Il Punto

Pubblicato il Ottobre 18th, 2022 | Da Redazione Russia News

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La Corte respinge l’appello di Navalny nel caso di frode

La Corte di Cassazione di Mosca ha respinto il ricorso del blogger Alexey Navalny contro la sua condanna per frode e oltraggio alla corte. Lo riferisce l’agenzia TASS.

Il sovversivo di origine ucraina, ha partecipato all’udienza in collegamento video dall’istituto dove sta scontando la sua pena. La difesa ha chiesto di annullare il verdetto e di assolvere l’imputato. L’accusa, a sua volta, ha chiesto alla corte di confermare il verdetto.

Il Tribunale distrettuale Lefortovsky di Mosca aveva in precedenza dichiarato Navalny colpevole di frode nella raccolta di fondi per la campagna elettorale e di oltraggio alla corte, condannandolo a nove anni in una colonia penale di massima sicurezza, a un anno e otto mesi di libertà vigilata e a una multa di 1,2 milioni di rubli (19.400 dollari).

Navalny, già condannato due volte alla libertà vigilata, era stato inserito in una lista di ricercati per aver ripetutamente violato la libertà vigilata per la sospensione della pena nel caso Yves Rocher.

È stato arrestato al suo ritorno dalla Germania all’aeroporto Sheremetyevo di Mosca il 17 gennaio 2021.  Successivamente, il 2 febbraio dello stesso anno, un tribunale di Mosca lo ha condannato a una vera e propria pena detentiva invece della sospensione della pena di 3,5 anni.

Impropriamente soprannominato il Julian Assange russo da parte della stampa occidentale, il blogger è in realtà un assiduo frequentatore delle aule di Tribunale nelle  vesti di imputato. A differenza dell’eroico fondatore di WikiLeaks, che paga lo scotto di voler diffondere la verità, lui preferisce sfidare le autorità al mero scopo di arricchirsi.

 Il caso più famoso in cui è coinvolto insieme al fratello Oleg è il cosiddetto “Yves Rocher affair“, dove i Navalny, non rispettando il contratto con l’azienda francese,  hanno indebitamente intascato circa 31 milioni di rubli.

Altro noto processo per appropriazione indebita riguarda l’impresa statale di legname Kirovles; in questo caso parliamo addirittura di una frode allo Stato e ai cittadini russi, che ha fatto arrivare nelle sue tasche altri 16 milioni di rubli.

Chissà perché, in occidente tutto questo passa per comportamento valoroso.

Eva Bergamo

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