Pubblicato il Luglio 6th, 2016 | Da admin
0A PRANZO CON PUTIN PARLANDO DI IGP E SANZIONI
Milano – In una intervista rilasciata a Evgeny Utkin in occasione del 4°Food & Made in Italy del Sole 24 Ore, Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare Italia, parla del Forum Economico di San Pietroburgo (SPIEF 2016), del pranzo con Vladimir Putin e su come superare le sanzioni per i prodotti IGP.
– Presidente Scordamaglia, come valuta la partecipazione italiana al recente Forum Economico di san Pietroburgo?
- E’ stato un appuntamento sicuramente importante, importante per l’economia mondiale, importante per le relazioni tra Italia e Russia visto che per la prima volta c’era un paese ospite ed era l’Italia, importante anche per l’agroalimentare dei due Paesi che ha avuto un ampio spazio sia nei dibattiti pubblici, sia nei colloqui tra il presidente Putin e il presidente Renzi. L’Agroalimentare è stato descritto anche come un ponte di ripresa del colloquio, di dialogo e di superamento delle attuali tensioni e sanzioni. L’Italia ha tutto quello che alla Russia serve e la Russia ha tutto quello che all’Italia serve. La Russia ha territorio agricolo, fertile, pronto ad essere valorizzato, l’Italia ha strumenti di valorizzazione, tecnologie, know how, aziende in grado di valorizzare sul posto e di investire sul posto…
– Quindi lei sta parlando praticamente di made in Italy e made with Italy?
- Questo era il tema del dibattito tra Russia e Italia, ma non direi solo di questo, direi che made in Italy è made with Italy perchè se ci sono determinati prodotti agricoli che necessariamente bisognerà fare in Russia, senza produrre ad esempio carni bovine per poi mandarle in Russia, d’altro canto ci sono prodotti ad alto valore aggiunto che per la loro natura e legame al territorio, si devono fare sul territorio e poi esportare in Russia. In questo senso c’è stata anche una apertura del governo russo che ha detto che avrebbe valuato con particolare attenzione la tutela ed un rafforzamento della collaborazione su questo aspetto.
- DOP e IGP, di tutti, vuol dire “Parmigiano Reggiano“, “Prosciutto di Parma“… che oggi in Russia sono oggetto di contraffazioni e imitazioni perchè non potendoli importare li producono in loco e vogliamo che il governo russo si impegni a difendere l’originalità dei prodotti e a riaprire le esportazioni dall’Italia.
– Ho capito, ma non ha avuto occasione di assagiare ad esempio “Mozzarella” russa o qualche altro prodotto…
- Certo che si…
– E com’è?
- Tutt’altra cosa, è un buon prodotto che però non ha niente a che fare con la mozzarella…
– E invece al pranzo con Putin?
- Turri prodotti di cucina locale ad altissimo livello, ma eravamo tutti molto presi dalla personalità dei presenti per apprezzare il cibo.
– Quindi non cibo italiano ma prevalentemente russo, locale…?
- Si, era un cibo prevalentemente internazionale e d’altronde il vero cibo italiano mancava perchè non poteva arrivare neanche in quella occasione.
– Come state andando in Russia, avete piani di espandervi?
- Si, certo, sicuramente si… oggi abbiamo già quasi 900 dipendenti, siamo presenti con la più grande industria della lavorazione delle carni a Mosca, abbiamo un macello ad Orenburg, stiamo creando nuovi allevamenti oltre che nella stessa regione di Orenburg ma anche del Tatarstan. Siamo in costante sviluppo perchè crediamo che questo sia il momento giusto per rilanciare gli investimenti del Paese.
– Quindi le sanzioni vi hanno ostacolato o vi hanno in un certo senso aiutato, stimolato per farvi rivedere nuove opportunità o modelli di business…?
- Credo nè ostacolato, nè aiutato. Noi abbiamo fatto sempre due cose, produrre localmente ed importare le eccellenze dall’Italia ed è quello che continuiamo a voler fare. Chiaramente oggi ci mancano dei prodotti, che speriamo tornino presto nella nostra distribuzione.
Evgeny Utkin