La Russia produrrà il suo parmigiano a Kaliningrad. Questo è il risultato della mancata possibilità di esportazione del prodotto italiano, per le vigenti sanzioni. Il famoso formaggio italiano poi potrebbe rientrare in Unione Europea attraverso altri canali o triangolazioni con altri paesi.
La produzione di parmigiano verrà avviata nella regione di Kaliningrad. L’attrezzatura necessaria alla produzione è in fase di preparazione sul territorio dello stabilimento nel parco industriale di Chernyakhovsk. La produzione del formaggio inizierà la prossima settimana, i prodotti saranno in vendita tra sei mesi, ma i vari tipi di stagionatura saranno disponibili entro il 2025.
Il parmigiano dovrebbe essere prodotto con il marchio Würth, e gli stessi produttori promettono di rendere il prezzo del formaggio “il più conveniente possibile“.
Il lancio dell’impianto era previsto nel primo trimestre del 2023. Tuttavia, a causa di difficoltà con la consegna delle attrezzature, l’inizio della produzione è stato posticipato all’estate.
Nati in pochi mesi per sostituire le produzioni originali che ora latitano e già arrivati a sfornare “Russkiy Parmesan” (anche negli impianti di Stavropol) e simili per un valore di 250 milioni di euro. Dagli Urali alla regione di Sverdlovsk, come si è potuto vedere di recente al Cibus di Parma, sta infatti proliferando un’industria lattiero-casearia e salumiera che non tralascia nemmeno il Montasio, i pecorini, la mozzarella e la ricotta. Con le aggiunte di mascarpone, robiola, salami, pizze, scamorze e insalate vendute in confezioni e fogge ‘ispirate’ a quelle delle nostre prelibatezze.
E secondo il sindacato russo dei produttori lattiero-caseari, il Soyuzmoloko, questo fenomeno ha contribuito pesantemente a fare schizzare i livelli di produzione di formaggio russo a quota 47 miliardi di rubli (600 milioni di dollari, quattro volte il valore del pre-guerra). Mentre le speranze dei produttori locali, nonostante le difficoltà a investire nell’industria alimentare in tempi in cui la nazione governata da Vladimir Putin ha altre priorità, sono di arrivare a produrre parmigiano di alta qualità buono anche per l’export entro 5 o 7 anni. Sulle solide basi di un attuale “Russkiy Parmesan” descritto da chi lo realizza come “un’alternativa al Parmigiano Reggiano dalla consistenza dura molto simile e dal gusto e aroma intensi specifici”. Se questi sono i risultati delle sanzioni europee, la Russia sentitamente ringrazia.
RED