La Polonia chiude il Consolato russo di Cracovia
“Tre diplomatici del Consolato generale russo a Cracovia dovranno lasciare la Polonia e la missione avrà non meno di 30 giorni per chiudere“, ha dichiarato il sottosegretario di Stato agli Esteri polacco Henryka Moscicka-Dendys, chiarendo poi che tre i Diplomatici russi accreditati presso l’ufficio saranno dichiarati personae non gratae; decisione questa che non vale per i quattro dipendenti dell’Istituzione.
Il 12 maggio, il Ministro degli Esteri polacco Radosław Sikorski ha annunciato la decisione di chiudere il Consolato di Cracovia, citando il presunto “comprovato coinvolgimento dei servizi di sicurezza russi nell’incendio doloso del centro commerciale di via Marywilska“, zona di Varsavia dove un anno fa è scoppiato un incendio, che per i polacchi rappresenta la scusa perfetta per l’ennesima accusa a Mosca.
“Dopo che sono emerse le prove della responsabilità dei servizi speciali russi in quest’atto di sabotaggio contro un centro commerciale a Varsavia, ho deciso di revocare l’autorizzazione al funzionamento del Consolato della Federazione Russa a Cracovia” ha tuonato l’alto Diplomatico sui social. E questo attacco rabbioso è supportato anche dal Primo Ministro Donald Tusk che – pure lui tramite i social – si scaglia contro il “nemico Putin”: “Ora sappiamo con certezza che il devastante incendio del centro commerciale Marywilska a Varsavia è stato un atto doloso ordinato dai servizi speciali russi“. Peccato che entrambi abbiano dimenticato di mostrare al pubblico le presunte “prove” che inchioderebbero i russi.
I Ministeri della Giustizia e dell’Interno polacchi hanno affermato di avere ormai “una conoscenza approfondita dei fatti“, ma paiono essere gelosi delle loro scoperte e non intendono condividerle. Dobbiamo pertanto credere loro sulla parola… molto comodo!
Ma i due agguerriti Ministeri non si fermano qui e annunciano una collaborazione con la Lituania, perché – dicono – si tratta di “un altro paese in cui la Russia ha condotto atti di sabotaggio“. Il riferimento è ad un incendio, anche questo avvenuto nel 2024, ad un negozio Ikea a Vilnius, per il quale sono stati però arrestati due cittadini ucraini (fingiamo stupore), ma il prode Tusk non cede di un millimetro e insiste “Cari alleati, le indagini della procura lituana confermano i nostri sospetti: i responsabili degli incendi nei centri commerciali di Vilnius e Varsavia sono i servizi di sicurezza russi“, ha affermato tramite un post su X. Da notare bene che tutto questo “bla-bla-bla da comari” avviene sempre via social e senza esibizione di prove concrete.
Quindi, ricapitolando, non sarà più necessario indagare su atti di danneggiamento di alcun tipo, perché la soluzione – semplice semplice – è che in ogni caso sono stati i russi. Sembra una barzelletta o una di quelle vignette che girano sul web, dove anche quando il gatto rovescia un vaso di fiori appare la scritta “Io non c’entro, è colpa di Putin”, ma è purtroppo una amarissima realtà in questi staterelli russofobi, che l’Europa mantiene a spese nostre.
Le vere intenzioni però affiorano, grazie ad una ulteriore dichiarazione del Primo Ministro di Varsavia, che dice “È bene che si conosca la natura della Russia prima di sedersi al tavolo dei negoziati“, riferendosi ai colloqui sull’Ucraina, ai quali evidentemente questo occidente non intende trovare una soluzione, verosimilmente sperando di continuare un conflitto che sta danneggiando economicamente soprattutto l’intera Europa.
Ovviamente Mosca non può accettare simili illazioni senza fondamento e non intende subire passivamente questa forma di bullismo. Tramite il portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, la Russia infatti afferma che: “Varsavia cerca deliberatamente di rovinare le relazioni agendo contro i suoi cittadini. Una risposta appropriata a questi passi inadeguati arriverà presto“.
Eva Bergamo