Il Nabucco di Giuseppe Verdi inaugurerà la 95a edizione dell’Opera Festival 2017 all’Arena di Verona
Redazione
Verona – Il “Nabucco“, dramma verdiano composto sul libretto di Temistocle Solera, sarà proposto per 12 serate, dal 23 giugno ( serata inaugurale) fino al26 agosto, in un nuovo allestimento che porta la firma di Arnaud Bernard per regia e costumi e di Alessandro Camera per le scene. Alla direzione d’orchestra potremo apprezzare Daniel Oren (23, 29/6 – 7/7 – 4, 9, 12, 18, 23, 26/8), che dal 1984 ha guidato magistralmente solisti, Orchestra e Coro areniani in 45 titoli lirici per 28 Festival; mentre per tre serate salirà sul podio Jordi Bernàcer (12, 15, 18/7), talentuoso direttore al suo debutto all’Arena di Verona.
In scena spiccano i nomi di grandi interpreti verdiani: nei panni del protagonista Nabucco troviamo per la Prima e le due recite successive George Gagnidze (23, 29/6 – 7/7), cui seguono Leonardo Lòpez Linares (12, 15, 18/7 – 4/8), Boris Statsenko (9, 12, 18/8), al suo debutto nell’anfiteatro, e Sebastian Catana (23, 26/8). Il personaggio della fiera Abigaille è affidato a Tatiana Melnychenko (23, 29/6 – 7/7) e Anna Pirozzi (4, 9, 12/8) – che proprio in questo ruolo hanno visto il loro debutto in Arena rispettivamente nel 2013 e nel 2015 – e Susanna Branchini (18, 23, 26/8), apprezzata interprete areniana dal 2008, mentre sarà alla sua prima nell’anfiteatro veronese Rebeka Lokar (12, 15, 18/7). Altro debutto con Fondazione Arena, nel ruolo di Zaccaria, per Stanislav Trofimov (23, 29/6 – 7/7 – 23, 26/8), a cui fanno seguito i ritorni di Rafał Siwek (12, 15, 18/7) e In-Sung Sim (4, 9, 12, 18/8). Nei panni di Fenena vedremo Carmen Topciu (23, 29/6 – 7, 12/7 – 4/8), Anna Malavasi (15, 18/7) e Nino Surguladze (9, 12, 18, 23, 26/8), e in Ismaele Walter Fraccaro (23, 29/6 – 7/7), Mikheil Sheshaberidze (12, 15, 18/7 – 4, 9/8) e Rubens Pelizzari (12, 18, 23, 26/8).
Completano il cast, nel ruolo del Gran Sacerdote di Belo Romano Dal Zovo (23, 29/6 – 7, 12, 15, 18/7) e Nicolò Ceriani (4, 9, 12, 18, 23, 26/8); nei panni di Abdallo Paolo Antognetti (23, 29/6 – 7/7 – 18, 23, 26/8) e Cristiano Olivieri (12, 15, 18/7 – 4, 9, 12/8); infine, daranno voce ad Anna Madina Karbeli (23, 29/6 – 7, 12, 15, 18/7 – 4/8) ed Elena Borin (9, 12, 18, 23, 26/8).
Il titolo impegna l’Orchestra, il Coro preparato dal M° Vito Lombardi ed i Tecnici dell’Arena di Verona insieme a numerose comparse.
Con oltre 200 rappresentazioni tra le antiche pietre dell’Arena, Nabucco è tra i colossal delle stagioni areniane: terza per numero di recite dopo Aida e Carmen, l’opera, dalla sua prima rappresentazione nell’anfiteatro nel 1938, tornerà infatti in cartellone per 21 Festival, presentata in 10 gloriosi diversi allestimenti. Titolo di un giovane Verdi infervorato di passione politica e dalla voglia di riscatto nel panorama musicale, è molto amato dal pubblico, soprattutto per il celeberrimo coro del Va’, pensiero, magistralmente eseguito e bissato ogni sera dal Coro areniano. Grandi nomi si sono susseguiti per questo titolo in Arena: tra tutti ricordiamo la direzione d’orchestra di Gianandrea Gavazzeni per l’edizione del 1962, la regia di Sandro Bolchi nel 1971 e le memorabili interpretazioni di Ghena Dimitrova, quale potente Abigaille, oltre a Renato Bruson, Leo Nucci e Plácido Domingo nel ruolo del protagonista.
Nabucco lega la sua storia anche a Verona: la terza opera del compositore di Busseto viene portata per la prima volta sulla scena cittadina al Teatro Filarmonico nel 1844, a due anni dal debutto milanese, con la supervisione dello stesso Giuseppe Verdi, la direzione di Carlo Sampietro e le voci protagoniste di Filippo Collini e Giuseppina Strepponi.
Per il Festival 2017 Nabucco è proposto nel nuovo allestimento del regista francese Arnaud Bernard che traspone la messa in scena tra il 1848 e il 1860, periodo in cui l’Impero austriaco dominava il Regno Lombardo-Veneto. La regia di Bernard, difatti, legge nel contrasto insito nella vicenda narrata nell’opera – che si esprime nel conflitto tra Babilonia e Gerusalemme – la storia d’Italia negli anni turbolenti del Risorgimento. Ed è proprio questa visione profondamente risorgimentale suggerita da musica e libretto, e propria dei rivoluzionari italiani negli anni in cui Verdi componeva l’opera, che ha permesso a Nabucco di diventare nell’immaginario collettivo il titolo patriottico per eccellenza, con il suo Va’, pensiero che si eleva come una bandiera ad inno del riscatto nazionale. Bernard quindi parte da questa interpretazione, per rendere il dramma più storico, umano e verosimile: a riprova di ciò, nel secondo atto Nabucco non verrà colpito da un fulmine divino, ma si farà allegoria dell’uomo politico vittima di un attentato da parte di rivoluzionari armati di fucile; il Va’, pensiero sarà cantato dietro le barricate, fra i gesti di conforto e aiuto che si scambiano i reduci di ritorno da una battaglia; e tutta la messa in scena avrà come ambientazione luoghi ben riconoscibili: un noto teatro, il sagrato di una cattedrale, un bastione semi-diroccato, la sala di un palazzo nobiliare. Come ci racconta il regista, la vicenda parte da un momento storicamente ben definito, quasi fosse una fotografia d’epoca: «L’azione si svolge attorno al Teatro [alla Scala] durante una reale rappresentazione di Nabucco, per sottolineare maggiormente quanto l’opera e la musica di Verdi potessero entusiasmare ed accendere gli animi ancor più di mille proclami». Perché, chiarisce Bernard, «sicuramente la colonna sonora di questo periodo storico è stato il melodramma italiano, e in particolare le opere di Giuseppe Verdi».
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