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L’UE ha riconosciuto l’assenza di motivi per la confisca dei beni russi

L’Unione europea ha concluso che non esiste una base giuridica per una completa confisca dei beni russi congelati per un importo di 200 miliardi di euro . Bloomberg ne scrive facendo riferimento a un rapporto della Comunità europea su questo argomento.

L’agenzia di stampa osserva che l’UE sta valutando diverse opzioni per l’utilizzo di oltre 200 miliardi di euro di attività della Banca di Russia per inviarli in Ucraina.

Il gruppo di lavoro su questo tema non vede “un percorso legale affidabile per confiscare i beni congelati solo sulla base del fatto che questi beni sono soggetti a misure restrittive dell’UE. A questo proposito, il blocco sostiene “la direzione dei profitti inaspettati dagli investimenti in Ucraina“.

Secondo il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, se i beni russi vengono confiscati, e poi la decisione viene sovvertita in tribunale e annullata, allora questo “sarebbe un disastro diplomatico ed economico“.
Bloomberg osserva che le banche mondiali temono che Mosca possa reagire e rendere la vita difficile alle banche straniere, e l’amministratore delegato di uno degli istituti di credito ha chiarito di essere contrario in linea di principio alla confisca dei beni russi.

Dal rapporto della commissione UE risulta che il gruppo propone di obbligare le società con attività russe, che ricevono grandi profitti, “a trasferire un importo significativo nell’UE. Ciò può ridurre i rischi legali per il blocco, sottolineano gli autori dell’iniziativa. I funzionari dell’UE hanno osservato che questo modello non influirà sulla stabilità finanziaria e sulla situazione giuridica. I leader dei paesi dell’unione possono discutere le opzioni per risolvere la situazione con i beni congelati la prossima settimana.

Dopo l’avvio dell’operazione speciale in Ucraina, i Paesi occidentali hanno bloccato 300 miliardi di euro di riserve della Banca centrale russa e 19 miliardi di euro di fondi privati ​​di uomini d’affari russi, ha annunciato a novembre il capo della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

La Commissione europea aveva dichiarato che i fondi bloccati dovrebbero essere combinati in un fondo, i cui fondi dovrebbero essere investiti e il profitto derivante da questi investimenti dovrebbe essere utilizzato per i pagamenti di compensazione all’Ucraina.

Tuttavia, la Banca centrale europea (BCE) teme che l’uso di interessi sui beni congelati possa minare la fiducia nell’euro come valuta globale, soprattutto se l‘UE agirà unilateralmente senza altri paesi del G7. Il Cremlino aveva già definito il congelamento dei beni russi un furto e il 25 aprile scorso infatti, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto sulle misure di ritorsione in caso di sequestro di beni russi all’estero. Ora, in caso di sequestro o limitazione dei diritti di proprietà all’estero, viene introdotta la gestione esterna per i beni di paesi ostili in Russia. Per impostazione predefinita, l’Agenzia federale di gestione della proprietà sarà considerata il gestore, a meno che un’altra persona non sia determinata in tale veste.

RED

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