L’astuta mossa con la quale il neo premier greco Alexis Tsipras è entrato di fatto dell’area di influenza russa, rischia di arrecare un durissimo colpo all’incomprensibile e deleteria posizione anti Putin, intrapresa da un’Unione
E’ notorio ormai il clima da quasi guerra fredda che si respira fra le due superpotenze, all’indomani della crisi in Ucraina. Dove appare evidente la volontà dell’amministrazione Obama di ficcare il naso in affari che non le riguardano, al solo scopo di creare un pericoloso quanto assurdo dissidio fra due popoli uniti non solo da una comune origine, ma anche da tradizioni pressoché similari.
Tornando all’incontro ufficiale tenutosi a Mosca fra Tsipras e Putin, si può a ragion veduta parlare di un successo per due paesi – Grecia e Russia – accomunati da una stessa radice culturale e religiosa, oltre che dalla volontà di rispondere con i fatti all’arroganza dell’UE. Unione Europea che dopo aver ridotto alla fame con condizioni capestro i paesi dell’area mediterranea, si permette anche il lusso di dettare condizioni ai russi, dopo aver avallato lo scorso anno un vero e proprio colpo di stato in Ucraina, con l’ascesa al potere dei neonazisti di Poroshenko.
L’accordo raggiunto da Tsipras con Putin è infatti un vero e proprio capolavoro di diplomazia, perché non solo permetterà alla Grecia – con l’affrancamento rispetto alle
“Non siamo d’accordo con le sanzioni imposte contro la Russia”, ha detto chiaro e tondo il neo premier ellenico, Alexis Tsipras. “Le sanzioni – ha aggiunto – hanno inflitto dolore all’economia della Grecia, e per questo motivo non sono una soluzione efficiente. Crediamo anzi che potrebbero generare una nuova Guerra Fredda tra la Russia e l’Occidente”.
Naturalmente gongola Vladimir Putin che afferma che “la Grecia può diventare il centro di distribuzione di energia in Europa. Abbiamo raggiunto accordi per prestare maggiore
Insomma, è stato centrato l’ennesimo successo in politica estera, dal momento che all’ormai imminente vertice dei Paesi BRICS che si terrà nel prossimo mese di Luglio ad UFA, potrà portare sul piatto della bilancia l’ultimazione di un progetto – quello appunto del gasdotto – fortemente osteggiato per ovvi motivi di concorrenza.
Tra chi ha sempre remato contro, vi è proprio il presidente del Consiglio Matteo Renzi, che pur di accodarsi ai diktat provenienti da oltreoceano, non ha esitato a mandare sul lastrico quelle tante realtà imprenditoriali nostrane che poggiavano la loro attività proprio con la Russia.
F.M.