Il Punto

Pubblicato il Aprile 15th, 2017 | Da Redazione

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Macché guerra fredda… qui la situazione scotta!

In vari angoli del pianeta, stiamo assistendo ad una escalation davvero preoccupante di aggressività tra Nazioni.

Non solo la crescente tensione tra Usa e Russia per la questione siriana, ma anche il confronto tra Donald Trump e Kim Jong-un, il quale minaccia l’uso del nucleare in caso di attacco statunitense,  a cui l’America ha risposto con l’invio di navi e richiamo di riservisti per rafforzare le truppe.

Secondo gli esperti, Pyongyang, seppur nettamente inferiore dal punto di vista militare, disporrebbe all’incirca di 5.000 tonnellate di armi chimiche, oltre ad almeno 10 testate nucleari, il che potrebbe mettere in serio pericolo innanzitutto il Sud Corea, ma non solo.

Le notizie si susseguono senza sosta, al momento in cui scrivo il Giappone comincia ad organizzarsi  e pure la Cina, che in genere non si  espone apertamente preferendo privilegiare i propri interessi economici, inizia a guardarsi attorno con sospetto e mobilitare le truppe… non si sa mai…

D’altronde il colosso cinese sta investendo molto nei sistemi di difesa, arrivando ad avere mezzi sempre più moderni e potenti; non a caso é attualmente secondo solo alla Russia come carri armati e agli Usa a livello di sottomarini. Per quanto riguarda il budget destinato e la quantità di personale attivo, il Paese asiatico è in continua ascesa, oltre 2 milioni e 300 mila persone impiegate nel settore, sono il segno che Xi Jinping non intende trovarsi impreparato di fronte ad un eventuale conflitto, che attualmente non appare poi così improbabile.

A questo aggiungiamo l’intensificarsi delle azioni da parte dei terroristi in diversi Paesi e le dichiarazioni belligeranti di vari leaders in ordine sparso, dettate spesso da un nervosismo crescente e dal timore di soccombere… insomma sembra una fiction dalla trama complicata, ma è purtroppo lo stato attuale dei fatti.

Certo, una Nazione deve provvedere alla propria sicurezza  e questo avviene, come è sempre stato, anche tramite la forza militare e gli armamenti. Ogni Paese destina una certa somma del bilancio al rinforzo in questo ambito, anche se la speranza è sempre quella di non dover far ricorso a mezzi estremi, facendo piuttosto pressione sull’influenza della politica estera.

Pare però che la diplomazia stia subendo un forte ridimensionamento di fronte alle dimostrazioni di forza, e non riesca a far emergere il buonsenso, a scapito di una strategia di tensione che neanche durante il periodo della guerra fredda era così palpabile, e che rende praticamente  impossibile qualsiasi ipotesi sulle mosse future.

Il più imprevedibile di tutti pare proprio l’uomo che guida il Paese dall’arsenale più fornito, colui che è stato da poco eletto proprio in virtù delle sue dichiarazioni non belligeranti e di conciliazione con gli eventuali avversari. Non è ben chiaro se sia manipolato, ricattato o semplicemente poco lucido, ma sta emergendo tutta la stoltezza di un personaggio che, desideroso solo di mostrare la propria forza, non ragiona sulle conseguenze terribili dei suoi gesti inconsulti.

Sullo scenario mondiale, i protagonisti che danno prova di avere la testa sulle spalle e molto sangue freddo sono come al solito la Russia ed i suoi alleati, in primis quell’Iran che “Donaldone” continua  illogicamente a sanzionare e che invece si dimostra molto intelligente, conciliante e disponibile al dialogo.

Impossibile poi non rilevare il fatto che un conflitto globale non gioverebbe proprio a nessuno; a dirla tutta, gli esiti sarebbero talmente infausti da non portare profitto né ai produttori di armi né alle case farmaceutiche, che come ben sappiamo sono i primi a guadagnarci in caso di scontri.

Non sarebbe pertanto il caso di fermarsi un attimo a riflettere?

Eva Bergamo

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