LE ULTIME SFILATE DI MILANO FASHION WEEK 2015

Concludiamo questa ricca carrellata di eventi, sfilate e presentazioni che dal 25 febbraio al 2 marzo hanno animato la già frenetica Milano, raccontandovi delle sfilate di Ermanno Scervino, Cividini ed Elisabetta Franchi, la presentazioni di Nataliya Bondarenko per Rubeus Milano, quella su gradito invito di Mila Anufrieva, Balthazar Chery, di John Richmond, Roberto Musso, Leitmotiv, San Andres Milano e Fatima Val.

Desidero iniziare con il commentare la Sfilata di Elisabetta Franchi che in questa occasione mi ha lasciato piacevolmente colpito per contenuto moda e per quel suo inimitabile modo di rendere la donna sempre elegante ma senza rinunciare a mostrare anche il suo lato più femminile.
Di origine bolognese Elisabetta per la sua FALL/WINTER 2015-2016 ha deciso di ispirarsi all’oriente ed in particolare al Giappone. Come sempre Elisabetta Franchi crea i suoi abiti ed accessori per una donna che a dispetto dell’età desidera mostrare la parte femminile di sé; i contrasti in questa collezione sono visibili agli occhi di tutti, un oriente etereo e sensuale che viene mixato a capi più rigorosi rubati dal guardaroba maschile.
Le giacche dal taglio over, i grafismi ed i pantaloni tipicamente a vita alta sono un chiaro richiamo alla tradizione orientale.
Molte le stampe all over che ritroviamo su diversi capi, fiori ricamati su abiti e bluse dalle maniche svasate che fanno tornare alla mente i tradizionali kimono qui rivisitati in chiave contemporanea; interessanti accostamenti cromatici di oro e nero e l’utilizzo di rasi cangianti ci parlano della donna Elisabetta Franchi, sensuale, moderna e mai eccessiva. La palette colori vira dal blu inchiostro che apre la sua sfilata al rosso lampone ed all’immancabile color mou e cipria per completare il look di un guardaroba perfetto.

Da Ermanno Scervino gli opposti si attraggono e si armonizzano sempre: volumi, colori e materiali apparentemente stridenti fra loro trovano una piacevole assonanza; Scervino per il suo Autunno/Inverno decide di parlare di una “nuova sensualità”, quella sensualità che può essere mostrata anche indossando una giacca over dal taglio maschile. Come un ritorno al passato vediamo sfilare armoniosamente in passerella gonne ampie e strutturate e giacche dal taglio aderente. Molto interessante il pied de poule proposto per cappotti, cappe, top e gonne; per non parlare della sua evoluzione in versione macro. Interessanti le uscite nel colore blu inchiostro ed il tubino nero metallizzato proposto con lunghezza sotto il ginocchio e maniche a tre quarti.

Nella prestigiosa location di Palazzo Clerici, ove un magnifico Tiepolo decora una delle sale, sfila Cividini; la collezione è elegante e raffinata, come lo sono i tutti modelli proposti: gonne morbide al ginocchio, dettagli in maglia che caratterizzano pressoché tutte le uscite , gilet, cappotti, parka, abiti. Particolarmente interessanti i look più colorati della collezione ove lilla, bordeaux, grigio e sabbia vengono magistralmente miscelate fra loro.
L’importanza qui è data dai materiali utilizzati: double di cachemire, flanella, jacquard di seta, visone intarsiato, capra cachemire. Per quanto riguarda gli accessori, ho trovato molto contemporanei i boots in pelle con dettagli in pitone e cerniera anteriore, che permettono di rendere questi outfit tanto eleganti quanto da tutti i giorni.

Balthazar Cheri è il brand a cui fanno capo due fashion designer Temur Tvalavadze di origine georgiane e Zaven Vardanyan di origini armene, che hanno esposto la loro collezione presso la Boutique di gioielli Chantecler sita in Via Santo Spirito 5 nel quadrilatero della moda; la loro collezione, disponibile anche nel loro show-room moscovita sito in Berejhkosvkaya Naberejhnaya 20/13, è un sognante tuffo nel passato ove abiti stile “sirena” sono cuciti addosso alle modelle come fossero una seconda pelle per poi aprirsi sul fondo a ruota esaltando ancor di più la sinuosità delle silhouette femminile. Il tutto abbinato da cerchietti e copricapi decorati con piume e strass.

Da Rubeus, in una saletta interna dell’Hotel Four Seasons ha trovato spazio una prestigiosa esposizione di prodotti quali scarpe e borse realizzati tutti completamente a mano, come l’artigiano presente in loco ha potuto dimostrare. Materiali esclusivi come il coccodrillo, o più facili da portare come il nabuc ed il camoscio, colori accesi ed un ineguagliabile Savoir faire tutto italiano sono la parola d’ordine per questo giovane brand presente sul mercato solamente dallo scorso settembre e che ha già ottenuto un ottimo riscontro dal pubblico più esigente.

Lo show di Richmond ha saputo risvegliare gli animi dormienti della domenica, 1 marzo, con una collezione che non smentisce assolutamente l’anima rock ed aggressiva dello stilista londinese; richiami all’oriente ed in particolare al Giappone, come già trovato in altre sfilate, si amalgamano a texture animalier. Lo stile che John ha voluto portare sulle passerelle milanesi è tutto dandy con particolare attenzione ai dettagli quali paillettes, frange, inserti in pelliccia e pelle, questi ultimi con esplicito richiamo bondage, che impreziosiscono abiti e capispalla. La palette di colori dà grande importanza al colore invernale per eccellenza, il nero, non tralasciando tuttavia il colore che qui è presente come turchese, rosso sangue e burgundy.

Da Roberto Musso invece aleggia, vuoi per sdrammatizzare anche la situazione economica globale come ci confessa durante una intervista, un filo di ironia; è proprio cercando di dipanare tale ironia che si comprende appieno la collezione di Roberto. Il feltro e la lana sono i padroni indiscussi della collezione, proposti in un mélange dai toni autunnali quali l’abete, il legno ed il fango; interessante l’outfit composto da gonna svasata a vita alta color ottanio abbinata ad una vaporosa camicia color bianco ottico. E’ sul finale però che viene in luce quell’aspetto quasi circense di Musso, quel ritorno al pois dopo qualche tempo che ci farà vivere un inverno sicuramente più all’insegna della spensieratezza: pantaloni sopra la caviglia a pois bianchi, gonna con mix di righe rosso e fragola abbinate a blusa blu a pois, vestiti smanicati sotto il ginocchio con colletti divertenti e a forte contrasto cromatico. I colori, dal bianco al nero, dal marrone al blu scuro fino ad arrivare al rosso e fragola e blu e bianco danno vita a look sicuramente ricchi di personalità e certe volte quasi irriverenti.

Da Leitmotiv invece è l’elemento TOYS che viene a prendere vita in una miriade di outfit dai colori spaziali e divertenti; ritroviamo abiti e maglie stampate con chiaro rimando al mondo “kawaii Style”, colori pastello che si mixanno a cromie più forti ove il glietter, il lurex e gli inserti in Swarovski fanno catalizzare l’attenzione sulla donna Leitmotiv, sempre spiritosa e capace di no prendersi sempre troppo sul serio.
In questa collezione elemento di novità sono da considerarsi i jeans, la maglieria in punto spugna, il filato lurex e i vari embellishments che arricchiscono i vari capi; interessantissimi e super divenenti gli orologi da polso e da collo realizzati in collaborazione con un noto brand giapponese Q&Q. Questi dieci orologi raffiguranti fantastici animali quali il panda-giraffa, il giaguaro-coniglio e la zebra-scimmia oltre ad essere coloratissimi hanno come peculiarità l’utilizzo di un innovativo sistema ad energia solare che permette il funzionamento degli stessi per più di tre mesi con una sola carica, e non da sottovalutare l’assenza di manutenzione proprio perché non è richiesta la ricarica della batteria.

Da San Andres Milano è la maschera tempestata di Swarovski indossata da tutte le modelle nel gran finale a dare la SANANDRES2 chiave di lettura dell’intera collezione: apparire o essere, mostrare o mostrarsi, guardare o guardarsi, questo il Giano bifronte dal quale si interroga e ha inizio la collezione San Andres Milano.
E’ la maschera che dinnanzi al mondo, celandoci, ci permette di mostrare la nostra vera identità e sulla passerella vediamo sfilare abiti dai colori forti ed accesi: giallo, fuxia, blu elettrico e rosa; i cappotti arricchiti da maxi colli in volpe e visone, pellicce realizzate in patchwork colorato, il classico teschio messicano che richiama le origini dello stilista viene ripreso e completamente destrutturato per apparire in una miriade di versioni.

Ed infine una collezione sicuramente più di ricerca, ove il nero ed il rosso sangue risultano essere i padroni incontrastati della scena: questa è la sfilata di Fatima Val.
La donna di Fatima è una donna forte, combattiva come è lei stessa, una donna che grazie all’aiuto di una grande corazza riesce ad essere indipendente senza perdere quel lato più femminile tipico di ogni donna; è una donna che lotta per affermare la sua felicità. Qui flanella, lana, maglieria leggera e pelliccia riscaldano il prossimo inverno firmato Fatima Val. Le linee degli outfit si fanno morbide nei capispalla, i pantaloni sono sia portati morbidi con cavallo basso sia in pelle aderente; il tutto è accompagnato da una musica quasi apocalittica e da androgini scarponi al ginocchio che danno l’idea di una donna sempre pronta alla lotta.
Il colore predominante è il nero, interrotto con violenza da macchie di colore rosso sangue che dà movimento all’intera passerella.

Quest’anno la Moda a Milano è stata sicuramente molto più propositiva rispetto a quanto visto negli ultimi periodi, fattore dimostrato anche dalla partecipazione in massa di buyer stranieri, molti gli orientali presenti alle varie sfilate e manifestazioni che fanno presagire un futuro trend positivo e sottolineo necessario, per un settore che negli ultimi anni ha risentito non poco delle difficili situazioni globali.

Francesca Brienza