Mondavio (PU) – M’incammino in mattinata lungo la statale litoranea imbattendomi in un silenzio irreale, passando cittadine che sembrano, se pur distanti dall’epicentro, colpite a morte da
Alcuni previdenti automobilisti tra Civitanova e Porto Recanati hanno “addobbato” le proprie vetture di ogni genere di conforto per i casi di prima necessita, colpiti dalla forte piscosi che l’evento sta scatenando. Le notizie che ascolto in radio non mi danno nessun conforto, sono sempre più allarmanti e parlano di migliaia di sfollati in aumento, confusi tra tendopoli e strutture ricettive, per non parlare del nostro patrimonio artistico e dei diversi borghi cancellati dalla furia del sisma.
Il maschio centrale coniuga imponenza e grande eleganza, tipico del retaggio progettuale rinascimentale di Francesco di Giorgio Martini che fu responsabile del sistema architettonico difensivo del ducato di Urbino sotto il dominio della famiglia Montefeltro e che differenziava con caratteristiche sempre diverse tutte le sue opere.
Incontro la dottoressa Sylvie Campolucci, che avevo contattato telefonicamente ed a cui chiedo subito le prime informazioni. Mi stila subito,
Dopo una rapida spiegazione, incentrata sui nudi e crudi fatti storici, che poco spazio danno all’immaginazione, la mia guida mi invita a salire sul possente maschio poligonale centrale, collegato con un piccolo e limitrofo torricino.
Salendo le scale i fantasiosi addetti ai lavori ad ogni stanza hanno posto delle statue dalle fattezze umane che ripropongono scene di vita quotidiana di secoli addietro e che sono così ben realizzate da farti sentire partecipe piuttosto che un semplice spettatore.
Dopo una breve visita e qualche foto all’intorno, scendo le scale, inoltrandomi nei sotterranei, dove stalle, soldati e macabre scene di torture si avvicendano tra loro. Giro in tondo senza mai accorgermi di aver fatto quel tragitto più volte e sono così immerso nell’animo di questo fiabesco castello da salutare per sbaglio una statua raffigurante un soldato, credendo che fosse il distinto signore tedesco che insieme a sua moglie si era addentrato tra le vorticose stanze delle segrete.
Mi sveglio a cavallo tra sogno e realtà ed esco sul fossato per scattare foto da postare immediatamente sui miei social network e che mi serviranno per abbellire il mio articolo. Sono tanti gli scorci che mi piacciono, perché mi svelano parti enigmatiche che dall’alto non riuscivo proprio a cogliere, infatti mi sposto in continuazione per immortalare i suoi più misteriosi anfratti.
Nell’ampio fossato, gli abili artigiani della città di Mondavio, oggigiorno hanno realizzato, secondo le vecchie metodologie costruttive antiche catapulte funzionanti e tutto ciò rende ancor più giustizia alla mia visita.
Il mio giro dura un’altra buona mezz’ora e mi sento, ad ogni minuto che passa, sempre più entusiasta della visita. Saluto la gentile dottoressa Campolucci, che mi consegna diversi opuscoli che mi serviranno per la stesura del pezzo e che sottolineano come il piccolo paesino viva di turismo, proveniente per buona parte dal nord Europa, date le sue svariate manifestazioni. Tra le tante celebrazioni la rievocazione storica è quella che mi
Ciro_C1P8, il mio drone che ho fortemente umanizzato, dovrà aspettare la prossima volta per la sua prima uscita, oggi era l’ideale con le belle condizioni atmosferiche vederlo volteggiare tra le antiche mura di questa affascinante città per qualche scatto aereo, ma il sogno svanisce come pula al vento al pensiero del dramma che si sta vivendo da parte delle popolazioni colpite dal sisma ad al mio paese che vorrei incoraggiare sussurrandogli: “Adorata terra mia… Ti prego resisti”.
Marco Iaconetti