Sono già da tre anni che abito in Italia – il più bel Paese al Mondo dove tutto è delizioso.
Però c’è un qualcosa in questo paradiso terrestre che pian piano aggiunge un “pizzico di sale nel caffè”. Questo qualcosa sono gli stereotipi sulla “donna russa”, nel gergo italiano – la “donna dell’Est“.
Allora, miei cari uomini italiani (e forse anche donne): è già da un bel po’ che non siamo più quello che vi siete abituati a crederci, osservando i numerosi esempi dei vostri vecchi nonni e zii che hanno sposato la loro giovane e bella badante di Ucraina o di Moldova (ok, talvolta non così giovane e non così bella). Sono passati decenni, e siamo diventate molto diverse.
È quindi come siamo adesso noi, le cosiddette “donne dell’Est”? Abbiamo almeno una laurea, alcune addirittura due o tre oppure un titolo universitario. Con il nostro cervello ed i nostri “mestieri semplici’ (marketing, giurisprudenza, commercio) guadagniamo di più a Mosca di un direttore di una banca
All’età di 25 anni la maggior parte di noi ha già un proprio appartamento e comincia a dare un sostegno finanziario ai genitori, anziché prendere soldi da loro. Attenzione, una sorpresa: usiamo poco il trucco, non mettiamo i tacchi per andare al panificio e ci prendiamo cura di noi stessi anche dopo 30 anni. Tante mamme delle mie amiche a Mosca hanno un fisico molto simile alle loro figlie, e una mia cara amica viene spesso considerata la ragazza di suo figlio sedicenne. Viaggiamo all’estero quasi ogni mese, mangiamo in ottimi ristoranti, facciamo sport e danza, ridiamo e sorridiamo, godiamo la vita. Insomma, a Mosca abbiamo tutto, anche il mito di tutta l’Italia – il Grande Putin. Forse manca solo il sole, a volte…
Eppure con tutto ciò, per qualche motivo strano, all’improvviso imballiamo questa vita perfetta e stabile in una valigia e ci trasferiamo in un altro paese. Perché? Forse voi non sapete ancora, ma oggi non siamo più in fuga senza meta dall’Unione Sovietica, alla ricerca di una vita migliore. È che
E ci offendete molto quando alla frase “Io sono Russa” rispondete: “Sì sì, conosco parecchie russe, lavorano tutte come badanti”, o
Insomma, ci offendete con tante cose, miei cari uomini italiani. Ma allo stesso tempo siete così disarmanti incantevoli che vi perdoniamo e riperdoniamo, perdoniamo e riperdoniamo… Perché avere pazienza e perdonare è nel sangue della “donna dell’Est”, su questo avete sicuramente
E allora imballiamo di nuovo la nostra vita in una valigia e ce ne andiamo – a Mosca, a Kiev, a Riga, in Australia, in Zimbabwe, in Mozambico, al Polo Nord – ovunque ci chiami il cuore, perché non sono le gambe lunghe, gli occhioni blu o le trecce bionde che ci rendono donne, ma è il cuore. Non importa di quale nazionalità.
Oksana Smirnova
P.S. Tutto questo è basato esclusivamente sull’esperienza personale. Tutte le coincidenze non sono casuali.
Oksana Smirnova, 34 anni, Ph.D. in filologia, vive e lavora in Italia, si occupa di comunicazione aziendale per le imprese russe ed europee nei vari settori.