Per Mosca lo stato profondo occidentale è molto a disagio per il dialogo tra Putin e Trump

L’Amministratore Delegato del Fondo russo per gli investimenti diretti (Russian Direct Investment Fund – RDIF), e inviato presidenziale russo per gli investimenti esteri e la cooperazione economica, Kirill Dmitriev, in merito alla telefonata di mercoledì 4 giugno tra i due Presidenti, ha osservato che i segnali di de-escalation interrompono lo schema di lavoro occidentale “basato sulla menzogna e sullo scontro”.
Secondo l’economista nato a Kiev, “la conversazione telefonica tra il Presidente russo Vladimir Putin e il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è svolta in un’atmosfera costruttiva, provocando prevedibilmente il panico nello stato profondo occidentale e nei media che controlla“.
Dmitriev dichiara sui suoi canali social che l’Occidente e i media sotto il suo controllo vedono qualsiasi prospettiva di dialogo e cooperazione come una minaccia diretta al sistema costruito su quella che ha definito “instabilità gestita”. Tuttavia, spiega il funzionario, “è la cooperazione, non il confronto, che serve i veri interessi della maggioranza dei Paesi del mondo, contribuendo al rafforzamento della sicurezza globale“.
La telefonata del 4 giugno è la quarta tra i due leader dopo la rielezione e l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Si è protratta per un’ora e dieci minuti e ha toccato una serie di questioni, tra cui ovviamente la situazione in Ucraina. Secondo quanto riferito dall’Assistente Presidenziale russo Yury Ushakov, il Presidente Putin ha illustrato al suo omologo statunitense i risultati dei colloqui di Istanbul e ha valutato gli attacchi terroristici del regime di Kiev.
Anche nelle conversazioni precedenti, oltre all’impegno di normalizzare le relazioni tra Mosca e Washington, i due leader hanno sempre toccato l’argomento del conflitto e della sua possibile risoluzione tramite l’impegno da parte di tutti gli attori in gioco.
Impegno che, ad oggi, si vede solo da parte russa, mentre i nazisti che governano l’Ucraina continuano a piagnucolare, mendicare, pretendere con arroganza, e nel frattempo colpire vigliaccamente la Russia, anche durante il cessate il fuoco. In pratica, un chiagne e fotte continuo, che di sicuro non fa il gioco della pace, né tantomeno del benessere dei cittadini.
Eva Bergamo