Neuroscienze e nuove prospettive di ricerca sulla violenza come fattore di rischio in gravidanza - Russia News / Новости России

Medicina

Pubblicato il Dicembre 12th, 2024 | Da Redazione Russia News

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Neuroscienze e nuove prospettive di ricerca sulla violenza come fattore di rischio in gravidanza

Sempre più spesso gli adolescenti si sentono soli e incompresi, ricadono nelle dipendenze patologiche e
sviluppano disturbi emotivi o vere e proprie patologie psichiatriche, spingendosi talvolta sino al suicidio. Dalla revisione di Esposito-Smythers e Goldston (2008) viene messo in luce che la presenza di un disturbo da uso di sostanze è associata a un aumento di 3-4 volte dei tentativi di suicidio. Inoltre gli adolescenti a cui è stato diagnosticato un disturbo da uso di sostanze sono soggetti da 5 a 13 volte di morire per suicidio rispetto agli adolescenti senza questa diagnosi (Kelly et al. 2001).Dal Rapporto Giovani condotto da Eures Ricerche Economiche e Sociali, in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Giovani e l’Agenzia Italiana per la Gioventù (2024), in Italia il suicidio rappresenta la quarta causa di morte tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 29 anni. Nel 2021 il 13,9% dei suicidi ha riguardato la fascia tra i 15 e i 34 anni, mostrando un aumento rilevante rispetto al periodo precedente la pandemia (Eures Ricerche Economiche e Sociali, 2024).

Per poter dare un contributo significativo rispetto a quella che potremmo definire come una vera e propria piaga sociale sarebbe opportuno risalire all’eventuale radice del problema. In molti casi, infatti, le origini di tale disagio risalgono al periodo vissuto nel grembo materno e alle violenze subite dalla madre. La violenza domestica che si verifica durante la gravidanza è associata a un rischio aumentato di morte perinatale e morte neonatale (Yost et al., 2005). Le donne che sono state ricoverate in ospedale per un’aggressione fisica durante la gravidanza corrono un rischio più otto volte più elevato di morte fetale e quasi sei volte più elevato di rischio di morte neonatale (El Kady et al., 2005). Inoltre la violenza domestica e l’esposizione continua a traumi sono associati ad aumento delle intercorrenze nel ciclo gravidanza-puerperale, vale a dire: restrizione della crescita fetale, anemia, fumo, prematurità, parto morto, rottura prematura delle membrane e distacco della placenta (Petrone et al., 2019).
Da studi più approfonditi è emerso che la violenza domestica può colpire i bambini anche prima che nascano.

Lo studio del Michigan State University (2014) è tra i primi a mettere in luce questa correlazione tra l’abuso di donne incinte con sintomi di trauma emotivo e comportamentale nei loro bambini entro il primo anno di vita. I sintomi includono incubi, facilità a spaventarsi, essere disturbati da rumori forti e luci intense, evitare il contatto fisico e avere difficoltà a provare piacere. Lo studio condotto su 182 madri di età compresa tra 18 e 34 anni ha evidenziato una relazione sorprendentemente forte tra gli abusi prenatali subiti dalla madre da parte del partner maschile e i sintomi del trauma postnatale nel bambino. L’abuso prenatale potrebbe, quindi, essere la causa di cambiamenti nei sistemi di risposta allo stress della madre, aumentando i livelli dell’ormone cortisolo, che a sua volta potrebbe aumentare i livelli di cortisolo nel feto. Il cortisolo, essendo una sostanza neurotossica, ha effetti dannosi sul cervello quando raggiunge livelli eccessivi. Questo meccanismo potrebbe essere alla base dei problemi emotivi che vengono riscontranti dopo la nascita in bambino con madri che hanno un vissuto traumatico e violento e potrebbe anche rappresentare l’inizio dei problemi psicologici ed emotivi vissuti dagli stessi bambini una volta divenuti adolescenti. Inoltre questa situazione potrebbe creare una forma di attaccamento madre/figlio insicuro o alterato al punto da causare dei cambiamenti nel funzionamento neurofisiologico del bambino (Michigan State University, 2014).

La violenza domestica nei confronti delle donne durante la gravidanza può avere un impatto significativo anche sullo sviluppo cerebrale del nascituro e un alterazione neuro-psico- posturale. Hiscox et al. (2023) hanno analizzato le scansioni cerebrali di 143 neonati sudafricani le cui madri erano state vittime di violenza del partner intimo (IPV) durante la gravidanza. La violenza del partner intimo include abusi o aggressioni emotive, fisiche e/o sessuali. Le scansioni MRI del cervello sono state eseguite quando i neonati avevano in media solo 3 settimane, quindi è probabile che tutti i cambiamenti osservati si siano sviluppati all’interno dell’utero (Hiscox et al., 2023).
Lo studio evidenzia come l’esposizione materna all’IPV durante la gravidanza sia associata ad alterazioni nella struttura cerebrale nei neonati identificati subito dopo la nascita. È importante notare che gli effetti
dell’esposizione all’IPV possono variare in base al sesso del bambino. Per le bambine, l’esposizione della
madre all’IPV durante la gravidanza è stata associata a un’amigdala più piccola, un’area del cervello coinvolta nello sviluppo emotivo e sociale. Per i bambini, l’esposizione all’IPV è stata invece associata a un nucleo caudato più grande, un’area del cervello coinvolta in molteplici funzioni, tra cui l’esecuzione del movimento, l’apprendimento, la memoria, la ricompensa e la motivazione (Hiscox et al., 2023).

I cambiamenti precoci nelle strutture cerebrali potrebbero spiegare perché i bambini, le cui madri sperimentano alti livelli di stress dovuti a traumi e violenza domestica durante la gravidanza, abbiano maggiori probabilità di sviluppare problemi psicologici nell’infanzia o in età avanzata. Queste modifiche potrebbero in parte spiegare anche lo sviluppo di disturbi del neurosviluppo e di altre patologie psichiatriche. In futuro si può presentare nei pazienti psichiatrici adulti una possibilità di ravvisare una correlazione rispetto ai problemi sviluppati in ambito neurofisiologico-posturale e psicologico-emotivo, richiamando comportamenti delinquenziali (come le dipendenze patologiche) e criminologici, degenerando il funzionamento del “il Locus Coeruleus, un nucleo cerebrale coinvolto, quando disfunzionale nelle malattie neurodegenerative, nel controllo del sistema limbico (memoria, attenzione, concentrazione, controllo dell’ansia e della depressione). Questo nucleo è responsabile direttamente o indirettamente della produzione dei maggiori neurotrasmettitori. La Acetilconina e la Noradrenalina sono prodotti in loco, la Serotonina e la Melatonina a cura della ghiandola pineale in seguito alla stimolazione cerulea, la Dopamina si origina dalla Substanzia Nigra sempre in seguito a stimolazione cerulea.“Ecco perché lavorare sulle cause diventa tanto fondamentale quanto necessario per il futuro delle nuove generazioni.

Le differenze di genere nello sviluppo del cervello potrebbero anche aiutare a spiegare perché ragazze e
ragazzi spesso sviluppano diversi problemi di salute mentale (Hiscox et al., 2023).Partendo da queste evidenze si dovrebbe agire innanzitutto sulle mamme, concentrando gli interventi di riabilitazione sulla capacità di saper riconoscere, rispondere e segnalare la violenza domestica.
Prevenire o agire rapidamente per aiutare le donne a sfuggire alla violenza domestica può essere un modo efficace per supportare uno sviluppo cerebrale sano nei bambini. Le cause della violenza interpersonale sono complesse e spesso il risultato di fattori individuali, familiari, comunitari e sociali. È importante, pertanto, agire attraverso un approccio multidisciplinare e integrato che sappia includere diverse prospettive professionali.

Pschiatria, Psicoterapia, approccio psicologico, terapia miofunzionale, socioterapia, pedagogia clinica e forense, medicina tradizionale e integrata, neuroscienze e la Stimolazione Magnetica Transcranica (Questa tecnica prevede la proiezione di un campo magnetico fluttuante (impulsi magnetici) attraverso il cranio nel cervello. Il suddetto campo magnetico genera correnti elettriche all’interno del tessuto cerebrale (tramite induzione elettromagnetica) che modulano l’attivazione neuronale. Gli impulsi TMS erogati consecutivamente sono indicati come ripetitivi o rTMS. Le caratteristiche della stimolazione magnetica transcranica rendono questa tecnica un metodo fondamentale è uno strumento di analisi delle funzioni cognitive superiori e della via motoria centrale).
Sono tutti approcci utili ed efficaci. È importante ricordare che le collaborazioni tra discipline sono essenziali per poter fare progressi sotto tutti i punti d vista, emotivo, cognitivo, neuronale, sociale e psicologico (Alhusen et al.,2015).

Dr. Hamida Ouled Slimane

Dr. Hamida Ouled Slimane

About the autor: Neuroscientist, Neurocriminologist, Clinical and Forensic Neuropsychopathologist expert in Integrated Medicine. She is a professor for a high-level training course in Criminology and the study of addictions. Founder and CEO of the scientific method and center “Gaudium” or the use of the multidisciplinary approach to clinical contexts. President of the PSAF headquarters in France (Scientific Association of Insurance and Forensic Health Professionals recognized by the Ministry of Health), President of delegation (Association of Italian Sociologists, recognized by the Ministry of Business and Made in Italy) in Paris and member of AIPU (Italian Association of University Posturology),Honorary Researcher and INTERNATIONAL CHANCELLOR OF REGIONAL SCIENTIFIC DIRECTORS and DIRECTOR OF INTERNATIONAL AND UNIVERSAL EXPERTS IN LAW in SCIENCE AND SCIENCE in IFNLS (International Federation of Neurolegal Sciences) and member of IPO (International Police Organization, recognized by the UN). She is also committed to developing projects at an international level on scientific studies. She is a published
author of a book belonging to the scientific chain: Neuromodulation in the Treatment of Addictions and
numerous scientific studies:and developed a research study currently being published: THE
CORRELATION BETWEEN PSYCHIATRIC DISORDERS AND SLD: A STUDY TOWARDS NEW
RESEARCH PERSPECTIVES.

BIBLIOGRAPHY
Alhusen J.L., Ray E., Sharps P., Bullock L. Intimate partner violence during pregnancy: maternal and neonatal outcomes. J Womens Health (Larchmt). 2015, 24(1):100-6.
El Kady, D., Gilbert, W. M., Xing, G., & Smith, L. H. Maternal and neonatal outcomes of assaults during
pregnancy. Obstetrics & Gynecology, 2005, 105(2): 357–363.
Esposito-Smythers C., Goldston D.B. Challenges and opportunities in the treatment of adolescents with
substance use disorder and suicidal behavior. Subst Abus. 2008, 29(2):5-17.

Ferrante A; La Nuova Terapia MioFunzionale – Manuale Teorico-Pratico; 2022
Kelly T.M., Lynch K.G., Donovan J.E., Clark D.B. Alcohol use disorders and risk factor interactions for
adolescent suicidal ideation and attempts. Suicide Life-Threat. 2001, 31:181– 193.
Ouled Slimane H. La neuromodulazione nel trattamento delle dipendenze, Wip Edizioni, 2022.
Petrone P., Jimenez-Morillas P., Axelrad A., Marini C.P. Traumatic injuries to the pregnant patient: a critical
literature review. Eur J Trauma Emerg Surg. 2019, 45(3):383–92.
Yost, N. P., Bloom, S. L., McIntire, D. D., & Leveno, K. J. A prospective observational study of domestic violence during pregnancy. Obstetrics and Gynecology. 2005, 106(1), 61–65.
WEBSITE:
Eures Ricerche Economiche e Sociali, Giovani 2024: il bilancio di una generazione.
https://agenziagioventu.gov.it/wp-content/uploads/2024/04/2024_01_RAPPORTO-GIOVANI_REPORTCOMPLETO_4_4_2024.pdf.
Hiscox L.V., Fairchild G., Donald K.A., Groenewold N.A., Koen N., Roos A., Narr K.L., Lawrence M., Hoffman
N., Wedderburn C.J., Barnett W., Zar H.J., Stein D.J., Halligan S.L., Antenatal maternal intimate partner
violence exposure is associated with sex-specific alterations in brain structure among young infants: Evidence from a South African birth cohort, Developmental Cognitive Neuroscience, 2023, 60, 101210.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1878929323000154
Michigan State University. Domestic abuse may affect children in womb. ScienceDaily. 2024.
www.sciencedaily.com/releases/2014/12/141216100628.htm.

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