “Ci siamo rivolti a McLaren con l’intenzione di ottenere prove concrete prima che i dati venissero trasferiti alla IAAF. In risposta abbiamo sentito che non aveva intenzione di fornire queste informazioni, in quanto le ritiene non urgenti e di vitale importanza per il CIO. Lo testimonia la corrispondenza di posta elettronica“, — ha detto ai giornalisti Bach nel ultimo giorno di Giochi Olimpici a Rio.
E quindi con grande sorpresa, basandosi su questo Report, prima il Comitato paralimpico internazionale (Ipc), poi il CAS hanno escluso tutti gli atleti russi alle prossime Paralimpiadi di Rio. Usando gli stessi principi “olimpici” di “responsabilità collettiva” (quelli usati da Hitler), basandosi su un report molto criticato e in costante cambiamento del contenuto. In una intervista ad Ogonek (gruppo Kommersant) Mikhail Terentiev, membro di Comitato paralimpico degli atleti (quel titolo simile, che ha recentemente conquistato Elena Isinbaeva), ha detto che “ll Report colpisce due volte”, e ha spiegato: “Le accuse del report non sono rivolte a concreti atleti paralimpici, ma vogliono far credere che si tratta di “doping di stato russo”, altrimenti avrebbero escluso solo gli atleti citati nel report”. Terentiev racconta ancora: “quando i russi hanno chiesto di dare i nomi dei 35 atleti coinvolti, prima non li hanno voluti dare, poi hanno detto che di questi 35, venti non erano nostri. Abbiamo allora chiesto di fornirci i nomi dei nostri. Abbiamo ricevuto la lista e scoperto ad esempio, che ad uno hanno cambiato la prova a Sochi. Ma lui non ha partecipato a Sochi! Poi leggiamo “lotta libera”, ma nei giochi paralimpici non c’e questa disciplina. Ci sono poi sportivi inesistenti”. Quindi, conclude l’ex sportivo (ha partecipato a 6 paralimpiadi), “le decisioni dovrebbero essere prese basandosi su dati e fatti concreti, ma il WADA si comporta come un truffatore”. Interessante, che Terentiev ha rilasciato questa intervista prima della decisione del CAS, che avrebbe dovuto verificare almeno questi fatti.
Adesso i singoli atleti dovrebbero fare causa ed appellarsi alla Corte dei diritti internazionali, ma la storia sembra una vera farsa. E’ molto strano che il mondo intero taccia (e quindi acconsente) su tale discriminazione. Da ricordare infine, che gli atleti paralimpici russi sono i più forti in assoluto: vincono quasi metà di tutto il medagliere. Quindi a qualcuno fa comodo umiliarli ed escluderli dal podio.
Proprio oggi, al Cremlino, durante la cerimonia di premiazione degli atleti reduci dalle recenti Olimpiadi di Rio de Janeiro, lo stesso Vladimir Putin nel suo discorso si è soffermato molto, usando parole molto dure, sull’esclusione della rappresentativa paralimpica russa ai prossimi Giochi che inizieranno il prossimo 7 settembre 2016 sempre in Brasile a Rio: “Mi dispiace per coloro che hanno preso tali decisioni in quanto non riescono a capire che in questo modo umiliano se stessi. La decisione di sospendere la nostra rappresentativa è al di là di tutti i confini delle norme di legge, principi morali e umanitari. Tutto questo – ha proseguito il Presidente – è semplicemente cinico e crea una enorme frustrazione su coloro che vedono lo sport come il proprio senso della vita, su quelli che si ispirano con speranza e aspettative ai milioni di persone con capacità fisiche limitate. Ritengo – ha concluso Putin – che le strutture antidoping internazionali sicuramente hanno bisogno di migliorare il loro modo di lavorare, in modo da essere libere da qualsiasi pressione politica“.
Evgeny Utkin