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Netanyahu oltre la follia: si scaglia anche contro l’ONU e la definisce “palude di bile antisemita”

Benjamin Netanyahu usa il palco dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per scagliarsi contro l’ONU stessa mentre decine di delegati hanno lasciato le posizioni al Palazzo di Vetro di New York per non ascoltare il discorso del primo ministro israeliano. Il cui discorso incendiario, al limite della follia, ha attaccato duramente proprio l’istituzione di riferimento della diplomazia internazionale. Colpevole, a suo avviso, di aver più volte votato contro Israele nella guerra a Gaza e di aver rimbottato troppo spesso Tel Aviv.

Israele non fermerà la sua operazione militare nella Striscia di Gaza finché non avrà completato la sua vittoria sul movimento radicale Hamas, ha affermato il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu nel suo discorso alla 79a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

L’ONU è definito una “palude di bile antisemita” da Netanyahu. Una palude da dragare, da prosciugare per far finire “la farsa” che quotidianamente vi andrebbe in scena. Netanyahu contesta il fatto che all’ONU Israele viene criticata per la sua condotta a Gaza, dove in un anno sono morte 41mila persone sotto le bombe di Tel Aviv: “Nessun esercito ha mai fatto quello che sta facendo Israele per ridurre al minimo le vittime civili: lanciamo volantini, inviamo messaggi di testo, facciamo milioni di telefonate per garantire che i civili palestinesi siano al sicuro”, ha affermato Bibi ( l’appellativo con cui viene chiamato Netanyahu). Aggiungendo che a suo avviso Israele sta “vincendo” a Gaza e contro Hezbollah in Libano e lanciando all’Arabia Saudita l’offerta di rafforzare gli Accordi di Abramo contro l’Iran.

Netanyahu che attacca l’ONU non è una novità. Netanyahu che usa lo scranno dell’Assemblea Generale per sferrare il suo schiaffo al multilateralismo invece lo è eccome. A suo avviso l’organizzazione fomenta complotti contro Israele. Anzi, di più: è una “società terrapiattista anti-israeliana”. Il discorso appare fondamentalmente un manifesto ad uso interno e di consenso da parte di un leader sulla cui sopravvivenza politica nelle ultime ore era tornata a volteggiare più di una nube.

Il monito del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov

Il ministro degli Esteri russo ha invitato le parti “a cessare immediatamente le ostilità, il che impedirebbe ulteriori spargimenti di sangue“, chiedendo la piena attuazione della risoluzione ( la n°1701) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che stabilisce gli impegni di de-escalation di Israele e Hezbollah e misure severe contro i violatori.

“La risoluzione n°1701, stabilisce sia gli obblighi di Israele di cessare tutte le operazioni militari offensive, ritirare le sue forze armate dal Libano meridionale e porre fine all’occupazione delle terre libanesi, sia gli obblighi di Hezbollah di ritirare tutte le formazioni a nord del fiume Litania“, ha affermato il ministro russo in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla situazione in Medio Oriente, compresa la Palestina. “Ma proprio oggi è stato dato l’ordine di bombardare Beirut“, ha detto Lavrov.

RED

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