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MUSICA: IL 3 MARZO I NEACO’ SBARCANO IN RUSSIA PER CANTARE LA NAPOLI INCLUSIVA

La Napoli inclusiva sbarca in Russia grazie alla musica dei Neaco’ (Neapolitan Contamination). La band si esibirà a Mosca martedì 3 marzo ore 19 presso la sala principessa Shakhovskaja dell’Helikon Opera, con la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata italiana.
Il progetto musicale NeaCo’ (Neapolitan Contaminationesegue il repertorio straordinario della canzone partenopea con ritmi nuovi e travolgenti. Ma non si limita a questo. Fa di più: fa viaggiare il pubblico, in tutto il mondo, con la musica di Napoli. Si parte da un’idea: Napoli rappresenta un modello di “civiltà dell’accoglienza”. La città, e quindi anche la sua canzone, ha assorbito nei secoli usi, costumi, sapori, colori, suoni. Li ha assorbiti da chiunque arrivasse, “contaminandosi” positivamente, arricchendosi, evolvendo. Perché a Napoli sanno bene che si impara sempre di più da chi è “altro da sé” che dai propri simili. La Città assorbe questi influssi, se ne nutre, li metabolizza, poi li diffonde, esportando ‘napoletanità’ in tutto il mondo e restituendo, arricchito, a ciascuno il messaggio di civiltà che ciascuno ha contribuito, in parte, a creare.
NeaCo’ riproduce questo modello nella musica. Il pubblico viene stimolato ad esplorare ‘dentro’ le canzoni della più classica tradizione napoletana, per rinvenire in ciascuna un diverso ‘seme di contaminazione’. Una scintilla, un elemento di globalizzazione che traspone il brano musicale in un contesto geografico, culturale, musicale del tutto diverso. La canzone si evolve e si trasforma geneticamente, pur nel sostanziale rispetto del testo, e quindi del messaggio, originario. È un modo per onorare un glorioso passato in chiave evolutiva, guardando al suo futuro.
L’ascoltatore viene condotto, canzone dopo canzone, in un viaggio tra Paesi e stili musicali. Dall’Argentina alla Francia, dalla Giamaica al Portogallo passando per gli USA, la Spagna, il Brasile, Cuba, etc., i classici della musica partenopea vengono riproposti (ciascuno in modo diverso) con il tango, la bossa nova, il gospel, il blues, il jazz, il rap, il funky, il calypso, il reggae, la rumba, etc. .
E così, grazie alla Neapolitan Contamination, Il Surdato ‘nnammurato della guerra ‘15-‘18 diventa un soldato americano, alleato degli italiani, che canta “Oje vita, oje vita mia” in blues. La fascinosa Brigida, cui è dedicata la canzone “A’ Tazza ‘e cafè”, vola da Napoli (dove si beve il migliore caffè del mondo) alla Giamaica (dove cresce la migliore pianta di caffè del mondo). I “guagliune e’ malavita” di Guapparia assomigliano a quelli swing di Fred Buscaglione e il Take Five di Dave Brubeck – con il suo modernissimo ritmo di cinque/quarti – veste le parole della più antica canzone napoletana, “Te voglio bene assaje”.
Il tutto espresso attraverso artisti di livello internazionale e di curriculum invidiabile. Oltre ai co-fondatori Giovanni Imparato (direzione artistica, voce e percussioni) e Luigi Carbone (regia, voce narrante e tastiere), l’esecuzione è affidata a un gruppo di musicisti intensi: Aldo Perris (orchestrazioni, voce, basso, contrabbasso), Antonio Carluccio (voce e chitarra acustica), Anna Rita Di Pace (voce e violino), Mats Erik Hedberg (chitarra ben temperata, E-bow, coro, voce), (sax, flauti e clarinetto) e Davide Grottelli (sax, flauti e clarinetto).
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