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NELLE SPLENDIDE MARCHE: MONDAVIO IL BORGO MAGICO CHE NON TI ASPETTI

Mondavio (PU) – M’incammino in mattinata lungo la statale litoranea imbattendomi in un silenzio irreale, passando cittadine che sembrano, se pur distanti dall’epicentro, colpite a morte dail-castello-di-mondavio-pu-nelle-marche-4 questo terremoto che sembra aver accumulato una rabbia repressa per secoli e che sta sprigionando con un certo sadismo su una bella fetta della nostra amata penisola.

Alcuni previdenti automobilisti tra Civitanova e Porto Recanati hanno “addobbato” le proprie vetture di ogni genere di conforto per i casi di prima necessita, colpiti dalla forte piscosi che l’evento sta scatenando. Le notizie che ascolto in radio non mi danno nessun conforto, sono sempre più allarmanti e parlano di migliaia di sfollati in aumento, confusi tra tendopoli e strutture ricettive, per non parlare del nostro patrimonio artistico e dei diversi borghi cancellati dalla furia del sisma.

Spengo e decido di concentrami alla guida ed arrivo a metà mattinata in città. Il cielo terso sembra voler cancellare gli orrori dei giorni addietro ed il castello di Mondavio che troneggia fiero sullo skyline della cittadina sembra molto più grande rispetto alle foto viste su internet.

Il maschio centrale coniuga imponenza e grande eleganza, tipico del retaggio progettuale rinascimentale di Francesco di Giorgio Martini che fu responsabile del sistema architettonico difensivo del ducato di Urbino sotto il dominio della famiglia Montefeltro e che differenziava con caratteristiche sempre diverse tutte le sue opere.

Incontro la dottoressa Sylvie Campolucci, che avevo contattato telefonicamente ed a cui chiedo subito le prime informazioni. Mi stila subito, aneddoti e date a partire dalla sua edificazione che risalgono a cavallo tra il 1482 ed il 1492 per volontà di Giovanni della Rovere, signore di Senigallia, mettendo in evidenza come il maniero sia considerato un esempio assoluto di architettura militare rinascimentale, deludendo, però, un piccolo gruppo di ascoltatori che invece credeva che la rocca fungesse anche da dimora.

Dopo una rapida spiegazione, incentrata sui nudi e crudi fatti storici, che poco spazio danno all’immaginazione, la mia guida mi invita a salire sul possente maschio poligonale centrale, collegato con un piccolo e limitrofo torricino.

Salendo le scale i fantasiosi addetti ai lavori ad ogni stanza hanno posto delle statue dalle fattezze umane che ripropongono scene di vita quotidiana di secoli addietro e che sono così ben realizzate da farti sentire partecipe piuttosto che un semplice spettatore.

Dopo aver superato diverse rampe di gradini, che credevo più faticose data l’altezza della torre, arrivo al suo coronamento in cui una mostra mi presenta armi antiche di diversa foggia. Oggetti di morte realizzata dagli uomini che si combattono da secoli per terre e possedimenti, non riuscendo mai a memorizzare che eventi infausti come questo terremoto azzerano tutti i nostri folli desideri di conquista.

Dopo una breve visita e qualche foto all’intorno, scendo le scale, inoltrandomi nei sotterranei, dove stalle, soldati e macabre scene di torture si avvicendano tra loro. Giro in tondo senza mai accorgermi di aver fatto quel tragitto più volte e sono così immerso nell’animo di questo fiabesco castello da salutare per sbaglio una statua raffigurante un soldato, credendo che fosse il distinto signore tedesco che insieme a sua moglie si era addentrato tra le vorticose stanze delle segrete.

Mi sveglio a cavallo tra sogno e realtà ed esco sul fossato per scattare foto da postare immediatamente sui miei social network e che mi serviranno per abbellire il mio articolo. Sono tanti gli scorci che mi piacciono, perché mi svelano parti enigmatiche che dall’alto non riuscivo proprio a cogliere, infatti mi sposto in continuazione per immortalare i suoi più misteriosi anfratti.

Nell’ampio fossato, gli abili artigiani della città di Mondavio, oggigiorno hanno realizzato, secondo le vecchie metodologie costruttive antiche catapulte funzionanti e tutto ciò rende ancor più giustizia alla mia visita.

Il mio giro dura un’altra buona mezz’ora e mi sento, ad ogni minuto che passa, sempre più entusiasta della visita. Saluto la gentile dottoressa Campolucci, che mi consegna diversi opuscoli che mi serviranno per la stesura del pezzo e che sottolineano come il piccolo paesino viva di turismo, proveniente per buona parte dal nord Europa, date le sue svariate manifestazioni. Tra le tante celebrazioni la rievocazione storica è quella che mi salta subito agli occhi, perché nella metà di agosto il centro storico diviene come per magia il fulcro di una kermesse dal gusto rinascimentale, animata anche dai tanti figuranti in abiti tipici.

Ciro_C1P8, il mio drone che ho fortemente umanizzato, dovrà aspettare la prossima volta per la sua prima uscita, oggi era l’ideale con le belle condizioni atmosferiche vederlo volteggiare tra le antiche mura di questa affascinante città per qualche scatto aereo, ma il sogno svanisce come pula al vento al pensiero del dramma che si sta vivendo da parte delle popolazioni colpite dal sisma ad al mio paese che vorrei incoraggiare sussurrandogli: Adorata terra mia… Ti prego resisti.

 

Marco Iaconetti



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