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Montreal: Khachanov supera Zverev e raggiunge Medvedev nella semifinale della Rogers Cup

Montreal – Archiviata la stagione su terra rossa, il circuito si è traferito in nordamerica per tornare a dare spettacolo sul cemento. Prima dello US Open, ultimo slam di stagione che aprirà i battenti il prossimo 26 agosto a New York, due gli eventi principali (categoria Master 1000) in programma: la Rogers Cup (quest’anno a Montreal) e, a seguire, il Western&Southern Open di Cincinnati. In Canada, il numero 8 della classifica ATP e numero 6 del tabellone Karen Khachanov, dopo il bye al primo turno, è sceso in campo con il campione svizzero Stan Wawrinka, sconfitto 6-4, 6-7 (3), 6-2, prima di imbattersi nel beniamino di casa Felix Augier-Aliassime. Qui il russo ha dato prova di grande carattere, recuperando un match che sembrava compromesso, quando, dopo aver perso il primo set, era andato sotto di un break in apertura del secondo parziale, prima di rimontare e vincere una maratona durata quasi tre ore 6-7 (9), 7-5, 6-3, conquistando così i quarti di finale. Ad attenderlo ha trovato il tedesco (di genitori russi) Alexander “Sasha” Zverev, passato dalla conquista delle ATP Finals del 2018 ad un periodo di crisi a cui neanche la collaborazione con Ivan Lendl, da poco interrotta, ha saputo porre rimedio. Eppure un avversario da non sottovalutare, perchè capace, ad appena ventidue anni, di aver già messo in bacheca ben 11 titoli in cui, oltre alle Finals, spiccano ben 3 Masters 1000 (tra qesti anche la Rogers Cup, conquistata nel 2017 in finale contro Roger Federer).

Primo set – Si parte con Zverev al servizio, ed il primo game è lo specchio del difficile momento attraversato dal tennista nativo di Amburgo. Sasha inizia il match con un rovescio in rete, a cui segue un doppio fallo; un errore di dritto lo porta sotto 0-40, che significa tre opportunità per Khachanov di strappare il servizio all’avversario in apertura. Il russo non deve neanche impegnarsi: il secondo doppio fallo di Zverev gli regala il break.  Un avvio disastroso che indirizza il set, visto che poi i servizi prendono a comandare i game lasciando poche chance in risposta. Nel sesto gioco, sul servizio di Khachanov, Zverev prova a prendere l’iniziativa e conquista il primo punto del game con una efficace discesa a rete; porta il russo ai vantaggi ma non riesce a procurarsi la palla break. Sulla parità Khachanov prima conquista il vantaggio con un servizio al corpo, poi si porta a casa il gioco grazie all’ennesimo (brutto) errore del tedesco, che spedisce in rete un tentativo in back di rovescio. Nel nono e decisivo gioco un doppio fallo di Zverev regala due set point consecutivi a Khachanov. Sasha scaglia a terra la racchetta dando sfogo a tutta la sua frustrazione; non contento, infierisce sulla stessa distruggendola. Il pubblico canadese manifesta il suo disappunto ed il tedesco, per farsi perdonare, regala il cimelio ad un giovane supporter. Cambiata la racchetta Sasha annulla il primo set point grazie ad un servizio al corpo; il secondo, invece, è annullato con uno splendido dritto lungo linea che sfrutta l’efficacia del servizio esterno precedentemente scagliato per aprirsi il campo. Game interminabile con il tedesco che salva altri tre set point, prima che il russo si conquisti la sesta opportunità con un dritto in contropiede. Zverev cerca nuovamente la soluzione con servizio esterno e dritto, ma stavolta il colpo in lungo linea è out e consegna il set al russo: 6 giochi a 3 in 36 minuti.

Secondo set – Dominio dei servizi nei primi cinque giochi in cui non si concedono più di due punti in risposta. Nel sesto game, però, arriva il passaggio a vuoto di Zverev che decide il match. Due errori di rovescio ed uno splendido passante stretto del russo valgono tre opportunità consecutive di strappare il servizio al tedesco che, come nel primo game del primo set, regala il break a Khachanov con un doppio fallo. Nel nono ed ultimo game Zverev ha una reazione d’orgoglio e si procura le prime (ed uniche) due palle break del match. Khachanov ha però il merito di restare lucido ed infila quattro punti consecutivi, chiudendo l’incontro con una gran prima di servizio sul rovescio del tedesco che risponde in rete: finisce 6-3, 6-3 in un’ora e tredici minuti di partita. Ad attenderlo in semifinale il connazionale Daniil Medvedev, che in precedenza aveva liquidato in meno di un’ora con il punteggio di 6-3, 6-1 l’austriaco Dominic Thiem, numero 4 della classifica ATP e testa di serie numero 2 del torneo. Per Medvedev è la conferma di uno stato di forma eccezzionale, già palesato pochi giorni fa con la finale raggiunta a Washington. Sopratutto, la conferma di un feeling particolare con il cemento, quello nordamericano soprattutto, visto che proprio da qui, circa dodici mesi fa, con la vittoria al Winston-Salem Open (secondo titolo ATP conquistato in carriera) è iniziato un periodo di ininterrotta continuità di risultati, che lo ha portato a conquistare la top ten della classifica mondiale, a ridosso del connazionale Khachanov. I due si erano incontrati in una semifinale già lo scorso anno, durante la Kremlin Cup, a Mosca. A spuntarla in tre set, in quell’occasione, fu un Khachanov in stato di grazia che avrebbe vinto il titolo e, appena due settimane dopo, si sarebbe imposto in finale sul numero uno al mondo Novak Djokovic per conquistare il suo primo Master 1000 in carriera, quello di Parigi-Bercy. Stavolta l’esito appare più incerto; comunque vada, nella finale di domenica, ci sarà un russo a provare a conquistare la Rogers Cup 2019.

Stefano Tardi

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