Si basa su tecnologia e passioni attuali il nuovo orizzonte di studi della multinazionale svizzera, che decide di utilizzare le ultime
Secondo l’azienda si tratta di una “svolta salutista“, perché tali programmi sperimentali consentono di raccogliere dati sulle attuali tendenze dei consumatori, in modo da poterne intercettare i gusti alimentari. C’è da evidenziare però che un’operazione di così vasta entità e dispendio di risorse, dovrà per forza portare nelle casse della ditta un guadagno più che adeguato…
La rivista Independent riporta che già 100mila giapponesi sono entrati nel programma, chiamato “Nestlé Wellness
A ben guardare però, la Nestlé sfrutta la “voglia di protagonismo” degli utenti, che tramite una app per mobile inviano le immagini di quello che consumano, ricevendo in cambio dei consigli dietetici. A questo si aggiunge un pratico kit da utilizzare a casa per effettuare un esame del sangue e del Dna, al fine di rilevare i livelli di glicemia e colesterolo.
E’ inoltre allo studio un algoritmo in grado di processare i risultati del test con le informazioni genetiche e di conseguenza sviluppare soluzioni su misura… in pratica, i partecipanti al progetto permettono a questi laboratori di mappare il proprio codice genetico e di usufruirne liberamente!
In particolare, il Nestlé Institute of Health Sciences, istituto di ricerca biomedica legato all’organizzazione Nestlé Research, sta lavorando sulle nuove frontiere della nutraceutica e ha sviluppato nuovi strumenti per misurare i livelli di elementi nutrienti nel corpo umano. Se questa innovazione verrà concretata con successo, può spalancare le porte ad un nuovo modo di affrontare i pasti della giornata, in teoria con esisti positivi sullo stile di vita delle persone… ma il prezzo da pagare in materia di privacy e riservatezza sarà davvero alto, perché non ha senso permettere lo studio del proprio Dna ad un gigante economico (che per forza di cose ragiona sempre in termini di profitto), quando chi necessita di un particolare tipo di alimentazione può benissimo rivolgersi ad un medico specialista.
Viene però da chiedersi quanto sia eticamente corretto, da parte delle stesse aziende, utilizzare dati strettamente personali (come appunto il codice genetico), con la scusa della salute, per trarre un beneficio economico, seppur mascherato da buone intenzioni…
Eva Bergamo