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L’ACCORDO SUL PETROLIO TRA RUSSIA E OPEC GENERA CAUTELA TRA I MERCATI FINANZIARI

È l’ora della verità per il petrolio che ha raggiunto ieri i livelli chiave, quelli rappresentati dalle resistenze di medio periodo a 37 $/barile per il Brent e a 35 $/barile per il WTI. Le notizie circolate ieri circa l’azione in direzione Production Facilities At OAO Gazprom Neft's Refinerydell’implementazione del piano di congelamento dei livelli produttivi da parte della Russia e degli altri principali produttori OPEC e almeno 15 partecipanti all’organizzazione.

Tanto è bastato ad arginare la possibile frenata delle quotazioni dopo che le scorte USA pubblicate ieri hanno mostrato un aumento considerevole a oltre 10 milioni di barili contro i 3.5 milioni previsti.

Sul fronte asiatico ancora debolezza per i fondamentali cinesi e dell’Asia continentale, dove i PMI del comparto servizi deludono le attese. Tuttavia, l’Australia si mostra particolarmente resistente agli scossoni con un miglioramento sensibile della bilancia commerciale per effetto dell’aumento delle esportazioni. Anche sul fronte commodities, all’aumento del prezzo del petrolio è seguito un miglioramento sensibile delle quotazioni dei metalli industriali con in testa il rame che fa registrare una delle migliori performance da inizio anno.

In Europa le borse oggi aprono in territorio contrastato per effetto delle prese di profitto dopo il lungo rally di inizio settimana, oltre ovviamente alla normale interlocutorietà legata all’approssimarsi della riunione di politica monetaria della BCE. Inizia oggi, infatti, la settimana di silenzio da parte di Francoforte che culminerà il prossimo 10 Marzo con l’appuntamento cardine della politica monetaria europea.

(fonte: Trend-online.com)

RED

 

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