Non finisce di creare discussioni l’organizzazione dell’Eurovision Song Contest 2019 previsto in Israele (paese vincitore dell’ultima
La prima polemica è stata quella della KAN (l’attuale tv pubblica di Israele, sostitutiva dell’IBA che ha chiuso lo scorso anno) la quale aveva chiesto, in aggiunta al budget già fissato in 190 milioni di dollari, un ulteriore aumento di 12 milioni di euro. Il governo non solo ha deciso di non concedere questo finanziamento, lasciando alla tv statale l’incombenza di lavorare col budget a disposizione, ma è intervenuto duramente il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha minacciato addirittura la chiusura completa della tv in caso di ulteriori richieste. Sarebbe la seconda tv chiusa in due anni in Israele, dopo la fine di quell’IPBC che aveva trasmesso l’Eurovision 2017 con tutti gli altri programmi ormai chiusi.
“Non ci sono per il momento intenzioni di ritornare – ha dichiarato Ibrahim Eren – ci sono ragioni inerenti al sistema di voto, ma non solo. Siamo una tv pubblica e non possiamo trasmettere uno show dove c’è un vincitore austriaco barbuto, con la gonna, che
Il riferimento a Conchita Wurst è chiaro. Meno chiaro invece quali sarebbero i paesi che se ne stanno andando dallo show “per colpa di questo”, dato che Bosnia, Slovacchia, Monaco e Andorra hanno lasciato (almeno ufficialmente) lo show per motivi economici e/o di situazioni inerenti alla condizione della tv.
L’ultimo rappresentante turco è stato Can Bonomo, settimo nel 2012 con “Love me back”, mentre dopo la vittoria del 2003, l’ultimo buon risultato è quello dei MaNga,
Secondo le fonti di un giornalista franco-israeliano ex di i24news (canale all news d’Israele), esiste anche piano di riserva: sarebbe l’Austria, che aveva già ospitato l’edizione 2015.
RED