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Piattaforme digitali: una scorciatoia per l’export?

E’ vero, le tecnologie digitali disintermediano. Se prima l’impresa aveva pochi strumenti per comunicare la propria offerta a clientela internazionale, oggi Internet ha modificato digital-economycompletamente lo scenario. Tuttavia, chi si appresta a lanciare una piattaforma e-commerce per aprire le vendite sui mercati esteri, si accorge strada facendo che l’operazione non e’ cosi semplice, e richiede numerose attività difficili da gestire senza personale all’estero se non addirittura l’apertura di un ufficio in loco. Questo non significa che le nuove realtà digitali non creino opportunità senza precedenti, ma che per sfruttarle occorre una solida conoscenza di marketing internazionale e l’implementazione di attività fisiche per supportare le vendite e la gestione dei clienti stranieri.
Esempi? L’organizzazione di una piattaforma logistica e distributiva in loco, l’invio delle campionature, la certificazione dei prodotti, l’adeguamento del packaging, l’assistenza clienti e garanzia post-vendita, e cosi via.
Una situazione ricorrente rilevata dal team di GruppoBPC International in decine di progetti export, che ha portato a rilevare come sia piu facile per chi ha una infrastruttura fisica internazionale far affiancare una comunicazione digitale, che per una piattaforma e-commerce estendere semlicemente i confini della sua azione geografica. Una esperienza sul campo che evidenzia lo stretto connubio tra le due vie, quella digitale e quella fisica, e come solo una forte integrazione dei due canali porti a casi di successo in ambito internazionale.
Lo studio promosso da GruppoBPC ha cercato un modello che potesse meglio spiegare questo intreccio. “Abbiamo compreso in etrema sintesi come un’azione di sviluppo dell’impresa all’estero
implichi una interazione tra gli attori in tre ambiti: informazioni, comunicazioni e beni – dice Antonio Borello, CEO di GruppoBPC Internationale come le tecnologie digitali e le attività fisiche siano in grado in vario modo di eseguire efficacemente questo interscambio”. In pratica, evidenziando come una struttura fisica possa essere di supporto alla piattaforma digitale, e viceversa, sfruttando i punti di forza e minimizzando i limiti dei due approcci. “Un percorso che genera altresi’ innovazione” viene sottolineato.
E, dunque, come partire per ottenere un simile risultato? “Da un attento esame delle attività aziendali coinvolte nel processo di internazionalizzazione e da una successiva riorganizzazione delle stesse, intervenendo su processi, strumenti e risorse umane – risponde Antonio Borelloun percorso in grado di generare efficienza e un generale miglioramento del modo di fare impresa in
tutti gli ambiti”.
A disposizione dei nostri lettori l’approfondimeno dei risultati dello studio, che contiene altresi indicazioni operative utili alla implementazione di un simile percorso, al seguente link.
GruppoBPC International
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